Del Debbio contro Scurati: “Il più grande scrittore del nostro secolo di stoca**o”
Del Debbio critica Scurati a Dritto e rovescio: “Non è mica Dante. E’ un buon scrittore, non facciamone però il novello Matteotti”
A quasi una settimana dalla cancellazione della sua partecipazione a Che Sarà, tiene ancora banco il caso riguardante Antonio Scurati. Un tema usato nei talk come oggetto di contrapposizione tra destra e sinistra, tra chi sostiene che sia stata adottata una “censura” nei confronti dello scrittore e chi, per tutta risposta, minimizza, sottolineando il clamoroso ritorno mediatico di cui ha goduto l’autore.
L’argomento non viene ignorato nemmeno da Paolo Del Debbio, che a Dritto e rovescio dedica un intero blocco alla vicenda, mandando in apertura un servizio in cui Scurati si rifiuta di rispondere alle domande dei giornalisti. “Il mondo è bello perché è vario – gli replica dallo studio il conduttore – è suo diritto non rispondere, ma dopo tutto ‘sto casino che hai fatto due risposte le potevi dare”.
E’ l’antipasto di un affondo ben più duro, che matura dopo un lungo dibattito in studio. E quando Paolo Cento accusa la premier Giorgia Meloni di aver preso di mira Scurati sui social, Del Debbio sbotta: “Me lo devi dimostrare. Il più grande scrittore del nostro secolo di stoca**o. Mamma mia ‘sto Scurati, non è mica Dante. E’ un buon scrittore, non facciamone però il novello Matteotti”.
Poi, rivolgendosi al deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli Donzelli, si lancia in un appello: “Mi faccia una cortesia: se conosce qualcuno alla Rai, gli fa fare un monologo di trenta minuti, così ci togliamo dai coglioni ‘sto problema? Trenta minuti con la totale libertà di dire tutto quello che vuole, contro chi vuole, così non mi devo più occupare del caso Scurati. Mi ha sfinito”.
Lo stesso Del Debbio, a inizio puntata, aveva accolto Bianca Berlinguer, per la prima volta ‘in trasferta’ in un programma di Rete 4. La padrona di casa di E’ sempre Cartabianca ha avuto modo di ricordare il padre Enrico: “Mio padre era un comunista italiano, ci tengo molto a dire italiano. Il comunismo italiano è stato molto diverso e ha preso le distanze nettamente da quello sovietico, fino a rompere. Nel 1977 papà andò al congresso dei comunisti sovietici a dire che la democrazia è un valore universale nel quale costruire una società socialista. Senza democrazia non c’era socialismo”.