Ora o Mai Più, Stefano Sani a Blogo: “Mai avrei pensato di tornare a fare musica”
“Ho sofferto di grande pressappochismo in passato, non me lo posso più permettere”
Stefano Sani, arrivato al successo al Festival di Sanremo 1982 con il brano Lisa, è uno dei concorrenti di Ora o Mai Più, in onda per quattro venerdì sera su Rai 1, condotto da Amadeus. Noi di TvBlog l’abbiamo intervistato per farci raccontare com’è stato il ritorno in prima serata dopo tanti anni di lontananza dalle scene
Come sei arrivato a Ora o Mai Più?
«Quando mi hanno contattato per partecipare non conoscevo ancora le dinamiche del programma… Mi avevano detto che saremmo stati in otto, insieme ad altrettanti ‘professori’, che avevano avuto una sorte migliore della nostra nella musica. Ho un po’ titubato prima di accettare, perché sono tanti anni che sono lontano dalle scene, ho partecipato a “I Migliori Anni”, ma a livello massivo non frequento l’ambiente, faccio un altro lavoro. Poi quando mi hanno spiegato per bene di cosa si trattasse, che si poteva sperimentare e duettare con i coach, ho accettato e dopo il provino è cominciata l’avventura, al termine della quale potremo proporre anche un nostro inedito»
Che rapporto si è creato con gli altri concorrenti e con Amadeus?
«Abbiamo familiarizzato tutti. Si è creata una bella situazione, andiamo a cena insieme, ci divertiamo, sembriamo una scolaresca. Per ora tra noi non ci sono né invidie né rivalità, siamo persone adulte. Amadeus lo conoscevo già perché ho fatto Meteore. È stato un collante, è riuscito a darci fiducia e serenità, è sempre presente, anche per lui è una prova importante, il ritorno in prima serata, ha bisogno di conferme e supporto»
Sei stato tanti anni lontano dalla musica: che lavoro fai?
«Il lavoro che faccio è proprio extra-artistico. La mia famiglia ha un importante azienda di piante, a livello nazionale, è molto conosciuta nel settore della distribuzione. Io mi occupo sia della formazione del personale, sia del layout del negozio, e poi disegno vasi, composizioni, linee per le festività, è un lavoro che mi soddisfa molto. L’ho fatto perché nel momento in cui il successo non c’è stato più ho dovuto reinventarmi, a un certo punto ho preferito non accettare più situazioni che non mi gratificavano».
Ma avresti mai immaginato di tornare sul palco?
«Non avrei mai immaginato di tornare a fare musica, davvero. Mai perché non si era presentata l’occasione. È molto difficile capire perché avviene l’insuccesso, ho cercato in questi anni di darmi le risposte, ho pensato di non essere capace, di aver fatto scelte sbagliate, di non aver mantenuto i giusti rapporti con le persone. Ma non so darmi una spiegazione. Alla fine preferisco vivere il presente, la cosa più importante»
Che rapporto hai con il palco che ti ha lanciato, Sanremo? E la tua opinione sul panorama musicale attuale?
«Il rapporto con Sanremo è sempre molto stretto, sono nato là vicino, lo guardavo anche da piccolo, chiunque faccia musica lo guarda. Ascolto di tutto, navigo di notte sul web e trovo cose interessanti. Mi piace Ghali, sono stato colpito da Diodato, poi anche i classici, da Tiziano Ferro, una stella del nostro panorama musicale, a Biagio Antonacci, mi piacciono Zucchero, Vasco, Malika Ayane, Elisa, Giorgia. Il mio mito è Whitney Houston»
Cosa pensi dei talent?
«Il talent permette ai giovani di avere visibilità, ma a volte è così ripetuto che non dà la possibilità ai cantanti di essere sostenuti. Il talent talvolta è un tritacarne, però se mi chiedessero di fare il coach lo farei. Prometterei di seguire il cantante anche alla fine del programma, perché comunque c’è un investimento alla base, anche in termini di lavoro»
Progetti futuri dopo Ora o Mai Più?
«Già sono felicissimo così, le quattro serate offrono grandissima visibilità. Mi piacerebbe fare un disco e poi andare subito in tournée, rivedere il pubblico che non mi ha mai abbandonato. Ricevo ancora lettere piene di sostegno e presenza quotidiana. Mi piacerebbe esibirmi ovunque, ma basta che ci sia la qualità. Ho sofferto di grande pressappochismo in passato, non me lo posso più permettere»