Ore 14 ritorna fedele a se stesso, Infante: “Chi si aspetta mirabolanti novità, rimarrà deluso”
La recensione della prima puntata di Ore 14 del 9 settembre in onda su Rai 2 con la conduzione di Milo Infante
La pausa estiva ha giovato alla squadra di ‘Ore 14‘ che, attraverso le parole del suo timoniere, Milo Infante, ha ribadito la propria mission di quello che, negli anni, è diventato un vero e proprio marchio di fabbrica della tv del pomeriggio:
“Un pensiero alla nostra Sofia che, quest’anno, non ci sarà perché ha preso un anno per studiare all’estero. Ma l’aspetteremo alla fine di questo suo percorso di studi. L’assenza di Sofia è l’unica novità fondamentale di questo programma. Lo dico soprattutto a chi scrive di televisione. Si ripresenta con i suoi ,opinionisti, la sua formula di fare cronaca, di raccontare quello che accade. Chi si aspetta mirabolanti novità, rimarrà deluso. Continueremo a fare, sperando in meglio, quello che abbiamo sempre fatto, il nostro mestiere. Perché bisogna sempre crescere”.
In tv, su tutte le reti, ci sono molti programmi che trattano sparizioni, omicidi. Il punto di forza di ‘Ore 14’ rimane il ritmo incalzante, la velocità con cui si raccontano gli sviluppi delle storie che hanno catturato l’attenzione del pubblico da casa. Il team di opinionisti (uomini di legge, psicologi, criminologi, giornalisti, opinionisti di gran caratura) offre chiavi di lettura differenti, analisi inedite e punti di vista eccezionali di supporto al lavoro degli inquirenti.
Il programma di informazione di Rai 2 si conferma, anno dopo anno, stagione dopo stagione, un osservatorio privilegiato della società italiana in continua mutazione. Le immagini video, il lavoro certosino degli inviati sul campo, le testimonianze dei protagonisti e delle persone vicine contribuiscono, in maniera sostanziale, a tessere la tela di una narrazione dettagliata.
Milo Infante ha deciso di inaugurare la nuova stagione ospitando, in collegamento, Piera Maggio, la mamma di Denise Pipitone, scomparsa ormai 20 anni da Mazara Del Vallo. La donna, a distanza di anni, cerca la verità sulla vicenda che ha visto protagonista la figlia tra processi, indagini e punti ancora oscuri:
“Quello che resta è il senso di profonda ingiustizia che vivono tutte le persone che hanno a cuore Denise e che soprattutto vivono i genitori, Piera Maggio e Pietro Pulizzi. Ore 14 ci tiene a tenere il binario che ha sempre preso, stiamo dalla parte di Abele non di Caino di chi ha subito un’ingiustizia. Pregiudizi ed errori, forse, anche incompetenza hanno pregiudicato le indagini sul rapimento di Denise Pipitone”.