Nunzia De Girolamo: “Avanti Popolo? Ho fatto il passo più lungo della gamba. Io usata come simbolo di TeleMeloni. Non rinviterei Corona”
Nunzia De Girolamo torna a Ciao Maschio. “Avanti Popolo doveva essere infotainment e andare al lunedì. Al martedì sono stata costretta a virare su altro. Mi sarei fermata a dicembre, la Rai mi chiese di proseguire fino a Sanremo. Non rinviterei Corona”
Ciao Maschio inteso come un ritorno a casa. Dopo mesi di polemiche, accuse e, soprattutto, dopo la chiusura anticipata di Avanti Popolo. “Non avrei voluto farlo – confessa a TvBlog Nunzia De Girolamo, riferendosi alla provvisoria ‘trasferta’ su Rai 3 – ma io sono una folle che ama sfidare se stessa, che rischia, che non ha paura. Però allo stesso tempo non sono un’incosciente. Ho imparato che in alcuni casi bisogna dire di no”.
Il talk di Rai 1, collocato nella tarda serata del sabato sera, è la creatura più amata dall’ex ministro. E allo stesso tempo rappresenta una comfort zone: “Andremo in onda per otto puntate, poi ripartiremo a settembre. Abbiamo diviso la stagione in due fasi”.
Se le Karma B sono “confermatissime”, così come la scenografia, la novità avrà le sembianze di un elemento inedito: un albero della vita. “Qui verranno affissi dagli ospiti dei foglietti su cui chiederemo di scrivere una loro mancanza. Lo terremo in scena per tutto il tempo. Ci piace capire chi si nasconde dietro al personaggio che, seppur pubblico, può portare con sé qualche insoddisfazione. Per il resto, il format originario verrà preservato”.
L’unico ostacolo è legato alla necessità di registrare due puntate a settimana: “Siamo obbligati per via di una indisponibilità dello studio, ma non sono spaventata dai rischi di slegarci troppo dall’attualità. Ciao Maschio è una trasmissione intimista, incentrata sui sentimenti e sui ragionamenti generali. Registriamo il venerdì e uno dei due episodi va praticamente quasi subito in onda. In ogni caso, non è un programma che punta a dare notizie, bensì ad ascoltare. Ho fatto dell’ascolto la mia caratteristica di conduzione. Sono davvero interessata all’altro. Metterò a confronto uomini di generazioni diverse”.
Terminato Ciao Maschio, riapparirà a Estate in Diretta, con Gianluca Semprini.
Così leggo dai giornali. Se dipendesse da me, non lo rifarei con nessun’altra persona diversa da Gianluca. Con lui mi sono trovata benissimo. In cinquanta puntate non c’è mai stato un secondo di discussione. Lo ritengo un valore da preservare. Perché cambiare una squadra che funziona?
Si trattava della sua prima volta in diretta ed era chiamata a maneggiare temi delicati come la cronaca nera.
Dei tre tronchi di trasmissione, la parte sulla cronaca nera era quella che preferivo. Passavo tantissimo tempo nella stanza degli autori. All’inizio ero molto preoccupata, come dicevi tu era la mia prima diretta, poteva accadere di tutto. Lo stimolo a reagire me lo diede mia figlia: mi vide allarmata e mi rimproverò: ‘Vai in diretta e dimostra chi sei. Se ti hanno scelto è perché hai delle qualità’. Di fronte alla saggezza di una bambina di 10 anni mi sono tranquillizzata e mi son detta ‘giochiamocela’. Tranne la prima puntata, in cui ero veramente tesa, sono sempre stata a mio agio.
Poi in autunno è arrivata la chiamata per Avanti Popolo.
Non era ciò che volevo e non era una mia richiesta. Citando l’albero della vita di Ciao Maschio, posso affermare che Avanti Popolo non era tra le mie mancanze. Mi fu proposto e, per spirito di squadra e di servizio verso l’azienda in un momento complesso, diedi la mia disponibilità. A Rai 3 era venuta meno la Berlinguer e c’era difficoltà nella costruzione dei palinsesti. Tornando indietro rifiuterei, anche per una sorta di tutela verso me stessa. Non possiamo essere ‘Uno, nessuno e centomila’. Esistono i tempi giusti e vanno rispettati. Ero stata in video fino a metà settembre, mi fermai giusto per un weekend e dal lunedì successivo era già nella redazione di Avanti Popolo.
La collocazione al martedì non ha aiutato.
Alla presentazione dei palinsesti annunciai che sarei andata al lunedì e quello doveva essere il giorno di programmazione. Mi ritrovai al martedì, in una serata terribile, tra Iene, calcio, fiction di Rai 1, Belve, Floris e Berlinguer. Sapevo che sarebbe stata una missione impossibile. E purtroppo non ho potuto fare il programma che avevo in mente.
A tal proposito, Avanti Popolo ha cambiato rapidamente faccia. Da talk ispirato ad Aboccaperta si è trasformato ben presto in altro, con il ‘popolo’ in studio letteralmente oscurato.
La mia idea era quella di un infotainment, di una tv fatta dalle persone comuni. Non mi sono mai paragonata a Funari, ma mi sembrava una novità poter rielaborare in chiave moderna quel modello. Dopodiché, stando al martedì e avendo come rivali Di Martedì ed E’ sempre Cartabianca, sono stata costretta a virare su altro, complice anche l’esplosione del conflitto israelo-palestinese. Ci siamo trovati in una situazione totalmente diversa. Considerando il fatto che vengo dal mondo della politica, l’ipotesi di un talk politico l’avrei potuta valutare in futuro, con la giusta maturità.
Quando ha compreso che la situazione era irreversibile?
A dicembre, complici pure i miei errori, ho capito che il pubblico di Rai 3 non aveva recepito la nostra offerta. Allora sono andata dall’amministratore delegato Roberto Sergio e gli ho comunicato che mi sarei fermata lì.
Invece ha proseguito fino alla vigilia sanremese.
Mi è stato chiesto. C’erano problemi nella composizione del palinsesto e, nell’attesa che si organizzassero, ho dato disponibilità per altre quattro settimane.
Prima accennava a Israele. Tranne che all’esordio, non ha mai messo i piedi dibattiti con le correnti contrapposte. Un merito che le va riconosciuto.
Alla prima era doveroso parlarne, altrimenti sarei stata una marziana. Ma il tema era delicato e meritava di essere trattato con garbo informativo. Penso che ognuno di noi abbia dei limiti, non si può fare tutto. Non me la sentivo di mettere in scena un teatrino su quell’argomento. C’erano dei morti, è stata una mia scelta. Il programma non nasceva per quello, non me la sentivo di insistere su quella linea. Già mi ero dovuta adeguare a tutt’altra impostazione, diventare come Floris non era nelle mie corde e non avevo l’esperienza per farlo.
Anche la scelta di Rai 3, rete altamente identificata a sinistra, è parsa a tutti incomprensibile.
Il martedì è complicato quanto il giovedì e chi è venuto dopo di me ha avuto identiche difficoltà. Per una donna con i miei precedenti di vita politica lo è stato ancora di più.
E’ convinta che su Rai 2 Avanti Popolo avrebbe goduto di maggiore fortuna?
Sicuramente era più adatto a quel canale. Di sicuro avrei potuto proporre quell’infotainment di cui parlavo, con il popolo protagonista. Senza dimenticare che ci sarebbe stato bisogno di più calma e tempo. I programmi vanno costruiti con cautela, non si inventano da un giorno all’altro.
Una delle accuse era relativa alle elevate spese di produzione. Il Fatto Quotidiano ha parlato di un costo di 200 mila euro a puntata.
Un altro dei tanti racconti non veritieri. Il mio programma non è mai costato 200 mila euro, ma molto meno. Non so chi abbia messo in giro questa voce.
Pronti via e ha invitato suo marito Francesco Boccia. Se lo sarebbe potuto risparmiare, perlomeno al debutto.
Mi dispiace che quella scelta non sia stata compresa. Non sai quante volte mi hanno chiesto di intervistare Francesco. Non abbiamo mai accettato, volevamo tenere divise le nostre vite professionali. Ci pareva rispettoso nei confronti degli altri e di noi stessi. Con quella mossa non volevo fare altro che dimostrare che non intendevo mettere la polvere sotto al tappeto. Era un messaggio al pubblico: ‘Vengo dal centrodestra, sono sposata con un uomo molto esposto del Pd e mi porrò con mio marito in maniera identica agli altri, con lo stesso atteggiamento e senza condizionamenti’. Non sono stata capita, pertanto sarebbe stato meglio evitare.
Alla seconda puntata è stata la volta di Fabrizio Corona, invitato nel pieno del caso-scommesse.
Se dell’invito a Francesco non mi pento, essendo io in assoluta buonafede, nel caso di Corona se tornassi indietro non lo inviterei. Lo ospitammo per stare sulla stretta attualità, in quel momento la vicenda scommesse era di grandissimo interesse. Ho la sensazione che quella presenza e il caos che ne è seguito abbiano spaventato il pubblico di Rai 3 e, forse, non ne avrei avuto bisogno.
Si è parlato di censura. Non a caso Corona, che sarebbe dovuto ritornare, non è più riapparso.
Non censurai assolutamente niente. Tutelai semplicemente me stessa, le persone coinvolte e l’azienda da possibili querele. Mi confrontai con la Rai e trasmettemmo unicamente il materiale che godeva di riscontri e fonti attendibili. Va precisato che Corona suscita sempre parecchio interesse, la sua partecipazione ottenne un altissimo ascolto e l’intuizione era stata azzeccata. I numeri parlano chiaro. Non nego tuttavia che il tutto sia stato fonte di altissimo stress. Non lo rifarei.
Alla terza, invece, è entrata in studio esprimendo solidarietà a Giorgia Meloni a proposito dei fuori onda di Andrea Giambruno svelati da Striscia.
Quella è stata mancanza di esperienza, mi auto-assolvo così. Non sono stata furba, sono stata semplicemente vera.
Non posso credere che non immaginasse le reazioni che avrebbe scatenato, sinceramente.
Ho parlato come avrebbe parlato una donna che giudica la scelta di un’altra donna in una fase di alta esposizione. Ho preferito essere me stessa, probabilmente è una colpa. Ho voluto dire quello che pensavo. Avanti Popolo mi ha anche insegnato a comprendere i miei limiti e i paletti che bisogna porsi. La tv è un grande megafono e deve essere usata con prudenza.
Qual è l’attacco che l’ha ferita di più?
Decisamente quello successivo l’intervista ad Asia, la ragazza di Palermo vittima di stupro. L’ho trovato ingiusto. Ho usato il cuore, l’ho accolta in studio come una madre e, di recente, quando ha avuto dei problemi la prima persona che ha cercato sono stata io. Ero in Oman e ci siamo parlate tramite messaggi e vocali. Ci scriviamo ancora, a distanza di mesi. Una ragazza che ha affrontato un trauma come il suo ha bisogno di accoglienza. Ci sono state donne che le hanno scritto per aizzarla contro di me, ma in questo modo si sono scagliate contro una battaglia giusta che dovremmo condurre assieme, senza patenti. Resto convinta che chi mi ha accusato non ha visto un istante di quella puntata.
Critiche pretestuose, insomma.
Ci ho trovato un’ipocrisia di fondo. Asia sui social aveva già detto le cose che poi ha ripetuto da me. Forse dovremmo renderci conto del fatto che ormai esistono due realtà parallele: i social e la televisione. Mi state dicendo che in rete si può raccontare la verità e in tv no? Ribadisco: tutto quello che le ho domandato era già uscito ovunque e il materiale delle offese ricevute me lo aveva fornito lei.
Se al governo ci fosse stato il centrosinistra avrebbe avuto vita più facile?
Sarei stata vista come un panda (ride, ndr) e magari sarebbe stato più semplice. Ho lavorato con in carica il governo gialloverde, quello giallorosso e il governo Draghi. Non ho notato cambiamenti, se non nel racconto che si è voluto fare di me. Sono diventata lo specchietto per le allodole e questo mi ha parecchio disturbato. Quando sono uscita dalla politica, non ho bussato alla porta di nessuno.
Per capire: hanno utilizzato lei per colpire la Meloni?
Sono stata il simbolo di tutta la narrazione su TeleMeloni, ingiustamente. Ho subìto un danno d’immagine. Sono di centrodestra e, pur rivendicando l’amicizia con Giorgia, non vengo dal Movimento Sociale o da Alleanza Nazionale. Non siamo mai state nello stesso partito e questa identificazione mi ha infastidito.
Si è sentita abbandonata dalla Rai?
Onestamente no. L’errore più grande è stato mio, non dovevo dire ‘sì’. Ho fatto il passo più lungo della gamba.