Paolo Bonolis – Il senso della vita
Paolo Bonolis Paolo Bonolis avrà un concorrente temibilissimo, questa sera, per l’esordio de Il senso della vita in prima serata: probabilmente, la domenica Un medico in famiglia non si batte. Ma a Paolino, quando si tratta del senso della vita, gli ascolti non interessano (almeno, così ha dichiarato a suo tempo. Del resto, che altro
Paolo Bonolis avrà un concorrente temibilissimo, questa sera, per l’esordio de Il senso della vita in prima serata: probabilmente, la domenica Un medico in famiglia non si batte. Ma a Paolino, quando si tratta del senso della vita, gli ascolti non interessano (almeno, così ha dichiarato a suo tempo. Del resto, che altro poteva fare?). Ricomincia dal prime time su Canal5, con gli ospiti che si conoscono già da tempo: Luciano Ligabue e Christian De Sica (quest’ultimo, onnipresente come tutto il cast dell’inutile prequel di Amici miei).
Paolo Bonolis. Un conduttore che nasce con la tv dei ragazzi e che ha fatto di tutto per sembrare normale e anormale al tempo stesso. Ovunque vada, si parla di lui.
Paolo Bonolis, romano de roma, classe 1961 (è un gemelli, nato il 14 giugno), esordisce in tv giovanissimo: appena ventenne, non nella tv privata ma in Rai, con 3,2,1,… contatto (un programma scientifico per ragazzi).
Nell’anno in cui l’Italia rivince i Mondiali di calcio (1982) lui passa a Italia1, che ancora non apparteneva a Berlusconi (l’avrebbe acquistata l’anno successivo). E’ lì che comincia la sua cavalcata attraverso quei favolosi anni ’80 in cui, a Bim Bum Bam, Paolo Bonolis accompagna i cartoni animati e i pomeriggi di mezza italia giovane. Prima con Licia Colò, poi con l’indimenticabile Manuela Blanchard Beillard, sempre con il pupazzo-cult, Uan.
Ne è passata di acqua sotto i ponti, da allora. La gavetta ha portato anche risultati poco decorosi, soprattutto nei primi tempi. E Bonolis ha condotto anche Non è la Rai. Come dire, dai sogni dei cartoons ai sogni erotici degli adolescenti. Poi di nuovo la Rai, I Cervelloni, Beato fra le donne. Quindi il successo nel preserale Mediaset con Tira e molla. Da lì, attraverso qualche flop – Italiani, su tutti – la carriera di Bonolis fa un salto. Un salto che lo porterà prima a condurre Striscia la notizia con il collega Luca Laurenti – che non lo molla più -, poi a diventare acerrimo nemico di Ricci, quando, con Affari tuoi, diventa protagonista di una serie di scontri con Striscia, a colpi di dichiarazioni e punti di share. Bonolis fece il record e fu l’unico a controbattere lo strapotere di Striscia in quella fascia (15 milioni di spettatori, si portò a casa, nel gennaio del 2004). Di lui, Ricci dirà: Paolo non piange, gli sudano gli occhi, e lo accuserà di sfruttare il dolore della gente per fare ascolti.
Bonolis lo invitò a fare un passo indietro, in una sequenza televisiva ormai celebre a Domenica In: Vergognati, gli disse, con il faccione in primo piano attaccato alla telecamera che lo inquadrava. Si parlò di uso privato del mezzo pubblico (sic), ma gli ascolti salivano e salivano. Era uno scontro fra titani. Che probabilmente si lavavano anche qualche panno sporco personale approfittando della tivvù.
La lotta fra i due si mangiò un’ampia fetta di prime time, per raggranellare più ascolti. Questo portò, nel 2004/95, a una vera e propria lotta per posticipare l’inizio della prima serata. E quindi, a una specie di moratoria bipolare per controllare il fenomeno.
Bonolis si fa un Sanremo da record. Poi torna a Mediaset, difende il suo Ciao Darwin dicendo che non è trash – con buona pace di tette e culi – e si coccola il suo senso della vita.
Oggi lo porta in prima serata. Di acqua sotto i ponti, dagli anni ’80, ne è passata. Bonolis cerca sempre di parlare all’uomo della strada e di affascinarlo col linguaggio forbito, col quale ammicca anche a un target più elevato. Ormai ha perso l’aria del bravo ragazzo, su questo non ci piove, e tutto sommato, sebbene sia uno straordinario intrattenitore, non ha fatto altro che cavalcare il suo personaggio e riportarlo fotocopiato a destra e a manca. Un personaggio capace di momenti alti e momenti bassi, di comicità e di serietà.
Potrà anche non piacere ed essere venuto a noia. Ma televisivamente funziona, senza ombra di dubbio.