Ossi di Seppia, Raiplay rispolvera il caso dimenticato del primo calcioscommesse
Dell’episodio si ricorda nell’immaginario collettivo solo Paolo Rossi tra gli imputati. Il decano degli arbitri Paolo Casarin narratore della puntata.
Ossi di Seppia continua a rispolverare casi di cronaca, costume e società dimenticati dall’opinione pubblica. Questa settimana è uscito Manette sul calcio, puntata dedicata al primo vero grande scandalo inerente al calcioscommesse.
Il 23 marzo del 1980 allo Stadio Olimpico le auto della Guardia di Finanza fanno irruzione negli spogliatoi al termine dell’incontro Roma – Perugia. Una scena mai vista prima di allora, ma l’inizio di una serie di episodi che coinvolgeranno il calcio anche negli anni successivi.
Le indagini si estendono infatti anche ad altri dirigenti, calciatori e persone comuni che hanno scommesso sull’esito di una partita, con i secondi che ne hanno potuto condizionare l’andamento allo scopo di intascare ingenti somme di denaro.
La sentenza di primo grado si dimostra durissima per molti giocatori e porta la retrocessione in Serie B per Milan e Lazio oltre a cinque punti di penalizzazione per Bologna, Avellino e Perugia. Dal punto di vista penale d’altra parte tutti i calciatori, tra i quali il più illustre era senz’altro Paolo Rossi, vengono assolti. Due anni dopo molti di quei giocatori, essendo nel giro della Nazionale, diventano campioni del Mondo in Spagna nel 1982.
A narrare l’episodio è il decano degli arbitri in Italia, Paolo Casarin. Dal racconto emerge che questo fatto ha agito da spartiacque nella sua carriera, con un’espressione facciale dalla quale traspare ancora delusione a quarant’anni dall’accaduto. Con il solito bel lavoro di ricostruzione di Ossi di Seppia, abbiamo avuto modo di rivedere il compianto Giampiero Galeazzi che racconta al Tg1 l’arrivo dei finanzieri negli spogliatoi – ai cronisti venne vietato l’accesso – e l’allora direttore Emilio Fede che racconta alcune fasi del processo.
A chiudere la puntata un bel duetto tra Roberto Vecchioni e Mina in Luci a San Siro, classico del cantautore – professore milanese, con lo stadio a fare da sfondo a inizio e fine dell’episodio.