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Paolo Bonolis, la tv e il terremoto

Torna a far parlare di sé dopo il suo successo Sanremese, Paolo Bonolis. E lo fa a modo suo, parlando – come già in passato, accodandosi al buon Fiorello – della televisione e degli errori che la televisione commette. Mi piace riportare le parole del popolare conduttore in merito a come la televisione ha trattato

18 Aprile 2009 16:20


Torna a far parlare di sé dopo il suo successo Sanremese, Paolo Bonolis. E lo fa a modo suo, parlando – come già in passato, accodandosi al buon Fiorello – della televisione e degli errori che la televisione commette. Mi piace riportare le parole del popolare conduttore in merito a come la televisione ha trattato la necessaria informazione sul terremoto in Abruzzo. Ovvero

Senza la giusta misura. È stato mercanteggiato. Raccontare ciò che è successo è una notizia, soffermarsi sulle difficoltà che sta incontrando la popolazione, e gli aiuti necessari è un servizio, ma speculare ogni giorno sull’emotività delle persone è un voler fare ascolto.

Che, lo ammetto, sembra un po’ la scoperta dell’acqua calda e detto da un signore dello share può suonare falso. Ma è un’osservazione sensata e pertinente che mi sento di condividere anche nelle virgole. L’ho fatto, del resto, in tempi non sospetti e prima delle dichiarazioni di Bonolis, nell’editoriale di Pasquetta.

E in questo caso, converrete che limitarsi a dire: è ovvio che la tv voglia lo share a ogni costo è un po’ superficiale e non può essere accettabile. Bene, dunque, che anche un maestro dell’intrattenimento pop ne parli in questi termini. Ma ovviamente, vista l’occasione di avere pareri sul mezzo catodico da parte di Bonolis, La Stampa non si è fermata a questo e ha voluto saperne di più. Per esempio, a proposito dei pensieri di Bonolis sul passaggio di Fiorello a SKY, grande evento mediatico – con risultati così così, televisivamente parlando. Perlomeno se l’intento era davvero quello di portare in tv qualcosa di nuovo -. Bonolis ne ha anche per Fiore, del quale, tuttavia, condivise in passato le esternazioni contro la tv che si ripete e si cannibalizza:

Sky non è adatta a far la concorrenza a Rai e Mediaset che restano le vere tv generaliste. Certo, se Fiorello facesse comprare tanti nuovi decoder agli italiani le cose sarebbero differenti, ma dubito. E’ la passione folle per il calcio o per il cinema ad aver fatto acquistare il decoder: la maggioranza aspetta.


Ma non finisce qui, ovviamente. Si discute anche di RAI e politica.

La Rai segue il flusso della politica. E’ovvio, dipende dal parlamento. Ci sono molti nomi nuovi: personalmente conosco solo Paolo Garimberti. Di Masi, il dg, mi dicono che è persona seria, molto legato a Berlusconi. Vedremo.

In tutta questa serie di esternazioni, non si riesce a trovare nulla a proposito del futuro di Bonolis: non è chiaro se si schiererà definitivamente con Mediaset o se tornerà in Rai, e in quest’ultimo caso non è chiaro con quale progetto, nonostante il Paolino nazionale di progetti ne abbia eccome e non ne faccia mistero.

Paolo Bonolis