Paolo VI. Su RaiUno sbarca l’ennesima fiction papale
Per qualcuno sarà un sollievo constatare che i Papi moderni, quelli la cui storia può essere ricostruita nel dettaglio, non sono poi molti. E visto il ritmo serrato in cui la tv ci ha proposto fiction, film tv e quant’altro, possiamo affermare senza ombra di dubbio che con le due puntate dedicate a Paolo VI
Per qualcuno sarà un sollievo constatare che i Papi moderni, quelli la cui storia può essere ricostruita nel dettaglio, non sono poi molti. E visto il ritmo serrato in cui la tv ci ha proposto fiction, film tv e quant’altro, possiamo affermare senza ombra di dubbio che con le due puntate dedicate a Paolo VI su RaiUno siamo “agli sgoccioli”. Dopo Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II infatti, Rai Fiction e Lux Vide presentano infatti Paolo VI – Il Papa nella tempesta, film tv in onda su Raiuno questa sera e domani, 1 dicembre, in prima serata e dedicato alla vita di Giovanni Battista Montini, Papa Paolo VI per l’appunto.
Ad impersonare la figura dell’uomo che salirà al soglio pontificio nel ’63, ma la cui vita riflette l’intera storia d’Italia dal fascismo agli anni di piombo, il regista Fabrizio Costa ha scelto Fabrizio Gifuni. Tra gli altri interpreti: Mauro Marino nei panni di Don Pasquale Macchi; Antonio Catania in quelli di Padre Giulio; Mariano Rigillo e’ il Cardinale Tisserant; Claudio Botosso in quello di Roberto Poloni; Fabrizio Bucci in Matteo Poloni; Luca Lionello come Don Leone; Sergio Fiorentini nel ruolo del Cardinale Gasparri e molti altri. La sceneggiatura è firmata da Francesco Arlanch, Maura Nuccetelli e Gianmario Pagano. Le riprese di sono durate in totale otto settimane.
Paolo VI, dicono gli autori, è il Pontefice che ha traghettato la Chiesa nella modernità. Fu il primo Papa a viaggiare in aereo toccando tutti i continenti, a tornare nella terra di Gesù. Il primo a riabbracciare il Patriarca ortodosso, a parlare alle Nazioni Unite. Un uomo del dialogo e del confronto, uomo di fede e di libertà. Portò a compimento il Concilio voluto dal suo predecessore, offrì al mondo il messaggio della Populorum Progressio per richiamare gli uomini alla giustizia sociale in un mondo che stava cambiando per sempre. E a quegli stessi uomini disse una parola esigente sull’amore con l’enciclica Humanae Vitae.
Uomo di amicizia e di pace, accettò il dolore dell’incomprensione per amore della Verità, ma volle anche rivolgersi alle Brigate Rosse, pur di salvare la vita di un uomo. La storia si apre poco prima della Pasqua del 1978. Paolo VI sta scrivendo una meditazione sulla Via Crucis, quando riceve la terribile notizia del rapimento di Aldo Moro, che per lui è sempre stato come un figlio. Il Papa cerca di fare tutto il possibile per salvare l’amico, ma i tempi sono strettissimi e su Moro pesa una condanna a morte. Il dolore porta il Papa indietro negli anni, fino a quel 1924 in cui il rapimento dell’onorevole Matteotti fa capire al giovane Don Battista Montini e ai suoi studenti della Fuci che il fascismo sta rubando loro la libertà.
Subito dopo il padre di Don Battista, Giorgio Montini, lo persuade ad entrare come minutante in Segreteria di Stato Vaticano. Una volta al cospetto di Pio XI Montini comprende subito la difficoltà del suo apprendistato. Non potrebbe infatti sopportare lo scrupolo di aver collaborato al buon esito dei Patti Lateranensi con Mussolini, se non fosse per il sostegno di padre Giulio Bevilacqua, suo confessore ed amico da lungo tempo. La storia, nelle due puntate, rivive una lunga epoca che va dalla metà degli anni ’20 sino agli ultimi anni della sua vita, verso il finire degli anni ’70.