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P4, Rai e Masi – La procura di Roma apre un fascicolo. Intervengono Garimberti e Zavoli

P4 e la Rai. La bufera non risparmia la televisione e il servizio pubblico.

pubblicato 21 Giugno 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 05:31


La procura di Roma ha aperto un fascicolo a proposito di P4, Bisignani, Rai e Masi.

La cosiddetta P4 – anche se a molti, per modalità e persone coinvolte ricorderà probabilmente la P2, sebbene evidentemente non si possa dire esplicitamente: si tratta di argomenti da trattare con le molle – potrebbe avere pesanti risvolti anche per quanto riguarda la Rai. Che sarebbe stata, secondo i Pm, un vero e proprio terreno di battaglia per gli amici della P4.

A proposito di Mauro Masi e Michele Santoro, in particolare, non è da escludersi che la documentazione relativa venga stralciata e conseguentemente trasmessa al Tribunale dei Ministri, che da parecchio tempo ha al vaglio il fascicolo che vede indagato Silvio Berlusconi per concussione e minacce, in relazione alle pressioni esercitate nel 2009 su Giancarlo Innocenzi (allora commissario Agcom) per ottenere la sospensione di Annozero.

Sicuramente, fra le varie intercettazioni che si sono lette in questi giorni ha fatto scalpore una telefonata fra l’ex dg RAI e Luigi Bisignani (il giornalisa ANSA al centro dell’inchiesta. Bisignani era iscritto all’elenco della P2 di Licio Gelli, come risulta dagli elenchi rinvenuti nel 1981 a Castiglion Fibocchi. Negli anni, lui negò sempre di essere stato piduista. Era il 2007 quando rilasciò un’intervista al Corriere della Sera sostenendo che si trattasse di invenzioni “Mai messo piede in una loggia”, dichiarò), in cui Masi, dopo l’ormai celeberrimo episodio del “vaffanbicchiere” dice proprio a Bisignani:

Vabbè poi ti dico a voce, finalmente ha fatto l’errore che volevo io (…) con questa roba qui lo sospendo io vado… mercoledì porto la sospensione eh, che è aziendale, fatto tutto, già deciso… tra l’altro sono tutti d’accordo, vedrai. Garimberti la vota gli altri due dove stanno… la sospensione è 10 giorni, la si inizia con una sospensione da 10 giorni, però, è un segnale mica da ridere eh, con la sospensione non può andare in onda, tante cose, è un segnale mica da ridere, eh, Gigi.

Certo, a leggerla così potrebbe anche essere la chiacchiera fra due amici. Ovviamente, va contestualizzata nell’enorme corpus della documentazione dell’inchiesta. Ma poi, Repubblica racconta che Masi avrebbe riferito quanto segue ai pm

Giovanni Minoli? Mi era stato segnalato da Gianni Letta come responsabile delle attività Rai per i 150 anni d’Italia e mi veniva segnalato quotidianamente anche da Giuliano Amato, presidente del comitato dei garanti per le celebrazioni. Massimo Liofredi? Proteggeva la giornalista Monica Setta, per la verità insieme a tanti altri, che io non volevo rinnovare e non ho rinnovato. Anche per la giornalista Anna La Rosa mi ha telefonato tutto l’arco politico-istituzionale, compreso Bisignani, sponsorizzandola ai servizi parlamentari.

Sono dichiarazioni pesanti, che lasciano molti dubbi sul servizio pubblico della Rai e sulle metodologie di assunzioni, conferme di contratti, incarichi e via dicendo.

In merito è intervenuto il presidente, Paolo Garimberti:

Troppo fango sulla tivù pubblica. Quello che si legge in questi giorni sui giornali è dal punto di vista morale e della questione aziendale grave e intollerabile. È necessario che nelle sedi aziendali e competenti si faccia chiarezza e pulizia. Penso che affinché la Rai sia una vera azienda è necessario che la politica si tenga lontana dalla sua gestione. Se ogni volta che bisogna nominare qualcuno occorre ascoltare quello che viene da fuori o non si nomina nessuno o non si nominano i più bravi. È insano che lettere di licenziamento di dipendenti vengano scritte al di fuori dell’azienda.

Successivamente, è intervenuto anche Sergio Zavoli, Presidente della commissione parlamentare di Vigilanza. Che ha assicurato che si farà chiarezza e ha espresso notevole preoccupazione.

Le dichiarazioni del presidente Garimberti mi sono apparse inquietanti per i riferimenti anche a presunti aspetti morali, indicati dalla stampa nazionale come prevaricanti intrusioni nella vita dell’azienda. Considero indilazionabile la necessità che il vertice Rai operi una rapida operazione di chiarimento in difesa del servizio pubblico e dell’autonomia aziendale.
La commissione di Vigilanza non rimarrà inerte e affronterà il problema di eventuali ingerenze nelle strutture aziendali alla ripresa, in tempi brevi, dell’audizione avviata oggi. Resta nella responsabile sensibilità del direttore generale e del consiglio di amministrazione come procedere, prima dei necessari chiarimenti, di fronte alle questioni più delicate che impegnano l’azienda, tra cui l’ancora aperto capitolo delle nomine.

Durissimo il consigliere di minoranza Rai Giorgio Van Straten:

Occorre difendere l’azienda dagli schizzi di fango. Emerge un quadro della gestione aziendale inaccettabile e chi ha danneggiato l’azienda deve essere chiamato a rispondere personalmente, anche da un punto di vista patrimoniale, se emergono elementi che lo giustificano.

E le reazioni proseguono. Anche dal comitato di redazione del Tg1, visto che secondo alcune intercettazioni pubblicate

l’ex direttore generale Masi sisarebbe vantato di aver ‘tolto’ Maria Luisa Busi dal Tg1. Ricordiamo che la collega si è dimessa volontariamente dalla conduzione del tg delle 20 per dissociarsi dalla linea editoriale. Il cdr del Tg1 chiede alla Rai di fare assoluta chiarezza su una vicenda inquietante che sembra delineare una strategia messa in atto dall’ex direttore generale per eliminare le voci considerate scomode.

E se per Sallusti, direttore de Il Giornale, nell’inchiesta ci sarebbe solo tanto gossip e pochi fatti, la Rai sembrerebbe essere davvero travolta dall’ennesima bufera.

In un periodo affatto semplice per il servizio pubblico e per le pressioni politiche che subisce quotidianamente. Come se ne uscirà? Per saperlo occorrerà valutare le conseguenze che avrà tutto questo, in primis sul C.d.A. della RAI, poi sull’intera azienda. Ma ci vorrà tempo.