Serena Dandini non demorde. Dopo l’incredibile decisione del Cda di non autorizzare la messa in onda di Parla con me nonostante fossero venute meno tutte le motivazioni pretestuose (di questo si tratta, e l’avevamo scritto già mesi fa) sui presunti risparmi e sulla questione delle “risorse interne”. La Fandango ha smontato pezzo pezzo ogni possibile pretesto, anche con la collaborazione del direttore generale Lorenza Lei, ma tutto ciò è servito unicamente a svelare il reale obiettivo del consiglio d’amministrazione a maggioranza centrodestra: non mandare in onda la Dandini depotenziando RaiTre e facendo sparire un programma che dava spazio alla satira (antigovernativa e non).
La conduttrice non molla e annuncia di essere “pronta ad andare in onda”:
Volevo prendermi un anno sabbatico, ma per tigna non lo farò e andrò in onda: dove non lo so. So solo che lo facciamo perché dopo quattro mesi che lavoriamo dobbiamo sfogare. Al massimo lo faremo in piazza, può essere La7, può essere Sky, può essere il cinema. Dateci il tempo…
Già, il tempo, perché la censura di Parla con me (di questo si tratta, anche se il termine non piacerà a tutti) è stata condotta in maniera subdola, senza chiarezza, prendendo tempo, arrivando addirittura a vendere gli spazi pubblicitari. I cinque consiglieri di maggioranza sono arrivati a sbugiardare anche il loro lavoro (il programma era stato inserito nei palinsesti approvati) e quello del DG. Per la Dandini nessuna ricca buonuscita:
Esco dalla Rai senza neanche un paio di calze. Anzi, lascio all’azienda un baule con tutti i miei vestiti neri. Cacciarmi dalla Rai non costa nulla. Non ho mai voluto un contratto in esclusiva con l’azienda, né cariche dirigenziali, che mi sono state offerte, ma che ho sempre rifiutato perché volevo essere libera. Sono pagata bene, ma a progetto. Quindi non ho tredicesime, quattordicesime e quant’altro.
L’augurio è che La 7 e Sky si muovano in fretta dimostrando, nel concreto, di rappresentare una reale alternativa a questa Rai “occupata”.