Palmira la meraviglia del deserto, il documentario con un Asaad inedito domenica 25 ottobre su Rai5
Asaad, l’architetto vittima dell’Isis, ha rilasciato un’intervista esclusiva a Federico Fazzuoli su Rai5.
“Preferiamo morire piuttosto che arrenderci”. Parole, tristemente profetiche, che il professor Khaled Al Asaad, l’archeologo vittima dell’Isis, pronuncia in un’intervista inedita per il documentario di Federico Fazzuoli e Elisa Greco: Palmira, la meraviglia del deserto – Viaggio nei siti dell’Unesco. Rai 5 lo propone questa sera, domenica 25 ottobre, alle 21.15, regalando una testimonianza esclusiva di Asaad – da vero servizio pubblico – sul sito dell’antica citta siriana.
“Palmira simbolo del dialogo e quindi della pace”, così il professore racchiude in una sola frase la storia e il senso dell’antica città siriana, patrimonio dell’Unesco, vittima da maggio di quest’anno di numerosi attacchi dell’Isis.
Federico Fazzuoli ha così commentato l’incontro con l’archeologo prima dell’attentato:
“Quando gli ho proposto di salire sul cammello per entrare a Palmira come facevano le carovane all’epoca romana, ha accettato subito. Si vedeva che era contento di poter raccontare la sua Palmira. Guardava le colonne, il teatro romano con calma, con attenzione, toccava i fregi del tempio di Baal, con delicatezza, proprio come fa un padre con la propria figlia. Si capiva che a Palmira aveva dedicato tutta la sua vita ed oggi capiamo quanto l’abbia amata”.
Un racconto inedito e prezioso, soprattutto per la visita nel tempio di Baal Shamin, raso al suolo a fine agosto, come hanno dimostrato le foto satellitari diffuse dall’Onu nei primi giorni di settembre. Cosi come è accaduto con la recente distruzione dell’ Arco di Trionfo.
“E’ un omaggio a Khaled Al Asaad e un viaggio tra le suggestive immagini della città di Palmira e dei suoi monumenti, guidati da chi ne ha studiato ogni singola pietra” aggiunge Elisa Greco.
Il documentario ‘Palmira la meraviglia del deserto’ racconta la storia dell’antica città siriana, punto di ristoro per le carovane in viaggio sulla via della seta che raggiunse il suo massimo splendore architettonico durante l’occupazione romana, “fino a diventare – dice Asaad – insieme a Roma, Antiochia e Alessandria uno dei luoghi più importanti dell’impero per bellezza e notorietà”.
Palmira, il cui significato è “meraviglia”, ospita i resti di uno dei teatri romani meglio conservati, le centinaia di colonne ancora maestosamente in piedi, e oltre 100 tombe a torre, uniche nel loro genere e capaci di ospitare fino a 300-350 salme. Racconta Asaad che dagli anni ’60 fino al 2000 l’edificio era stato oggetto di accurati lavori di recupero e restauro.
Camminando nei luoghi più importanti del sito, il professor Assad narra, infine, la storia di Zenobia, moglie di Odenato, prima e unica regina di Palmyra, che nel 271 d.C. pare si rivolse a Aureliano, imperatore romano, dicendogli: “Preferiamo morire piuttosto che arrenderci”.