Paola Saluzzi a Blogo: “Ecco perché ho lasciato Sky e sono approdata a Tv 2000”
Intervista a Paola Saluzzi. La giornalista spiega perché ha scelto di condurre “Ritratti di coraggio” su Tv2000 e lasciare Sky. Tornerebbe in Rai, ma…
“Sento addosso un grande entusiasmo. Ho capito una cosa: voglio portare avanti solo progetti che mi stanno addosso come un abito fatto da un sarto. Non un sarto di alta moda, un sarto semplice”. Paola Saluzzi guida i Ritratti di Coraggio, in onda ogni sabato mattina alle 9.10 su Tv 2000. E’ un programma nuovo, partito lo scorso 2 settembre, ma i risultati delle prime puntate sono sorprendenti. Sono dieci episodi, e dieci storie diverse. “E’ bello essere tornata a far parte di Tv 2000 (era già stata nel team di conduttori dal 2005 al 2009, ndr). L’ho cercata io, oggi è questa la tv che voglio fare”, confida a Tvblog. In lei, parlandoci, si sente un entusiasmo sincero e contagioso.
Perché proprio Tv 2000?
“La prospettiva era troppo bella. Conosco Paolo Ruffini come direttore e come persona, il suo curriculum parla da solo. Tv 2000, poi, è una rete che ho sempre guardato con attenzione e cura. Mi ha colpito la lunghissima diretta realizzata per l’arrivo di Papa Francesco nelle cosiddette case bianche di Milano. L’ho seguita con l’attenzione della telespettatrice, ma anche con l’occhio critico di una collega. Le storie raccontate mi hanno colpito, tanto che sono andata a parlare con il direttore, Ruffini appunto. ‘Posso portarti dieci belle storie?’, gl’ho chiesto. E così è nato questo progetto, diverso da tutti i miei precedenti”.
Esci per la prima volta dallo studio…
“La televisione fuori dallo studio ormai è ovunque, ma è una novità per me. Ho incontrato Silvia Saini Damato, che dopo la morte del marito Mino continua a portare aiuti concreti a bambini abbandonati e malati di AIDS in Romania, in una panchina alle porte di Roma. Era in Italia di passaggio e ne abbiamo approfittato. Senza lo studio, c’è maggiore spontaneità da parte di chi si racconta. E voglio fare una precisazione: non sono delle interviste, ma dei dialoghi. Sono venute fuori delle storie che fanno bene al cuore”.
Qualche esempio?
“La novantenne Emma Altri, fuggita alla razzia del ghetto dei nazisti di Roma. L’hanno nominata Cavaliere della Repubblica e lei non ci credeva: ‘Non si fanno questi scherzi’, ha risposto quando l’hanno cercata al telefono. Mi ha colpita (sarà la protagonista della puntata di sabato 23 settembre, ndr). Così come mi ha colpita Dawood Yousefi, un signore che è arrivato in Italia a piedi dall’Afghanistan, oggi è un mediatore culturale della Comunità di Sant’Egidio. Ma anche la banda dei quattro ragazzi, romani e ventenni, che hanno lasciato per un mese l’Università per andare ad Amatrice a dare una mano alle popolazioni terremotate”.
Come è avvenuta la selezione di queste storie? Non sono storie ‘canoniche’ per la televisione…
“Devo ringraziare il mio gruppo di lavoro: pochi, ma buoni. I Cavalieri della Repubblica premiati dal Quirinale sono stati facili da trovare. Per le altre storie è stato fondamentale il passaparola. Io ho un’abitudine, che potrà sembrare banale: mi piace andare a bere il caffè al bar. Mi piace il bar, e non sempre lo stesso, perché mi permette di ascoltare i discorsi della gente. Non siamo tutti piegati sul telefonino, le persone parlano ancora tra loro. Il passaparola di storie, anche sentite al bar, è il più importante veicolo di scoperta”.
Perché la scelta di lasciare Sky? Ha influito il trasferimento in blocco a Milano?
“Un po’ sì, ha influito. Ma non solo. Noi siamo liberi professionisti, quindi la parola ‘libertà’ non deve mancare. Sono entrata a Sky nel 2007 con Emilio Carelli e ho proseguito dieci anni, fino al 2017. Quando sono entrata facevo il programma del pomeriggio: era un talk show, poi si è trasformato in un incontro tra politici. Per anni mi sono ‘specializzata’ nella politica. Poi, lo scorso anno ho presidiato la fascia del mattino che, stando a sentire i vertici dell’azienda, fino ad allora non aveva portato risultati. Mi è stata affidata una scatola vuota. Io ho tolto i politici e l’ho riempita di cronaca. Ho lavorato per un anno con dei favolosi colleghi e i risultati sono stati sorprendenti, abbiamo fatto salire gli ascolti in maniera verticale. Quando hai fatto tutto questo, e lo dico senza presunzione, secondo me poi cerchi altro”.
Cercavi altro da Sky che non è arrivato o cercavi altro altrove?
“Cercavo un’altra veste. Non ci sono polemiche, né rancori, con Sky. Lo dico con una metafora: non volevo più vivere a Milano, ma volevo andare a vivere a New York. Ho avuto l’opportunità, allora perché non partire? C’è un oceano da attraversare, il viaggio dura molte ore e quando qui è giorno, lì è ancora notte”.
Torneresti in Rai?
“Tenendo fermi gli impegni appena presi, ascolto qualsiasi proposta. E a chi non piacerebbe andare in Rai? Però, un passo alla volta. Ora ho grande voglia di proseguire questo racconto iniziato con Tv 2000”.