Physical s.2, Rose Byrne e Murray Bartlett: “Sheila è un antieroe che mostra le complessità umane”
Il cast racconta i temi fondamentali affrontati nella seconda stagione della serie
Venerdì 3 giugno su Apple Tv+ debutta il primo episodio della seconda stagione di Physical. Creata da Annie Weisman la serie racconta la storia di Sheila, interpretata da Rose Byrne, moglie, madre ma soprattutto una donna con la voglia di trovare il proprio posto nel mondo. Ambientata negli anni ’80, la serie è immersa nella cultura di quegli anni in California. Una realtà ossessionata dall’apparenza, dalla forma fisica, in un periodo in cui “body shaming” non era un espressione diffusa e le persone venivano giudicate per l’aspetto fisico.
Sheila insieme alla sua voce interiore che talvolta la supporta, talvolta la perseguita, scopre il mondo dell’aerobica che vede come un modo per emanciparsi. In questa seconda stagione la vediamo affrontare le difficoltà di entrare nel mondo degli affari, di presentare il proprio corso di aerobica in videocassette mentre deve fare i conti con la vita casalinga, con il marito Danny che, dopo il fallimento elettorale, insegue ancora i suoi sogni di gloria. Abbiamo avuto modo di chiacchierare con il cast principale, Rose Byrne, Rory Scovell, Dierdre Friel (Greta la migliore amica di Sheila) e la novità di stagione Murray Bartlett, oltre che con la creatrice Annie Weisman.
Una commedia dalle forti sfumature dark
Physical è un dramedy, una commedia che sa far ridere ma sa anche affrontare temi profondi e complessi. Una parte centrale del racconto è infatti legata ai disturbi alimentari di Sheila, alimentati dalla sua voce interiore che non fa altro che stuzzicare le insicurezze di Sheila. Anne Weisman ha raccontato come sia frutto della sua esperienza personale:
ho a lungo affrontato in prima persona un disturbo alimentare e volevo usare i mezzi drammaturgici a mia disposizione per raccontare temi così complessi e controversi. Proprio per questo con il mio staff ho cercato di essere il più possibile realistica. All’inizio della stagione Sheila sembra aver abbandonato il suo mangiare compulsivo e questo ci è servito per mostrare come il disturbo non sia solo legato al gesto, ma soprattutto alle problematiche interiori che si affrontano.
Il tema dei disturbi alimentari è stato molto sentito dal pubblico che subito dopo l’uscita della prima stagione, ha contattato Weisman ringraziandola per il modo in cui è stato rappresentato. Ma la serie è anche una commedia e rispecchia l’umorismo di Weisman “che ho usato come armatura nella vita, per affrontare le difficoltà di essere una donna nel mondo dello spettacolo…e nel mondo. Riesce sempre a veicolare i temi più complessi“.
I titoli degli episodi della prima stagione iniziano con “Let”, un modo per spronare a fare qualcosa, mentre in questa seconda iniziano con “Don’t” “perchè Sheila ha smesso di farsi dire dagli altri cosa deve fare e inizia ad agire” quindi per lei è un modo per non farsi mai fermare, andare sempre avanti.
Uno tra gli aspetti più interessanti di Physical è l’uso della voce interiore di Sheila, l’altra sua identità, quella più vera e spietata ma anche quella che sopravvive nelle sue insicurezze:
Creare questi monologhi interiori è un po’ come costruire strati diversi, una volta visto il quadro complessivo della serie, decidiamo dove inserirli. una sorta di altro personaggio con cui si crea una relazione tossica.
Rose Byrne sottolinea come sia “una voce che abbiamo tutti, che talvolta aiuta, altre ci butta giù“, inoltre ha spiegato come la registrino alla fine e quindi ci siano dei momenti, delle riprese costruite per inserire questa voce che però arriverà solo in un secondo momento. Rory Scovel immagina che la voce interiore del suo Danny sarebbe molto diversa rispetto a quella di Sheila “sarebbe più positiva, probabilmente supporterebbe il suo ego“.
Un antieroe che sa farsi amare
Tra i tanti temi affrontati dalla serie c’è uno sguardo profondo sul ruolo della donna nel mondo degli affari su come si faccia fatica a emergere soprattutto in un’epoca in cui ancora viene considerata solo per la propria immagine o per il proprio aspetto. Per i suoi tentativi continui di trovare spazio contro tutto e tutti, Sheila difficilmente può essere dipinta come un’eroina positiva è piuttosto “un antieroe che divide il pubblico, un po’ come era il personaggio di Glenn Close in Damages” ricorda Rose Byrne “ma per fare del bene talvolta devi fare qualcosa di negativo“.
Dierdre Friel interpreta Greta, amica, partner (“molto di più in questa seconda stagione”) di Sheila. L’attrice ha raccontato con soddisfazione il fatto di aver potuto finalmente interpretare una donna sovrappeso ma senza turbamenti anzi orgogliosa del proprio corpo e seducente “in questa stagione addirittura mi trovo ad affrontare situazioni sessualmente spinte”, un bel cambiamento per la sua Greta, molto più timorosa nella prima stagione.
Physical è costruita intorno a personaggi ricchi di sfumature, che non si possono banalmente ridurre in uno schema fisso, ma che cambiano nel corso degli episodi e delle stagioni. Come Vinnie, la novità di stagione, interpretato da Murray Bartlett.
Vinnie rappresenta quella domanda che con ancor più forza di oggi, le persone queer si facevano negli anni ’80 “chi sono?”. L’ho costruito partendo da personaggi di quegli anni come Richard Simmons, venditori, affabulatori, guru di quel periodo. Ma soprattutto era un personaggio scritto alla perfezione, pieno di contraddizioni. Una bella sfida.