Paolo Bonolis a Blogo: Darwin è un piccolo specchio della nostra quotidianità. Sanremo con Carlo? Credo sia una spreco di energie
L’intervista a Paolo Bonolis alla vigilia del ritorno di Ciao Darwin
Dopo essere defunta nel maggio del 2010, il giorno, anzi la serata della resurrezione è arrivata. Il momento è per stasera, subito dopo Striscia la notizia, quando torna in vita lo spettacolo di varietà “Ciao Darwin“. Alla guida dello show di Canale5 c’è sempre la coppia storica di questa trasmissione, ovvero Paolo Bonolis e Luca Laurenti. Nella puntata di stasera lo scontro è fra le categorie dei “Normali” e dei “Diversi“, capitanate rispettivamente da Orietta Berti e Rebecca De Pasquale, quest’ultima che abbiamo visto nell’ultima edizione del Grande Fratello. Abbiamo incontrato il conduttore della trasmissione Paolo Bonolis e con lui abbiamo parlato di questa “rinascita” televisiva, ma anche di altro.
Torni con Ciao Darwin, il sottotitolo è “La resurrezione”. Una Resurrezione voluta o subita?
Le Resurrezioni non sono decise, c’è qualcosa che ci sovrasta che decide se possiamo risorgere oppure no. Comunque sia una resurrezione è sempre ben accetta, indipendentemente da tutto. Rifarsi un giro nell’aldiquà non è una cosa spiacevole, anzi tutt’altro.
Sarà davvero l’ultima edizione di Ciao Darwin questa?
Sicuramente sarà l’ultima.
Ci racconti come sarà questa serie 2016 ?
Sarà nella struttura classica di “Ciao Darwin”, con alcune piccole novità che mi piacerebbe che il pubblico potesse scoprire strada facendo. C’è la voglia mia e di Luca di giocare in questa sorta di assurdo palcoscenico antropologico con le categorie che ne faranno parte. Categorie per altro che sembrano surreali, assurde, invece sono gruppi di persone che esistono, eccome e che fanno parte della nostra vita quotidiana. Quello che alcune volte rimane di Darwin è un idea di assurdità, in realtà non è assurdo proprio per niente. Sono persone che esistono, che hanno le nostre distorsioni culturali e che ci portano ad essere inconsapevolmente abbastanza grotteschi. Questa è l’analisi giocosa, ludica che fa il nostro programma: è un piccolo specchio della nostra quotidianità.
Ci puoi dire qualche dettaglio sulla prima puntata in onda stasera ?
Nella prima puntata ci saranno i “normali” contro i “diversi”. La categoria dei diversi sarà capitanata da Rebecca dell’ultima edizione del Grande Fratello, mentre il team dei normali sarà guidato da Orietta Berti.
Si era parlato di un problema fra Mediaset e Stefano Magnaghi (ex direttore di Italia1) che ideò a suo tempo Darwin insieme a te. Si dice non sia stato informato della messa in onda di questa nuova edizione. Cosa è successo ?
Stefano non lo sento da un po’ di anni, non lo so cosa sia successo. Ho letto che ha fatto un ricorso, ma non so come andrà a finire. Sono faccende legali che riguardano lui e l’azienda. Come diceva un personaggio di “Blade Runner”: “Io faccio solo occhi”. Ecco, io mi occupo solo di confezionare lo spettacolo.
Questa cosa potrebbe in qualche modo bloccare la messa in onda del programma?
No assolutamente.
Condurrai una nuova serie di Avanti un altro in autunno nel preserale di Canale 5?
Questo non te lo so dire ancora.
Caduta libera con Gerry Scotti si sta avvicinando molto all’Eredità, che ne pensi di questo game?
Va benissimo grazie a Dio. Son contento, Gerry è molto bravo. L’hanno vestita bene, funziona e mi fa molto piacere.
Ad ogni finale di stagione si parla sempre di un tuo possibile ritorno in Rai, hai parlato con i nuovi dirigenti della televisione pubblica ?
Ancora no, ma può darsi che prima o poi possa anche farlo.
Torneresti in Rai a condurre Affari tuoi oppure Domenica in ?
Semmai ci dovesse essere un ipotesi Rai, sarebbe su traiettorie nuove. Non puoi percorrere i “sempiterni calli”. Però sono solo delle ipotesi di cui io e te possiamo parlare per delle ore. Non so nemmeno se la Rai mi farà un fischio e non so nemmeno se una volta fatto il fischio io possa accorrere ad ascoltare cosa vogliono dire.
Quando ti scade il contratto con Mediaset ?
Credo fra un anno circa.
Che mi dici di quel programma nuovo che hai in mente e che ci raccontiamo ogni volta, ma che non prende mai vita ?
I programmi nuovi è difficile farli, nel senso che la televisione, anzi i proprietari della televisione sono più propensi ad andare sul sicuro, piuttosto che sul nuovo. E’ una televisione più di stampo coloniale che pionieristico. Ogni volta è un conflitto per fare qualcosa di nuovo, per esempio anche per fare Avanti un altro fu una battaglia per cercare di convincerli a fare una format nuovo, invece che uno già testato altrove.
Fra condurre programmi che hai già condotto e intraprendere nuovi progetti, qual è la tua priorità attualmente ?
La mia priorità resta sempre quella di fare cose nuove, ma è la mia priorità che poi va condivisa con chi ci mette “il grano”. Quando hanno a disposizione qualcosa che funziona tendono a continuarlo. Il problema è che sono voci ed intenti differenti fra quelli che governano l’azienda televisiva e quelli che come me fanno spettacolo. Poi ci sono anche molti che fanno il mio mestiere e che invece adorano fare le cose che vanno bene. Io cerco di dare un colpo al cerchio ed uno alla botte, ovvero accogliere le esigenze dell’azienda, ma allo stesso tempo perorare la mia causa, che è quella di poter fare delle cose nuove. Poi magari alcune ciambelle con il buco non ti riescono, ma questo fa parte di qualunque attività imprenditoriale.
Il Senso della Vita aveva il buco ?
Il Senso della Vita era una ciambella meravigliosa, molto gustosa e con un buco perfetto che neanche Giotto avrebbe fatto così bene.
Te lo faranno rifare “il Senso” in Rai, in Mediaset o da qualche parte ?
Non lo so. E’ un qualcosa che mi auguro prima o poi, contemporaneizzandola, possa ritornare ad essere. Che poi non è la trasmissione in se, ma il mood del programma che mi piaceva.
Quella era una trasmissione perfetta per il Servizio Pubblico
Quella era una trasmissione perfetta per i miei intenti. La televisione è la medesima, poi è vero c’è quella di servizio pubblico e quella che è solo televisione, ma per l’utente credo che stare sul Canale 1 o sul Canale 5 cambi poco, se il contenuto gli appartiene e si riconosce.
Hai visto l’ultimo Festival di Sanremo ?
Si, ho visto credo un paio di puntate, non le ho viste tutte e cinque, perchè avevo altre cose da fare, oltre un mare di figli. Credo che sia stato uno spettacolo “pop”, fatto nell’anima di chi l’ha confezionato, cioè Carlo. Carlo si è creato attorno un palcoscenico e dei contenuti che gli si confacevano. Lui ha fatto il suo Sanremo, Fabio fece il suo, io feci il mio, insomma ognuno si declina su quel palcoscenico nella maniera più consona a se stesso.
Hai detto che avresti rifatto il Festival se avessi avuto un’idea forte, è arrivata quell’idea ?
Semmai me lo dovessero chiedere si tratta di farsi venire un’idea differente. Mi piacerebbe fare qualcosa che non assomigli al passato.
Carlo Conti ha detto che farebbe volentieri con te il prossimo Sanremo, tu lo faresti un Festival insieme a lui ?
Carlo mi sta molto simpatico, ma credo che sarebbe uno spreco di energie. Penso che ognuno debba farsi carico e coscienza di se stesso. Cioè si deve creare un ecosistema in cui la persona è in grado di potersi muovere con agilità. Sarebbe difficile fare qualcosa con due anime diverse come tutto è diverso nell’esistenza. Il volersi bene, l’apprezzarsi e il rispettarsi non vuol dire essere uguali. Credo che nel momento in cui si dovesse fare qualcosa sarebbe bene che Carlo facesse, sopratutto in un palcoscenico come quello, il suo ed io facessi il mio. Si finirebbe col fare un ibrido e una cosa sbagliata insieme. Detto questo aggiungo che lo farei con lui volentieri a livello professionale e personale, però a livello di contenuto credo che Sanremo debba essere fatto da Carlo, oppure che debba essere fatto da me qualora debba essere il mio Sanremo o da altri, con le loro intenzioni.
Paolo Bonolis si sente più da televisione generalista o da tematica ?
Io mi sento con la volontà di raccontare quello che ho da raccontarti in maniera pop. Ho paura che le reti tematiche hanno poco di pop e molto di circoscritto. Lo specifico eccessivo secondo me impoverisce la possibilità che ha la parola. Riconduce tutto in un alveo troppo stretto e un po’ diventa noioso.
Grazie a Paolo Bonolis per la sua disponibilità ed in bocca al lupo per la nuova edizione di Ciao Darwin.