Paolo Bonolis a Porta a porta e la frenesia dei tempi che viviamo
Una interessante considerazione del conduttore romano sulla società di oggi
Ogni giorno siamo bombardati da un sacco di informazioni. Il trionfo del web, con i social, con i siti di informazione e non che tutti i giorni devono trovare lettori, o meglio contatti, ci costringono a fare “refresh” sui nostri device in maniera compulsiva alla ricerca dell’ultima notizia, dell’ultimo commento, dell’ultima polemica.
Tante le informazioni e le notizie, spesso pure false, tanto che quello che abbiamo letto al mattino, la sera è già vecchio. Tutto scorre velocemente, come l’acqua di un ruscello di montagna dopo un violento temporale estivo. Probabilmente tutto questo sta diventando “troppo” e si fa fatica a ragionare su quel che veramente conta.
Alla ricerca spasmodica della news, dell’ultima notizia, dell’esclusiva, ci si “veste” dimenticando quello che si ha sotto il vestito. Tutto questo rende la vita di oggi talmente frenetica da farci perdere di vista la vera umanità delle cose che ci circondano. In passato tutto era più semplice, forse tutto era più autentico.
Paolo Bonolis ospite di una puntata di Porta a porta di inizio ottobre ha parlato della frenesia di questi tempi e ha fatto alcune considerazioni su questo tema che meritano di essere ascoltate e che trovate nel video ad inizio di questo post e che riassumo qui:
“Prima se ti ammalavi, saresti guarito, oggi c’è un’apprensione pazzesca, su tutto, troppo, troppo. Si stava meglio quando non ci si preoccupava troppo. Siamo assillati da troppe aspettative. Abbiamo troppe informazioni e non siamo in grado di gestire tutte queste informazioni, troppa roba e che generano ansia, preoccupazione. Ci fanno credere che dobbiamo essere sempre belli, sani, giovani, sempre di successo. Inizia a diventare una vita eccessivamente faticosa se si intraprende così fin da piccoli. Infatti c’è il trionfo degli psicofarmaci.”
Anche prima c’erano le aspettative ribatte Vespa :
“Certo ma erano una per volta. Oggi si pretende di stare meglio per dovere altrui e non per impegno proprio.”