Paperissima nel 2008 diverte (ed è) come nel ’90
Quando si vuole sorridere senza impegno creativo gli ingredienti (di Paperissima, in onda questa sera nella sua nuova edizione) sono sempre quelli: due cadute, quattro scivoloni, un verso strano, otto doppi sensi e dodici battute che pescano dal mondo che il pubblico familiare conosce bene: il cinema, lo sport, i videogiochi e la televisione stessa.
Quando si vuole sorridere senza impegno creativo gli ingredienti (di Paperissima, in onda questa sera nella sua nuova edizione) sono sempre quelli: due cadute, quattro scivoloni, un verso strano, otto doppi sensi e dodici battute che pescano dal mondo che il pubblico familiare conosce bene: il cinema, lo sport, i videogiochi e la televisione stessa.
Inevitabilmente la ricetta funziona. E non importa se alcuni video sono datati 1996 e il sapore e sempre uguale a se stesso. Si ride, ci si diverte e soprattutto si raggiunge un livello di distrazione dal reale che crea spensieratezza. Parola tornata di moda, oggi in tv.
Intrigante è la scelta, ormai connotativa, di realizzare sketch surreali, supportati dalla computer grafica, a tal punto da generare delle mini favole che sembrano l’evoluzione a budget elevato e trasversale nel target della Melevisione: in effetti, un programma che avvicini i bambini nei toni e nello stile in prima serata, non si vede più da un pezzo.
Perfetti (ormai quasi dei caratteristi) sono il sornione Gerry Scotti e la dinamica Michelle Hunziker, marchi di fabbrica di bravura e stile, un po’ affettati a causa di copioni troppo rigidi e strutturati. Gli ospiti, piuttosto collaborativi, danno un apporto corretto al programma: leggero, semplice e non invasivo (Ronaldinho non sapeva dov’era, Sandra e Raimondo promozionali si sentivano fuori posto, Juliana Moreira naturalmente solare). Andiamo al punto, per capirci: Paperissima è un programma divertente? Sì, molto. Paperissima è un programma irrinunciabile? No, per nulla.