Piazzapulita, Cacciari litiga col ministro Bonafede: “Parla a vanvera” (Video)
A Piazzapulita Massimo Cacciari litiga con Alfonso Bonafede: “Vi sembra decente quello che fate con i migranti?”. Il ministro: “Non è colpa nostra”. L’ex sindaco di Venezia si conferma l’usato sicuro da talk
Dopo aver litigato con Giulia Bongiorno a Otto e mezzo, Massimo Cacciari si ripete con Alfonso Bonafede.
Stavolta lo studio è quello di Piazzapulita, dove viene posto al centro del dibattito il tema dell’immigrazione. Gli animi si scaldano subito e il filosofo, come al solito, non usa mezze parole (qui il video):
“Vi sembra decente quello che fate con i migranti? Qual è la politica di integrazione del suo governo? Quale modello avete? C’è una strategia?”.
Bonafede risponde a tono e se la prende anche con il filmato su Cara di Castelnuovo che Corrado Formigli aveva mostrato pochi istanti prima:
“E’ un servizio fatto per creare un sentimento di sofferenza. Sono stanco dell’idea del governo cinico. In una situazione di illegalità da sanare, stiamo offrendo tutti i servizi necessari per il supporto psicologico, con la massima tutela verso i minori. Io soffro per quelle situazioni di povertà e stiamo cercando di imporre un tavolo di confronto europeo”.
Cacciari sbuffa e contrattacca (“la pianti con questa storia dell’Europa“), ma il ministro non indietreggia di un centimetro: “Quando vedo certe immagini ho il magone, però non è colpa nostra”.
Esternazioni che scatenano un’ulteriore reazione dell’ex sindaco di Venezia:
“E’ colpa vostra invece, se lei avesse letto un po’ di storia saprebbe quanta colpa nostra c’è. Sta parlando a vanvera. L’idea di essere padroni a casa propria è una barzelletta da infanti, da infantilismo acuto”.
Cacciari si conferma per l’ennesima volta ‘l’usato sicuro’ da talk. Intollerante e in perenne dissenso col mondo, lo scrittore fa del collegamento in esterna un tratto distintivo.
Mai in studio, mai a contatto diretto con i suoi interlocutori. Cacciari guarda tutti da fuori, pronto ad ammonire, bocciare, strigliare. Giudica un universo che sembra non appartenergli, nonostante ne sia sempre più uno dei principali attori.