Papa Ratzinger, la copertura non sarà stata un po’ eccessiva?
Dal diritto di cronaca all’abuso di commento: quando l’informazione da misurata finisce per diventare sproporzionata.
Viviamo un inizio dell’anno abbastanza anomalo (…fosse la prima volta, visti gli ultimi due anni), ma stavolta l’evento ha legato l’ultimo giorno del 2022 con il primo del 2023 e parliamo chiaramente della morte del Papa emerito Benedetto XVI avvenuto nella mattina di sabato 31 dicembre.
Dalle pagine di TvBlog abbiamo dato ampio risalto al fatto, informandovi da subito sulle modifiche di palinsesto avvenute soprattutto sulle reti Rai dal mattino del 31 dicembre, su come in varie parti del Mondo sia stata data notizia e come i tradizionali concerti di inizio 2023 abbiano omaggiato la figura di Joseph Ratzinger.
Guardando in casa nostra, Rai 1 ha imbastito una vera e propria programmazione dedicata al Papa emerito aprendo il 31 mattina da un’edizione straordinaria del Tg1 durata circa un’ora e mezza, lasciando il testimone allo speciale Tg2 che ha proseguito sino alle 13:30 (nel mentre il Tg3 delle ore 12 ha allungato la sua durata) per poi tornare sulla prima rete Rai con l’edizione diurna del telegiornale portata avanti fin oltre le 14.
Attenzione, già nell’arco di queste tre ore e poco più, gran parte delle informazioni più importanti (data del funerale compresa) erano alla portata di tutti. In più gli stessi speciali di lì a poco sono stati resi disponibili sulla piattaforma Rai Play che – fra l’altro – ha aggiunto del suo cambiando il primo piano della sua home page con documentari e programmi speciali dedicati alla storia di Ratzinger.
Terminato il Tg1 delle 13:30, Rai 1 decide di far saltare il secondo appuntamento stagionale di Linea Bianca, e l’ultima puntata del 2022 di Italia sì optando per un palinsesto che, a quel punto, diventa monotematico: dallo speciale Ratzinger, la roccia di Dio, alla puntata di A sua immagine già prevista che cambia inevitabilmente la sua scaletta passando per altre edizioni straordinarie del Tg1 ad intermittenza, due di notevole durata nell’arco del pomeriggio.
La rete riprende fiato solo alle 18:45 con un’apparente normale programmazione e la messa in onda della puntata de L’eredità registrata il 19 dicembre, come si vuole evidenziare da una scritta in sovraimpressione per tutta la durata della trasmissione (sia mai che il pubblico non sapesse che L’eredità è sempre registrata…).
Il Tg1 ore 20 avrebbe potuto chiudere la lunga parentesi dedicata alla scomparsa del Papa Emerito e lasciare le redini dell’informazione alla all-news Rai News 24 dopo il discorso del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. E invece no. La testata diretta da Monica Maggioni ha voluto ancora uno spazio, incastrandosi tra il Messaggio del Capo dello Stato e L’anno che verrà, mentre nelle case degli Italiani i festeggiamenti per il nuovo anno entravano nel vivo.
Una scelta che arriva quasi a distorcere la percezione degli eventi, una decisione che – sia pur inserita in un contesto di ‘lutto’ – diventa incomprensibile, tanto più che non c’erano ulteriori notizie da dare, solo ‘cavalcare’ un evento ineluttabile e già avvenuto. Un intervento che ha finito per trasformarsi da dovere di cronaca ad ‘abuso’ di commento, da necessario a prepotente, di certo ripetitivo che ha finito per creare un effetto saturazione quasi fastidioso, con conseguenze per certi versi ‘irrispettose’ verso la scomparsa del Papa Emerito, che ha sempre cercato l’understatement e ha chiesto un sobrio addio.
Amadeus in apertura della diretta di Capodanno si è scusato con il pubblico per il ritardo dovuto “al giusto risalto alla notizia“. Paradossalmente è proprio quello il momento in cui il troppo ha storpiato: il “giusto” non ha più la stessa misura, bensì è diventato qualcosa di sproporzionato.
Incuranti dell’eccesso, il Tg1 ha proseguito la sua maratona ricominciando con le dirette speciali già nel primo mattino di ieri, domenica 1 gennaio, annullando l’appuntamento di Unomattina in famiglia. Al pomeriggio si è aggiunta Rai 2 con un altro speciale del Tg2, il Tg1 nuovamente all’opera dalle 17:20 in sostituzione di Da noi… a ruota libera (tornato in onda solo il giorno di Natale dopo un mese di stop per i Mondiali di calcio) e, ancora, in seconda serata con l’ennesimo speciale condotto da Giorgia Cardinaletti.
In molti evocano quanto avvenne nel 2005 con la morte di Papa Giovanni Paolo II: anche in quel caso le ore dopo la scomparsa furono puntellate di edizioni straordinarie e speciali in molte reti generaliste. Non si può, però, non evidenziare come la situazione sia diversa da allora. In primis si parlava di un Papa regnante, dal lungo pontificato, che creava un vuoto al soglio pontificio e ‘prosaicamente’ metteva in moto la complicata – e affascinante – macchina del Conclave, mai riunitosi dal 1978. In più furono proclamati alcuni giorni di lutto nazionale che, sebbene non rigidi come in passato, portarono alla sospensione di molte trasmissioni d’intrattenimento tv. La situazione risultò ancora più anomala dato che la morte avvenne a ridosso delle elezioni amministrative (comunque svolte, dunque documentate con le maratone dei TG), dal fatto che a pochi giorni di distanza ci sarebbero stati dei funerali imponenti con un ordine pubblico da gestire dato il numero impressionante di fedeli arrivati da tutte le parti del mondo. Le notizie chiaramente fioccarono e i commenti furono legati non solo alla figura di Papa Wojtyla, ma anche alla definizione ‘politica’ dell’elezione del nuovo Pontefice. Una situazione, come evidente, molto diversa da quella attuale.
Siamo, certo, di fronte a una figura importante per il suo valore teologico e, storicamente, per la scelta di dimettersi dal suo incarico nel 2013, primo Papa a farlo a 600 anni dall’ultimo caso ‘documentato’. Una situazione senza dubbio anomala, che si manifesterà nei protocolli inediti adottati dal Vaticano, alle prese per la prima volta con la morte di un Papa Emerito. In più in contesti totalmente differenti anche per la tv, visto che oggi la fruizione delle notizie è ancora più facilitata dall’informazione no-stop online o comunque con una copertura all-news ben più strutturata rispetto a 18 anni fa.
Ora, capiamoci: chi scrive non discute della professionalità di chi ha messo la propria faccia in video e svolto il proprio lavoro dietro le quinte (parliamo di giornalisti in conduzione, inviati, cameramen e tecnici all’opera nell’ultimo e nel primo giorno dell’anno per ore e ore) e ancor meno si vuole mancare di rispetto al Papa emerito, alla sua storia e alla sua vicenda religiosa e umana. La critica è rivolta alla necessità di una copertura televisiva che, da giusta, è diventata fuori misura, dal momento che non aveva nulla da raccontare di diverso dalla morte, dal cordoglio e dal commento: una copertura senza notizie.
In questa situazione il detto Less is more sarebbe stato opportuno da prendere in considerazione.