Paris Hilton e gli scherzi telefonici
Ricordate il caro vecchio reality I want to be a Hilton? Ecco, io so per certo che no, non vorrei essere un Hilton. E soprattutto, non vorrei essere Paris Hilton. Perché se lo fossi, correrei il rischio di vedermi attribuite le azioni più strambe – come se non bastassero quelle che farei già per conto
Ricordate il caro vecchio reality I want to be a Hilton? Ecco, io so per certo che no, non vorrei essere un Hilton. E soprattutto, non vorrei essere Paris Hilton. Perché se lo fossi, correrei il rischio di vedermi attribuite le azioni più strambe – come se non bastassero quelle che farei già per conto mio, se lo fossi – stravaganti e insulse.
E le prove di questa mia certezza stanno nelle notizie di tutti i giorni.
Per esempio, Nicole Richie, ex migliore amica della Hilton, – qui si cambiano amiche e fidanzati come fossero perizomi – riceve una serie di fastidiose telefonate anonime nel corso della notte. E chi incolpa? Ma Paris Hilton, naturalmente. Anche se non ha prove.
A volte, lo confesso, anch’io vorrei avere così poco da fare nella vita da potermi occupare a tempo pieno di organizzare simili ficcanti situazioni. Invece devo parlarne, e mi resta solo il tempo per parlarne in poche righe. Come se la cosa non avesse davvero la massima importanza.