Oscar, Will Smith, l’alopecia. E quel precedente italiano tra Pierluigi Collina e Gene Gnocchi
Lo schiaffo agli Oscar di Will Smith a Chris Rock per una battuta sull’alopecia della moglie riporta alla mente un precedente italiano. Suppur meno rude
Una battuta sull’alopecia della moglie e la reazione stizzita, con tanto di sberla sferrata a Chris Rock. Il fuori programma di Will Smith alla Cerimonia degli Oscar si prende la scena, con l’episodio che, durante la notte italiana, è rimasto per molte ore avvolto nel mistero. Dalla certezza della gag si è passati gradualmente all’altro scenario, complici anche gli attacchi verbali rivolti dall’attore al comico (“lascia mia moglie fuori dalla tua fottuta bocca”) abilmente censurati dalla Abc, che ha abbassato l’audio.
Un avvenimento storico, assolutamente inedito, che però ha un suo precedente tutto italiano. Certo, meno rude e ‘manesco’, ma pur sempre colmo di tensione. Per rintracciarlo bisogna tornare indietro esattamente di vent’anni, all’autunno del 2002, quando dagli studi Rai di Corso Sempione vennero assegnati altri Oscar, stavolta del calcio.
L’appuntamento – prettamente calcistico – per l’occasione venne reso televisivo da Rai2 che decise di abbinarlo al contesto de La grande notte del lunedì sera, programma satirico che riconosceva il suo personalissimo premio, il Wolfango Awards.
Gene Gnocchi, affiancato da Simona Ventura, nell’annunciare la vittoria di Pierluigi Collina come miglior arbitro ironizzò anche sulla pelata del direttore di gara – conseguenza proprio dell’alopecia – con la complicità di un filmato (stessa modalità che mesi prima scatenò l’ira dell’allora ministro Gasparri). Sorrisi di circostanza sul palco, poi la fuga e la reazione furente dietro le quinte, con il riconoscimento – quello della trasmissione – gettato addirittura nel cassonetto.
“Ho buttato via il premio goliardico, non quello dell’Aic”, precisò Collina a Repubblica nei giorni successivi. “Non ho insultato nessuno anche se ero molto arrabbiato. Per me non è un problema, vado in tv davanti a milioni di persone. Ma per tanta gente lo è, purtroppo. Ricevo lettere, telefonate e messaggi da madri disperate perché hanno i figli con l’alopecia o, peggio, sono reduci da chemioterapia. Certi ragazzi ci soffrono a non avere più i capelli, magari li prendono in giro su una cosa che già li fa sentire diversi. E poi il mio migliore amico, malato di tumore e sottoposto a lunghe cure che lo resero calvo, tanti anni fa non ce l’ha fatta. Se penso a questo la serata degli Oscar è ancora più triste, almeno per me. Non si scherza su certe cose”.
Sull’altro fronte, Gnocchi non rimase a guardare e, a sorpresa, passò al contrattacco: “Tirare in ballo la calvizie, o la chemioterapia, o quelli che la fanno, mi sembra una scorrettezza infinita”, affermò il comico a Retesport 105,6. “”L’unica cosa che interessa del calcio sono i novanta minuti sul campo, tutto il resto è risibile. Tutto il caravanserraglio di persone che circondano questo mondo sembra fatto quasi apposta per stimolare il lavoro di noi comici. Il nostro era uno spottino quasi da bambini e mi sembra davvero ridicolo da parte di Collina essersela presa. In sala ridevano tutti”.