Oggi è un altro giorno, l’impressionante racconto di Ivan Cattaneo rinchiuso in manicomio per la sua omosessualità: “Mi davano psicofarmaci ed elettroshock”
La scorsa settimana Oggi è un altro giorno ha ospitato il cantante Ivan Cattaneo, molto noto negli anni Ottanta, un artista che non ha mai fatto mistero della propria omosessualità. A stupire tuttavia è il racconto non molto conosciuto della sua infanzia e adolescenza, segnate dall’esperienza in manicomio.Il rapporto con il padre non è stato
La scorsa settimana Oggi è un altro giorno ha ospitato il cantante Ivan Cattaneo, molto noto negli anni Ottanta, un artista che non ha mai fatto mistero della propria omosessualità. A stupire tuttavia è il racconto non molto conosciuto della sua infanzia e adolescenza, segnate dall’esperienza in manicomio.
Il rapporto con il padre non è stato dei più facili:
“Ero andato a comprarmi un pacchetto di patatine, avevo 8 anni. Ci ho trovato un rossetto e me lo ero messo. A tavola mio padre mi ha dato una sberla incredibile dicendomi ‘Fai l’uomo!’ e mia madre si è alzata urlando: ‘Tu mio figlio non lo tocchi’. Era una persona nata nel 1918, una donna incredibile, mi diceva solo ‘Fai come i tuoi colleghi che non lo dicono!”.
Un’ingenuità della madre tuttavia fa sì che il giovane Ivan finisca assurdamente in manicomio, a causa della decisione del medico della mutua.
“Non c’erano dei modelli a fine anni Cinquanta. Avevo letto ‘Questi mostri devono regolarizzarsi’, che i gay erano persone in corpi di donna. Ho detto a mia madre che volevo diventare una donna e mi ha portato dal medico. Da lì mi hanno portato in manicomio. La dottoressa mi chiese perché volevo diventare donna e non stilista o parrucchiera, era avanti. Continuavano a darmi psicofarmaci e cose. Una volta mi hanno portato in una sala con elettrodi e mi hanno fatto male, non so cosa fosse ma era terribile… La prima volta che ho scoperto di avere dei desideri diversi, pensavo di essere l’unico al mondo. Il manicomio è stato allucinante”.
Il cantante tuttavia non nutre alcun rancore nei confronti della genitrice:
“Alla fine ho capito che dovevo difendermi, sono andato dalla dottoressa dicendo che ero guarito e a mia madre non ho più parlato di omosessualità. Il ricordo più brutto del manicomio erano gli odori di urina, di sudore… Non ce l’ho con mia madre perché da donna di paese mi ha affidato al medico della mutua e non sapeva dove mi avrebbero portato“.
Una storia raccapricciante (qui il video) che deve farci riflettere su come le persone LGBTQIA+ fossero perseguitate fino a pochi anni fa. Attualmente per fortuna la situazione è di gran lunga migliorata, se non altro per la chiusura dei manicomi. Tuttavia ancora oggi la cronaca ci parla di giovani maltrattati o cacciati di casa in seguito al loro coming out. Va dato il merito comunque a Oggi è un altro giorno, contenitore del primo pomeriggio di Rai1, di saper trattare i temi dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere con molta delicatezza.
P.S. Molto brava la conduttrice Serena Bortone, (positiva anche la sua performance da opinionista a Ballando con le stelle) una dei pochi probabilmente in tv a sapere la differenza tra coming out e outing, come ha dimostrato ieri nell’intervista a Serena Grandi, mamma di un ragazzo gay. Dispiace tuttavia che l’attrice abbia dichiarato di essere felice dell’orientamento sessuale di suo figlio, in modo tale da non dover diventare nonna. A meno che il giovane non le abbia manifestato l’intenzione di non voler diventare genitore, non si capisce per quale motivo dare per scontato che non sarà mai nonna (grazie a una legge sulle adozioni per tutti o alla gestazione per altri, entrambe al momento non permesse nel nostro Paese, anche se la seconda modalità può avere dei riconoscimenti se effettuata all’estero e tramite un iter giudiziario).