Palinsesti Rai, regole, codicilli ed affollamento pubblicitario
Quel che c’è dietro la creazione di un palinsesto televisivo, fra regole, codicilli e paletti
Vi abbiamo parlato i giorni scorsi dell’arte di cucire un palinsesto su di una rete. Un’arte non facile ma che spesso si deve scontrare con dei particolari meccanismi che vanno oltre la ragionevolezza e l’intelligenza di chi li prepara. Del resto tutti siamo capaci di fare il commissario tecnico della Nazionale di calcio (per la verità ruolo molto poco ambito di questi tempi visti gli ultimi accadimenti in materia).
Il palinsesto come una squadra di calcio
Ma una cosa è chiamare questo o quel giocatore, altra poi è metterlo in campo ed amalgamarlo con gli altri. Perchè alla fine della fiera un palinsesto è come una squadra di calcio (o di qualsiasi altro gioco di squadra). Spesso non è fondamentale Cristiano Ronaldo (citofonare Juve) ma è più importante gente come Furino, Gentile o Causio (citofonare sempre Juve).
Le regole del gioco e la costruzione del palinsesto
Ma non è tutto. Perchè quando poi hai trovato l’amalgama giusto, devi fare i conti con le regole del gioco. Ora qui non vogliamo addentrarci a giudicare dette regole, ci limitiamo solo ad esporle e a dirvi quanto queste regole rendono difficile il lavoro dei “palinsestari“.
Torniamo dunque all’ultimo caso che abbiamo messo in luce qualche giorno fa. Ovvero la trasmissione dei quarti di finale del Campionato europeo di calcio 2024 su Rai2. Nella fattispecie della partita delle ore 18, come quell’Inghilterra-Svizzera che ha poi inchiodato il Tg1 delle 20 al 15% di share. In effetti sulla carta nessun dubbio sul fatto che quel match sarebbe dovuto andare in onda sulla rete ammiraglia, almeno appunto sulla carta. Questo il ragionamento di “pancia“, ma spesso occorre fare i conti anche con la “testa”.
L’affollamento pubblicitario ed il tetto per la Rai
La messa in onda però sulla seconda rete è stata praticamente obbligata da una regoletta che si chiama “Direttiva Smav“, dove quell’acronimo sta per “Servizi Media Audiovisivi“. Si tratta di una direttiva europea che mette dei limiti sull’affollamento pubblicitario in televisione. In particolare si dice:
“La trasmissione di messaggi pubblicitari da parte della concessionaria del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale, riferito ad ogni singolo canale, non può eccedere il 7 per cento, e dal 1° gennaio 2023 il 6 per cento, nella fascia oraria compresa fra le ore 06:00 e le ore 18:00 e nella fascia compresa fra le 18:00 e le 24:00, ed il 12 per cento di ogni ora. Una eventuale eccedenza, comunque non superiore all’1 per cento nel corso di un’ora, deve essere recuperata nell’ora antecedente o successiva.”
Il danno economico e “l’obbligo” di mandare le partite su due reti differenti
La frase su cui ci concentriamo qui ora, senza entrare nei tecnicismi di questo decreto è: “riferito ad ogni singolo canale“. Significa in pratica che mentre in passato si potevano togliere spot ad una rete per metterli su quella che fa più ascolti, ora con il limite per canale, questo non è più possibile. Se Rai1 avesse dunque ospitato i due quarti di finale di Euro 2024 dalle 18 e fino alle 23.00 circa, non avrebbe potuto spalmare gli spot, come invece ha potuto fare mandando le due partire su due reti differenti. Per altro facendo saltare lo spot che precede il Tg1 delle 20 che è fra i più pagati (Inghilterra-Svizzera andò ai rigori). La trasmissione dunque su di una singola rete avrebbe potuto causare un danno stimabile in quasi un milione di euro alla Rai.
Tutto questo per dire che, come accennavamo ad inizio di questo post, costruire i palinsesti di tre reti generaliste, non è poi cosi facile come sembra. Sopratutto quando si deve fare i conti con regole come quelle sopra esposte.