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Perle di saggezza dello zio Gerry al Tv Talk

Gerry Scotti potrebbe essere eletto il Garante del sistema televisivo di nuova generazione. Perché riesce a essere schietto senza mai risultare di parte, dispensando le sue perle di saggezza a Rai e Mediaset senza esclusione di colpi. Nella puntata di questa mattina di Tv Talk, il talk show metatelevisivo in onda su Raitre con la

13 Ottobre 2007 13:50

gerry scotti tv talkGerry Scotti potrebbe essere eletto il Garante del sistema televisivo di nuova generazione.
Perché riesce a essere schietto senza mai risultare di parte, dispensando le sue perle di saggezza a Rai e Mediaset senza esclusione di colpi.
Nella puntata di questa mattina di Tv Talk, il talk show metatelevisivo in onda su Raitre con la partecipazione del nostro Italo Moscati, ha dato ancora una volta prova della sua impeccabile professionalità, non scevra da godibili stoccatine e affermazioni scomode.
A riprendere esaustivamente le sue dichiarazioni più significative è Tgcom, che vi riproponiamo in sintesi per poi commentarle insieme:

“Chi comanda di più a Mediaset è Antonio Ricci, perchè gli viene riconosciuto che è il più bravo a fare il suo lavoro e il più intelligente. Da noi quelli che sono bravi e intelligenti possono a modo loro comandare”.

“Mi piacerebbe molto vedere cimentare in un genere che cavalco io, come il quiz, Maria De Filippi”.

“Io ho detto che lasciamo troppo spazio alla Rai su tanti territori di palinsesto che da noi sono il deserto: il mezzogiorno, il pomeriggio, ormai da noi la televisione si accende dalle sette di sera in poi”.

“Non ho mai lavorato per la Rai perchè mi propongono programmi peggiori di quelli che faccio a Mediaset”.

“Noi schiavi di una lingua e di un mercato solo nostro non abbiamo da sempre una forma di tutela a livello europeo delle nostre idee. Sarebbero capaci di prendere la Corrida, di depositarla in una societaà londinese e di venire a rivenderla l’anno dopo alla Rai e chiamarla I Raccomandati”.

“Abbiamo avuto degli esempi di due, tre trasmissioni in Italia che hanno contenuto la televisione italiana dei successivi 30 anni. Penso che uno fosse la Corrida di Corrado e l’altro Portobello di Enzo Tortora. Se voi smontate nelle loro parti questi due programmi avete la programmazione degli ultimi 50 anni”.

Andiamo con ordine.
Gerry elogia il pigmalione Ricci, compagno di merenda di Paperissime collaudate e Strisce sperimentali, senza per questo risultare cerimonioso.
Anzi, pur essendo di per sé un personaggio imponente, Scotti sa quando è il caso di farsi da parte. Quando si tratta di accettare consigli da un maestro più esperto di lui, dimostra di non conoscere l’invidia.
Passando al capitolo De Filippi, Scotti sta per mettere a punto la sua Factory, con format autoprodotti a disposizione di Mediaset o Endemol. Dice che vorrebbe mettere alla prova Maria De Filippi, mostrandosi aperto al gioco di squadra e all’investimento sul nuovo che piace ai telespettatori assopiti dal revival.
L’onestà intellettuale di Scotti, però, gli fa mettere becco anche sui problemi della sua azienda, sottolineando un problema annoso e ingiustamente trascurato dal direttore di rete. Canale 5 è adagiata sugli allori fino al Milionario, puntando al day time su un unico programma di successo ma svilente come Uomini e Donne e per il resto su prodotti tappabuchi. Dove sono finiti gli investimenti nell’intrattenimento quotidiano?
Doverose perplessità a parte, la gratitudine per il Biscione, a cui deve una carriera così longeva e brillante, resta e il presentatore riconosce di non essere lusingato dalle proposte della concorrenza, perché non all’altezza del trattamento a cui è abituato.
E a questo punto non manca la meravigliosa e legittima frecciatina al brutto vizio del plagio nazionale. Chi tutela i prodotti nostrani, non pienamente integrati nella logica del format, dal copia e incolla delle reti avversarie? In Rai sarebbe successo con un “programma a caso”, che con un abile procedimento retorico Scotti denuncia tra le righe.
A mo’ di chiosa di un’arringa appassionante, calzano a pennello i nomi dei due programmi-capostipiti, a partire dai quali la tv ha iniziato a campare per anni: Portobello e la Corrida.
Quando si dice, un discorso che non fa una piega. Riuscire ad avere da ridire su Gerry Scotti resta un’impresa impossibile anche per le lingue più biforcute (forse perché, a differenza di molti altri suoi colleghi, non si vergogna di restare se stesso e delle cose che fa, ha sempre fatto e continuerà a fare).

Gerry Scotti