Parallelo Italia, Gianni Riotta a Blogo: “Non vogliamo innovare niente, ma fare giornalismo tradizionale” (VIDEO)
Riotta: “Sarà un’inchiesta giornalistica tradizionale di quelle che si facevano negli anni ’50, il modello a cui ci ispiriamo è Mario Soldati”
Ballarò va in ferie, ma Raitre continuerà ad offrire informazione il martedì in prima serata per tutta l’estate. 47 35 Parallelo Italia è il titolo del programma che debutterà il 14 luglio e che andrà in onda per sette puntate (praticamente fino a settembre, salterà solo la settimana di Ferragosto – l’anno scorso l’esperimento Millennium non fu esaltante). A condurlo Gianni Riotta, al quale abbiamo chiesto maggiori informazioni sul progetto definito “innovativo” dal direttore di rete Andrea Vianello in sede di conferenza stampa (sono stati annunciati anche gli ospiti della prima puntata):
Non sarà un tentativo di innovare, sarà un’inchiesta giornalistica tradizionale di quelle che si facevano negli anni ’50. Il modello a cui ci ispiriamo è quello di Mario Soldati, che ovviamente era molto più bravo di noi. L’inchiesta prevede che parli con la gente della strada e col ministro, con l’intellettuale e col sindacalista, col cardinale e col docente universitario, che sali sul treno e parli con le persone che stanno sul treno. In più avremo i Big Data, che la Rete ci permette di analizzare. Quindi non è un tentativo di innovare niente, ma di fare giornalismo tradizionale che forse si è un po’ perso.
Riotta ha spiegato che 47 35 Parallelo Italia durerà meno di tre ore e che non avrà uno studio fisso a Roma, ma “di volta in volta andremo in onda dalle città protagoniste dei reportage“. A proposito del suo passato da direttore del Tg1 ha detto:
Non fu un’esperienza, come dici tu, ma semplicemente il mio lavoro. Facevo il vice direttore del Corriere della Sera, vivevo un mese a Milano, uno a New York. Mi occupavo delle grandi firme, della parte Esteri e della parte delle opinioni del Corriere. Mi offrirono un lavoro, dirigere un telegiornale, esperienza che non avevo mai fatto, e accettai senza pensare ad altro. Mi piaceva il lavoro e lo accettai. Lo stesso vale ora. Sto facendo un’esperienza straordinaria a Rai Storia (conduce Eco della Storia, Ndr), mi hanno offerto di fare una grande inchiesta sul Paese che amo invece di andare in vacanza. Non lo sto facendo per cambiare l’informazione del 21esimo secolo, ma per fare un bel lavoro.
Per scoprire se Riotta si taglierà la barba prima di andare in onda martedì, gustatevi il video integrale dell’intervista che trovate in apertura di post.