Papa Wojtyla negli spot del Canone, c’è chi si indigna
Gli spot in rotazione sui canali Rai per ricordare ai contribuenti la data di scadenza del pagamento del Canone fanno arrabbiare un onorevole dell’Idv per “l’uso dell’immagine” di Papa Giovanni Paolo II.
Finiscono nella bufera i nuovi spot della Rai realizzati dall’agenzia McCann per ricordare gli italiani la scadenza dei termini di pagamento del Canone Rai. La tassa sul possesso degli apparecchi televisivi, quest’anno salita a 112 euro, non è piaciuta al vicepresidente dei deputati dell’Italia dei Valori, tale Antonio Borghesi, per la presenza nella sequenza d’immagini di Papa Wojtyla:
Usare le immagini di un Papa amato come Giovanni Paolo II, beato e per giunta in odore di santità, per sponsorizzare il canone Rai è una vera e propria strumentalizzazione. Un’idea fuori luogo e contestabile per spingere gli italiani a pagare una tassa da essi detestata, un orpello che ricade su di loro per finanziare quello che più che un servizio pubblico, un poltronificio nelle mani della politica.
La polemica è semplicemente surreale. L’immagine del Papa defunto è perfettamente coerente con il messaggio dello spot: “un tributo per chi ha un unico credo, il rispetto per ogni credo“. Lo spot non deve “convincere” nessuno, il canone Rai piaccia o non piaccia è una tassa, come tale va pagata esattamente come si paga il bollo sull’automobile, l’Iva, le accise sulla benzina. La ragione per la quale esistono degli spot risiede, fra le altre cose, nel fatto che lo Stato non ha la possibilità di verificare se una persona è realmente in possesso di un televisore e ci si affida alla buona fede del contribuente che ha la facoltà di dichiarare, senza possibilità di controlli efficaci, che non ha mai posseduto un apparecchio “atto a ricevere trasmissioni radiotelevisive“.
Proprio per questo il Canone è fra le imposte più evase, se il prelievo dei 112 euro (come da molte parti si chiede) fosse inserito direttamente nelle bollette delle utente elettriche con il ragionamento che prevede la presunzione del possesso non vedremmo più questi spot in rotazione sulla tv pubblica. Quelli con e quelli senza Papi. La politica potrebbe occuparsi di rendere più efficiente la gestione economica e non della televisione di Stato invece di infestare le agenzie con discutibili ed inutili prese di posizione populiste.