Home Pascalistan, su Deejay Tv la vera storia del cantante più amato del Kazakistan, dall’Italia con furore

Pascalistan, su Deejay Tv la vera storia del cantante più amato del Kazakistan, dall’Italia con furore

Dai templi di Paestum ai lussi kazaki: la vera storia di Pasquale Caprino, trionfatore dell’X Factor del Kazakistan e ora star assoluta dell’Europa dell’Est.

6 Maggio 2013 15:04

Metti un giovane cantautore di Capaccio (SA), centro famoso per le mozzarelle e per i magnifici Templi di Paestum, che non riesce a sfondare in Italia; metti un’amica kazaka che ti invita nella capitale del suo frizzante Paese, Astana; metti un secondo posto all‘X Factor locale e infine metti un singolo di successo che fa invidia al Gangnam Style: la somma di questi elementi dà la vera storia di Pasquale Caprino, meglio noto oltre la Cortina di Ferro come Son Pascal, coccolatissima star della discografia dell’ex repubblica sovietica.

Una vicenda che sa di film e che Deejay Tv racconta da oggi, lunedì 6 maggio, alle 20.00 con Pascalistan, un docureality in onda dal lunedì al venerdì per 4 settimane e un totale di 20 puntate. La troupe di Deejay TV lo ha seguito per quattro mesi tra concerti sold-out a Praga e nottate brave tra champagne, loschi figuri e donne pronte a tutto per avvicinarsi al ‘golden boy’ della musica kazaka. Lo scopriamo nel promo in basso.

A soli 26 anni Pasquale ha un bagaglio di vite vissute da raccontare: da bravo figlio di buona famiglia frequenta il liceo classico ad Agropoli, quindi trascorre tre anni a Londra per inseguire il sogno della musica facendo cover dei Beatles, quindi un disco, ma senza gloria e il salto nel buio favorito da una fan del Kazakistan che il cantante ha raccontato così a La Stampa:

«Era la fine del 2011, lei mi seguiva su Facebook. Mi ha convinto. Suo fratello è un attore abbastanza famoso che organizzava un talent show: ho mollato tutto e sono saltato su un aereo, ne valeva la pena». Arriva secondo, ma la tv non basta. «Torno a casa e mi richiamano per girare un documentario in Antartide. Il progetto non va in porto e mi mollano lì da solo, senza un soldo. Suonavo ai matrimoni, alla fine delle feste gli ospiti tiravano fuori le pistole».

Insomma, Pasquale la gavetta la fa tutta, in Italia, in Inghilterra e persino in Kazakistan. Fin quando non confeziona il singolo ‘perfetto’, quello che sfonda su YouTube, quello che tutti vorrebbero scrivere. Nasce così Englishman in Shymkent, versione ‘personalizzata’ di “An Enghlishman in New York” di Sting che dà a Pasquale tutto quello che ha sempre desiderato, in un colpo solo. In basso il video.

Ora che in Kazakistan è un idolo, l’Italia si accorge di lui: da qui l’idea di questo docureality che restituisce l’immagine di un ragazzo che non ha paura di chiamare le cose col proprio nome, rischiando di apparire anche un po’ sbruffone.

«Potrò sembrare presuntuoso, ma la mia fama cresce in modo esponenziale. Eppure in Italia non mi conosce nessuno, perché il mercato è piccolo, decidono tutto i reality e i talent. Le mie giornate sono folli, al pomeriggio riempio gli stadi e alle sere canto alle nozze dei Vip…»,

ha spiegato Son Pascal sempre a La Stampa. 

Quanto durerà Son Pascal? Noi gli auguriamo lunga vita: per adesso buttiamoci in questo racconto, che a naso sembra una vita di mezzo tra ”Kazakistan Shore” e una puntata di Report sulla fuga dei cervelli. La storia di Pasquale, però, ha un gran pregio: mai partire prevenuti…

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