Oscar Pistorius, il reality con Reeva Steenkamp andrà comunque in onda
Reeva Steenkamp, la modella uccisa da Oscar Pistorius, apparirà in un reality già registrato per la tv sudafricana.
Solitamente, dietro le affermazioni che iniziano con la frase: “Non sono moralista ma…”, c’è sempre un velo di perbenismo latente e inconscio che non viene mai ammesso, Facebook docet. Evitando i giudizi categorici di rito, la domanda, in questi casi, è la seguente: in quali episodi vale la regola del “The Show Must Go On”?
La settimana ancora in corso ci ha fornito due esempi lampanti, da questo punto di vista, sui quali si potrebbe disquisire a volontà: la morte di Alessio Gatti, il figlio di Franco, uno dei componenti di Ricchi e Poveri che, a seguito della tragica notizia, ha preferito non salire sul palco del Festival di Sanremo, e l’assassinio di Reeva Steenkamp, uccisa durante la giornata di ieri dal campione paralimpico sudafricano Oscar Pistorius.
I due casi sono uguali e diversi allo stesso tempo: nel caso di Franco Gatti, c’è poco da analizzare. E’ umano che un padre, artista, scelga di non esibirsi nel giorno della morte di un figlio di 20 anni. Nel caso di Reeva Steenkamp, occorre soltanto chiedersi: è eticamente corretto mandare in onda un reality con protagonista una modella uccisa a colpi di pistola solo qualche giorno prima?
La notizia è proprio questa: Reeva Steenkamp, 30enne modella sudafricana, morta ieri, “rivivrà” nel reality Tropika Island of Treasure, un reality di produzione sudafricana ambientato, e già registrato, in Giamaica.
Le logiche del business televisivo, quando morte e spettacolo vengono inevitabilmente a contatto, possono essere crudeli ma tremendamente semplici allo stesso tempo: la SABC, la tv di Stato in Sudafrica ha tutto il diritto di mandare in onda un reality già registrato, con i costi e gli oneri del caso, con tutti i contratti presumibilmente in ordine. Da un punto di vista professionale, non ci sarebbe nulla da obiettare. Anche domandarsi, se in casi del genere, sia obbligatorio chiedere il permesso ai famigliari della vittima, diventa facoltativo se non inutile.
Il problema è unicamente morale: quanto è corretto trasmettere una trasmissione, per altro allegra, gioviale e anche un po’ trash come può essere un reality, con all’interno una persona assassinata poco tempo fa?
Davvero basta una frase e l’immagine di una candela accesa, tuttora presenti sul sito ufficiale della trasmissione, per procedere come se nulla fosse accaduto:
Siamo profondamente addolorati e porgiamo le nostre condoglianze alla famiglia e agli amici di Reeva.
Può essere un ottimo modo per ricordare una ragazza uccisa?
E soprattutto, esiste una via di mezzo tra il più lagnoso dei moralismi e la più fredda sistematicità?
Ognuno si crei la propria opinione.
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