Filippo Tenti a Blogo: “Overland in prima serata, lo scontro generazionale con mio padre Beppe e il rapporto con la Rai”
“Per mio padre Beppe, che ha inventato Overland, esiste solo la Rai. Io sono giovane e intraprendente e l’idea di collaborare con altri gruppi televisivi mi è passata per la testa…”
È in corso uno scontro generazionale: io sono l’amministratore dell’azienda, mio padre è in pensione, ma io lo rispetto. Lui ha inventato Overland, la sua opinione per me è fondamentale. Io sono giovane e intraprendente, l’idea di collaborare con altri gruppi televisivi mi è passata per la testa, mio padre però è uno della vecchia generazione. Per lui esiste solo la Rai, anche a casa guai se guardiamo il telegiornale di un altro canale…
Filippo Tenti, CEO di Overland Network e capospedizione di Overland dal 2010, sintetizza così il rapporto con il padre Beppe, fondatore del brand che nel 1995 ha dato vita al programma televisivo ancora oggi in onda su Rai1. Stasera, mercoledì 30 agosto 2017, Overland, giunto alla sua 18esima edizione, approda per la prima volta in assoluto in prime time.
18 spedizioni in 22 anni, oltre 490.000 chilometri di percorrenza totale (pari a circa 11 volte la circonferenza della Terra), coperti in oltre 1800 giorni di viaggio attraverso 403 frontiere di Paesi appartenenti alle più disparate zone geografiche e fasce climatiche del pianeta. Questi i numeri che hanno regalato la promozione al programma dedicato ai viaggi estremi.
Avete conquistato la prima serata di Rai1. Cosa significa per voi?
Per noi è incredibile! Sulla nostra pagina Facebook è una lamentela continua sull’orario della messa in onda, ‘orari indegni’ per una trasmissione come la nostra. La Rai aveva paura a farci confrontare con altri programmi di prima serata, ora siamo contentissimi della fiducia che ci hanno dato dopo tanti anni. E un po’ impauriti per la responsabilità.
Siete stati voi a proporvi per la prima serata?
No, è stata la Rai che ha detto di voler testare Overland in prima serata. E noi abbiamo risposto ‘proviamoci’.
Cosa vedremo nella puntata speciale di stasera?
Sarà un riassunto della stagione, ma con un sacco di contenuti inediti, per non annoiare chi ci ha seguito – in tanti – nelle altre puntate. Partiremo dall’Italia, attraverseremo Austria, Repubblica Ceca, Polonia, Bielorussia, Ucraina, Russia, Kazakistan, Uzbekistan, Afghanistan, Iran, Turchia, Grecia, Macedonia, Kosovo, Albania, Montenegro, Croazia, Slovenia e di nuovo Italia.
La puntata in prima prima serata è un unicum o con la Rai avete accordi perché si ripeta anche in futuro?
È una sfida. Dipenderà dai risultati…
Avete in particolare un obiettivo di ascolti?
No. La Rai ci considera un prodotto di qualità e non si pone obiettivi di share. Per la Rai è già una soddisfazione trasmettere un prodotto che insegni qualcosa, un prodotto che è una finestra sul mondo. Un numero preciso non ce l’hanno mai chiesto. Poi, è chiaro, se faremo l’1% di share sarà un disastro (ride, Ndr), ma se l’audience sarà accettabile ci hanno detto che la prima serata si ripeterà.
C’è solo la Rai nel futuro di Overland o pensate che altri network – cito Discovery e Sky – possano valorizzare al meglio le vostre spedizioni?
Abbiamo avuto contatti con quasi tutte le altre reti. Onestamente, l’idea che in futuro si possa collaborare con altri network non è esclusa. Diciamo che è in corso uno scontro generazionale tra me e mio padre. Non so cosa ci aspetta nel futuro, dipenderà anche dalla Rai.
Pensi che la Rai non valorizzi abbastanza Overland?
I sacrifici li facciamo solo noi di Overland. E, in verità, anche le persone che lavorano dentro la Rai. Diciamo che del budget che chiediamo la Rai copre solo il 10% circa; siamo noi a doverci ingegnare – attraverso la vendita dei dvd e il tour operator – per poter fare le cose in modo estremamente low cost. La Rai, in pratica, copre solo i costi di montaggio e post produzione. Lo scontro generazionale dipende anche da questo: io cerco di creare nuovi contatti, anche solo per spin-off eventuali. Ecco, per quanto riguarda il budget, Overland di sicuro non è la Serie A della Rai. Ma lo dico senza voler sputare nel piatto in cui mangio, anche perché negli ultimi tempi la situazione è cambiata.
Per carità, stai raccontando la realtà.
La realtà è anche che è stata la Rai a supportarci fino ad ora ed è la Rai ad averci fatto diventare quello che siamo.
Parlavi di eventuali spin-off. A cosa ti riferisci?
Adattare Overland ad un pubblico più giovane, per esempio quello di Rai2. Una idea è di incentrare il racconto sulle persone e non su quello che le circonda. Raccontare i problemi e i rischi del viaggio. Per esempio mi piacerebbe fare una spedizione sul Rio degli Amazzoni. Non puoi fare una intera stagione sull’albero e sull’animale. Io lo farei sul come una persona riesce a sopravvivere compiendo un’impresa epica.
Come nasce una puntata di Overland? Quando e quanto girate rispetto alla messa in onda?
Di solito torniamo in Italia 10-15 giorni prima della messa in onda della prima puntata. La produzione di Overland18 è durata 3 mesi, ma in passato è capitato anche che durasse 9 mesi. Siamo partiti a metà marzo e siamo tornati il 16 giugno. Mentre siamo in spedizione ogni sera una persona trasforma le immagini in bassa definizione e le spedisce via internet al nostro centro di montaggio a Trento. Dopo la prima fase di montaggio, fatto sulla base delle nostre indicazioni, coordiniamo chi scrive i testi e quindi chiudiamo e consegniamo alla Rai le prime puntate, che devono essere pronte mentre ancora siamo in viaggio. Per Overland18 abbiamo finito la settimana scorsa.
Tuo padre Beppe, che aveva saltato Overland16 e Overland17, è tornato a viaggiare proprio in Overland18.
Ha inventato Overland, non esiste viaggiatore più in gamba di lui, ha un bagaglio di esperienza incredibile. In Overland18 mi ha dato una mano in Afghanistan. Quando gli ho detto che mi avrebbe fatto piacere venisse anche lui, non si è tirato indietro, ovviamente. Sta comunque facendo un passaggio di consegna: ha più di 80 anni, anzi, come dice lui, ha 60+Iva. È sempre molto fiero di me.
Beppe e Filippo Tenti sono i Piero e Alberto Angela dei viaggi in tv?
Non lo so, sarebbe un onore. Non abbiamo mai lavorato insieme, ma in passato c’era l’idea di una pillola di viaggi in Superquark. Non li conosco personalmente – mio padre conosce bene Piero – ma sono cresciuto con Superquark. In Rai spesso dicono che noi siamo un prodotto Rai tanto quanto Piero e Alberto Angela. Ci mettono anche in palinsesto nella stessa serata, per colpa loro Overland inizia a mezzanotte (ride, Ndr). A parte tutto, io non mi ci rivedo molto in loro, perché per me restano degli idoli, ho una tale reverenza…
Cosa ne pensi di programmi come Pechino Express?
Non guardo molta tv, essendo sempre in giro. Però un paio di puntate di Pechino Express le ho viste. Mi sono divertito, è un bellissimo programma. Loro hanno la gara, mentre in Overland cerchiamo sempre di togliere questa componente. È capitato che in alcune spedizioni gli autisti gareggiassero tra di loro; noi li abbiamo cazziati. Per me la gara è negativa quando si viaggia: non ci deve essere competizione, ma sete di conoscenza.
Il posto nel mondo in cui non sei mai stato e che sogni di visitare?
Oltre al Rio degli Amazzoni, di cui parlavo prima, direi sicuramente i Poli. Ma anche lo Yemen, per vedere una guerra dimenticata, o Iraq e Siria, per far capire come le popolazioni stanno vivendo le tragedie di cui si parla tanto.
Overland19 ci sarà? Andrà in onda su Rai1? E in quale parte del mondo ci porterete?
Overland19 ci sarà. Il dove ancora non lo sappiamo. L’anno scorso eravamo partiti con l’idea dell’India, ma alla fine siamo andati in Afghanistan. E sì, di sicuro andrà in onda su Rai1.