Nuova Scena si mangia il palco di Netflix: esordio sottotono, ma il meglio sta nei duelli (e nei giudici)
Dopo un esordio un po’ lento, Nuova Scena conquista con i duelli tra i partecipanti e la sana competizione; giudici perfetti nel loro ruolo
Fonte: Karim El Maktafi
Netflix Italia sbarca nel mondo dei talent, dopo aver sperimentato, a fine 2022, il reality con Summer Job (che è passato senza lasciare particolare traccia). Con Nuova Scena, adattamento nostrano del format originale Netflix Rhythm + Flow, si entra in un contesto nuovo per il nostro paese, ovvero la competizione sul campo del rap, con risultati che, puntata dopo puntata, vi sorprenderanno.
La recensione di Nuova scena
Fremantle Italia ha portato con sé tutto il suo know-how accumulato in questi anni nella produzione di talent come X Factor, The Voice e Italia’s Got Talent. Il che vuol dire che Netflix Italia, da quel punto di vista, è andato sul sicuro, ottenendo un prodotto confezionato ad hoc e con il totale rispetto delle regole del genere.
Una confezione fin troppo simile alle altre, almeno nella prima parte, ovvero nelle prime due puntate, quelle dedicate alle Auditions. Unica differenza rispetto agli altri format citati, il fatto che Nuova Scena non tradisce la provenienza del genere musicale di cui si occupa, ovvero la strada. I candidati si esibiscono così all’aperto, ci luoghi più o meno caratteristici di Milano, Roma e Napoli, davanti ai tre giudici (di cui parleremo dopo) ed un ospite.
Se i primi due episodi (qui sopra i primi minuti) lasciano un po’ delusi proprio perché dalle Audizioni solitamente viene fuori “ciccia” interessante per i talent, Nuova Scena riesce a riprendersi egregiamente dopo. Perché il programma offre il meglio di sé quando iniziano le sfide vere e proprie: dalla terza puntata, con la selezione finale dei componenti delle squadre dei singoli giudici, fino finalmente all’esibizione sul palco.
Il rap, d’altra parte, vive di ritmo e di battle, che quando entrano in gioco stravolgono letteralmente il programma. La competizione si fa più intensa, ma resta sempre sana: nessuno scontro con i giudici -che a volte, nel rispetto del loro ruolo, sanno anche dare qualche mazzata a chi si è appena esibito-, ma grande rispetto verso i loro commenti. E chi, come accade in un caso, si propone come “fenomeno” e altrove sarebbe potuto diventare materiale per mezza puntata in altri programmi simili, qui viene liquidato.
Nuova Scena, insomma, è sì un talent show di una piattaforma che in questi anni ha virato sempre più verso una direzione mainstream, ma è al tempo stesso estremamente rispettoso di quello che il rap ha sempre rappresentato, sia per chi lo fa che per chi lo sente.
In questo senso, i tre giudici non stonano con l’impianto messo su da Netflix. Fabri Fibra, Rose Villain e Geolier (questi ultimi due “esplosi” agli occhi del grande pubblico soprattutto dopo la loro recente partecipazione a Sanremo, il che non potrebbe avere fatto altro che avvicinare al programma anche coloro che di rap non sono intenditori) sanno cosa sia il rap, sanno distinguere una buona esibizione da una mediocre e, come abbiamo accennato poco fa, sanno anche dire senza mezzi termini quando sul palco è andato qualcuno che li ha delusi.
Superate le prime due puntate, insomma, Nuova Scena sorprende pur non proponendo un formato rivoluzionario né mettendo sul palco artisti che convincono al primo ascolto. Ma il bello del programma è anche questo: selezionare dei giovani che sono consapevoli di essere ancora alle prime armi ma che sono altrettanto consapevoli di voler crescere con la loro musica. E il premio finale di 100.000 euro (nessun contratto discografico) diventa un’appetibile opportunità per investire su se stessi come meglio si crede, senza pressioni o aspettative.