Nunzia De Girolamo a TvBlog: “Con Ciao Maschio partivo da meno dieci. Sogno di ospitare Fiorello e Achille Lauro. Intervistare Boccia? Meglio di no”
Nunzia De Girolamo: “La collocazione perfetta di Ciao Maschio è la seconda serata, ma la partenza non dovrebbe essere oltre mezzanotte e quaranta. Salemme rifiutò l’invito, poi vide il programma, ci ripensò e fu felicissimo di partecipare”
“Lunatica, sensibile, incazzosa”. Nunzia De Girolamo si definisce con questi tre aggettivi, rispondendo alla domanda che proprio lei pone agli ospiti di Ciao Maschio. Tre stagioni, l’ultima appena conclusa, per un programma in crescita, che ha saputo imporsi nel palinsesto di Rai1 dopo un avvio in salita. “Partivo da meno dieci – racconta la conduttrice a TvBlog – per me era la prima volta alla guida di una trasmissione, arrivavo dalla politica e sentivo i fucili spianati contro. Non sono stata immediatamente me stessa, è servito tempo per sviluppare una maturazione”.
Il titolo, ispirato al film di Marco Ferreri, non ha remato a favore. “All’inizio non è stato compreso – ammette la De Girolamo – voleva essere sicuramente provocatorio, ma al contempo accogliente verso l’universo maschile. Ciao Maschio non significa ‘addio maschio’, è al contrario un benvenuto. La scelta nacque da un dialogo approfondito con Stefano Coletta, allora direttore di Rai1, e Annalisa Montaldo”.
Unica donna in mezzo agli uomini.
Essendo io un maschiaccio e non avendo un pregiudizio a monte, secondo Coletta potevo essere adatta a quel salotto. In circolazione non c’erano altri programmi di genere, dai tempi di Catherine Spaak non erano stati più realizzati. Mi sono resa conto che il maschio generalmente non parla mai troppo di se stesso. Forse per educazione, cultura, o perché gli abbiamo chiesto di rivestire un determinato ruolo. La donna ha la predisposizione al dialogo, tende ad esporsi. Il maschio no.
Quando arrivò la proposta della conduzione?
Subito dopo la partecipazione a Ballando con le Stelle nacque questa opportunità. Ciao Maschio sarebbe dovuto cominciare molto prima, ma c’era in ballo la questione del mio procedimento giudiziario. Chiesi personalmente di far slittare il progetto, volevo sentirmi una persona libera e decidemmo di attendere la sentenza. Mi sembrava doveroso nei confronti miei e della Rai cominciare questa avventura con serenità.
Il programma ha avuto bisogno di un periodo di assestamento.
Sì, a mio avviso è stata un’esperienza utile di autoconoscenza per raggiungere un buon livello di sicurezza. Col tempo si matura. Quando sono uscita dal Parlamento non ero la stessa persona di quando ci entrai, avevo assunto una dimestichezza. Il ragionamento vale anche per la televisione. La telecamera non mi ha mai generato tensione, non la vedo. Quando ero in politica andavo in tv per volere del presidente Berlusconi che sosteneva che fossi bravissima. La mia crescita è riferita semmai al programma. Prima ero terrorizzata, poi mi sono sciolta. Nel tempo ho imparato ad essere me stessa. Pure lo studio ha avuto un suo ruolo. Il primo era bello, ma troppo freddo. Quello di oggi lo sento più mio. Il calore e determinati dettagli hanno contribuito a migliorarmi, mi muovo con la naturalezza che appartiene alla mia personalità. Soffro molto l’ambiente in cui mi trovo, anche all’università quando dovevo studiare avevo bisogno di un luogo confacente a me. E’ stata una maturazione lenta e progressiva in tutto. Finalmente in televisione mi sento a casa, prima mi percepivo come un’estranea, ero trattenuta. C’erano tante questioni della mia vita che dovevano sbloccarsi.
L’habitat naturale di Ciao Maschio è la seconda serata. C’è il rischio che i buoni risultati ottenuti vi spingano a cedere a possibili lusinghe del prime time?
E’ un programma intimo, che fa sorridere, riflettere ed emozionare. Deve essere un appuntamento della notte, quella è la collocazione giusta, anche per alcuni argomenti che vengono trattati, come quelli legati al sesso. Torneremo a settembre e la seconda serata è perfetta. Certo, non deve diventare una terza o quarta serata, altrimenti non ha senso. Secondo me, il range massimo di partenza per una seconda serata non dovrebbe andare oltre mezzanotte e quaranta. In generale.
Non seguirete quindi la scia di Belve.
Le prime serate hanno bisogno di un maggior arricchimento che andrebbero a modificare il programma. Tutti i prodotti che vengono promossi subiscono delle variazioni e non vanno in onda come nella versione originale. La prima serata richiede più spettacolo. Sono felice di dove mi trovo, accettai la sfida del sabato notte nonostante le difficoltà per la dura concorrenza, ma sono orgogliosa di aver arricchito quella fascia.
In una trasmissione di interazioni e complicità tra gli ospiti, ci si basa più sui loro caratteri o si cede alla forza e alla notorietà dei nomi?
Quello è l’aspetto più difficile. Non basta la notorietà. E’ chiaro che Rai1 richieda la partecipazione di volti riconoscibili o conosciuti, ma secondo me la vittoria sta nelle particolarità delle storie. Noi studiamo molto i profili. Quando immaginiamo la triade tendiamo a selezionare persone diverse sul fronte professionale. Tendo sempre ad individuare personaggi particolari e spesso siamo andati su personalità adulte. Ti assicuro che è un procedimento complesso. Oltretutto, dovendo essere solo maschi si restringe il campo. Partiamo da un primo soggetto, il più noto, e intorno a lui costruiamo il resto del parterre. Il terzo quasi sempre è la novità. Li contatto prima delle registrazioni, li riempio di domande e da lì nasce l’idea dell’argomento di puntata, che sia il peccato o il tradimento. E’ un lavoro difficile che mi regala tuttavia grandi soddisfazioni.
Avete pescato molto anche da Mare Fuori.
Gli attori di Mare Fuori sono stati quattro in dodici puntate. Se moltiplichi dodici per tre ospiti a episodio, ti accorgi che sono davvero pochi.
C’è qualcuno che vi ha detto di no?
Sì. Forse perché le persone non amano parlare delle loro cose e magari temono che possa soffermarmi su alcune cattiverie o sul gossip, cosa che non faccio mai. Al contrario c’è chi, dopo un rifiuto iniziale, ha visto il programma e ha cambiato idea, come Vincenzo Salemme. Era titubante, poi ci ha ripensato ed è stato felicissimo di partecipare.
Qualcuno invece che sta ancora corteggiando?
Fiorello. Ritengo che sia la tv per eccellenza. Lo guardo ogni mattina. In famiglia, appena svegli, ci sintonizzavamo su un telegiornale, eppure da quando c’è Viva Rai2 guardiamo solo lui. E’ entrato nelle case degli italiani regalando il buonumore. Gliel’ho già chiesto e non mi arrendo, ma non credo accetterà mai, non va da nessuna parte. Un altro che vorrei ospitare è Achille Lauro. Si potrebbero scoprire tante caratteristiche della loro personalità. Mi sembrano persone che hanno una loro complessità, che in televisione non sempre viene a galla.
Gira voce che grazie a Ciao Maschio siano nate inaspettate amicizie.
Verissimo. Roy De Vita, Manuel Casella e Franco Trentalance dopo il programma organizzarono un weekend assieme. Non si erano mai visti prima. Anche Giancarlo Magalli, Highsnob e Natale Giunta andarono a mangiare assieme. Meraviglioso.
Ha mai pensato ad un Ciao Femmina, spin-off dedicato alle donne?
Me lo chiedono tutti e arriverà un giorno in cui mi finiranno i maschi da invitare e sarò costretta a cedere (ride, ndr). Sinceramente, non credo sia la stessa cosa, ma ci si può ragionare, non lo escluderei a priori, anche se so che sarebbe un’altra roba, completamente diversa. Ciao Maschio funziona perché il genere maschile provoca maggiore curiosità.
Nella prima edizione apriste le porte a Vladimir Luxuria, ma non nelle vesti di Vladimiro Guadagno.
Fu un’eccezione alla regola, però se ricordi venne in studio indossando abiti maschili. La regola è che nessuno può partecipare se non è un uomo.
Inviterebbe suo marito Francesco Boccia?
Ci ho pensato tante volte e le persone me lo propongono spesso. Attorno a noi c’è una grande curiosità. Negli anni ci hanno chiamato ovunque, ma non abbiamo mai accettato perché pensiamo sia corretto e salutare tenere separate le nostre vite in pubblico. Ammetto che la tentazione c’è ed è forte, in compenso c’è il timore che una mossa di questo tipo non verrebbe compresa.
Non sarebbe comunque la prima volta. Maurizio Costanzo, ad esempio, ospitò Maria De Filippi a L’Intervista.
Parliamo di due mostri sacri, di due grandi della tv italiana. Fu bellissimo vederli assieme, qualcosa di stupendo che non è assolutamente paragonabile. Quel momento giunse dopo anni di carriera e fidelizzazione.
Seconda serata e programma registrato. Ha paura in futuro di mollare questa comfort zone?
Nella vita sono accompagnata da sempre da una razionale follia. Ho la capacità di mettermi continuamente alla prova. Quando lavoro sotto tensione do sempre dei risultati, mentre quando ‘sciallo’ compio al cento per cento qualche cavolata. La diretta o altre fasce orarie non mi spaventano, so che posso dare il meglio di me stessa.
Visto che siamo in argomento, glielo chiedo: la vedremo quest’estate alla guida di Estate in diretta?
Ora è primavera. Posso solo dire che l’estate potrebbe essere lunga per me.
Ogni promozione che ottiene viene associata dai detrattori alla sua vicinanza al governo in carica. Prova più dispiacere o fastidio?
Sono di centrodestra e non me ne vergognerò mai, non mi devo nascondere per la mia identità. Mi sono sempre fatta valere. Quando feci Ballando ero considerata di destra e amica di Salvini, poi hanno tirato in ballo il fatto che mio marito fosse ministro nel governo Conte, ora che sono amica della Meloni. Vorrei essere giudicata solo per quello che fa Nunzia De Girolamo. Sono stata ministro prima di Boccia e nessuno si è mai permesso di etichettarlo come marito del ministro. Perché ci si comporta così solo con le donne?.
Nel frattempo porta anche avanti la sua collaborazione con Piazzapulita.
Da Formigli mi trovo molto bene. Sono un po’ il suo controcanto, io e lui siamo agli antipodi. Sono lontanissima da Corrado, ma nonostante ciò lo reputo un grande professionista. Piazzapulita è un prodotto ben confezionato, ricercato, è un signor programma. Poi non andiamo d’accordo su niente, ma è un dettaglio.