Paris Hilton torna in carcere. Ma perché era fuori?
Che l’ormai onnipresente Paris Hilton sia prima uscita, poi rientrata in carcere, lo saprete bene. E che sia rientrata, verosimilmente, è anche giusto – qualunque cosa significhi, giusto -, considerato il fatto che non si sono trovati motivi per giustificare i domiciliari. Nel frattempo, i giornali (anche) italiani sono impazziti: annunciano il suo sciopero della
Che l’ormai onnipresente Paris Hilton sia prima uscita, poi rientrata in carcere, lo saprete bene. E che sia rientrata, verosimilmente, è anche giusto – qualunque cosa significhi, giusto -, considerato il fatto che non si sono trovati motivi per giustificare i domiciliari. Nel frattempo, i giornali (anche) italiani sono impazziti: annunciano il suo sciopero della fame, annunciano la visita della sorella Nicky, riportano l’intervista rilasciata al Los Angeles Time (ma come, non doveva essere inibita dal parlare con la stampa?) in cui Paris dichiara che
Essere in carcere è la prova più dura alla quale sia stata mai sottoposta. Negli ultimi giorni ho avuto molto tempo per pensare e credo che questa esperienza mi sta aiutando a imparare e a crescere. Spero solo che da qui in avanti il pubblico e i media trovino qualcosa di più interessante cui dedicarsi, ad esempio gli uomini e le donne che servono il nostro Paese in Iraq e in altre parti del mondo.
Ecco. Avevo proprio la sensazione che l’Iraq mancasse, in questa faccenda.
Ma perché era stata rilasciata? Be’, questa mi pare la notizia più interessante. Ci viene incontro News.com, che ci fa notare che il nonno di Paris ha partecipato con una sostanziosa donazione economica all’elezione dello sceriffo che aveva ordinato il rilascio e concesso i domiciliari. Che le due cose abbiano una qualche attinenza?