Nudi per la vita, Stefano Coletta a TvBlog: “Docureality coraggioso, espressione di un intrattenimento anche valoriale”
L’equilibrio narrativo di Nudi per la vita, la credibilità come obiettivo, la linea di prime time di Rai 2: Stefano Coletta risponde a TvBlog.
Nudi per la vita è un esperimento dai mille risvolti. Ce li ha raccontati con precisione Mara Maionchi, che di questo nuovo programma è la conduttrice con un ruolo da ‘coro greco’, come ha ‘svelato’ nell’intervista concessa a TvBlog, ma che è soprattutto la sintesi stessa della fusione tra leggerezza e serietà che costituiscono la doppia anima di questo show che ha come obiettivo rendere la prevenzione contro il tumore al seno e alla prostata oggetto di intrattenimento non charity, ma comedy. Una formula autorialmente complessa, ma anche un contenuto che inaugura il prime time del periodo di garanzia di Rai 2 con una collocazione in palinsesto non abituale per un format del genere. Un format apparentemente semplice – 12 personaggi noti divisi in due gruppi, 6 uomini e 6 donne, che devono preparare uno spogliarello -, ma dalle implicazioni narrative stratificate: abbiamo avuto il piacere di parlare delle caratteristiche e delle difficoltà autoriali di questo show, nonché dell’impegno Rai per questo progetto che potrebbe dirsi ‘pilota’, con il Direttore Intrattenimento Prime Time Stefano Coletta, che ha fortemente voluto che questo progetto vedesse la luce. E lo ringraziamo subito per la disponibilità, a poche ore dal debutto in prima serata su Rai 2.
Parto con una curiosità squisitamente ‘tecnica’: perché si è scelto di programmare quattro puntate in due settimane? È un modo per massimizzare l’impatto, per cercare di limitare un eventuale flessione dell’interesse o semplicemente è una necessità dettata dalla disponibilità di spazio in palinsesto?
Abbiamo scelto di strutturarlo in palinsesto come fosse una miniserie, una fiction di cui, spesso, guardiamo lo sviluppo in due puntate in due serate consecutive. L’obiettivo e’ quello di non diluire nel tempo il tirante della storia, lo spettacolo finale di striptease, a cui si preparano dall’incipit i partecipanti sia al maschile che al femminile. Debutteremo, comunque, con la versione maschile.
È un programma importante, come ha evidenziato Mara Maionchi, e con un formato televisivamente ibrido: come è nato Nudi per la vita e come lo descriverebbe?
L’idea ci è stata proposta dalla società di produzione Blue Jasmine, di Ilaria Dallatana e Francesca Canetta. Il formato è l’adattamento dell’originale Who bares Wins. E immediatamente ho deciso di volerlo portare su Rai2, come apripista del palinsesto autunnale del secondo canale che vogliamo innovare con un’identità complessiva rivolta a target più giovani tramite linguaggi a loro più adatti, espressione di un intrattenimento che possa essere anche valoriale.
Leggerezza e profondità sono, almeno sulla carta, le due dimensioni di questo programma, peraltro difficili da far coesistere: se si punta troppo sugli aspetti ‘burlesque’ si rischia di oscurare l’obiettivo, se si va troppo sulla prevenzione si rischia di allontanare il pubblico. Sul piano autoriale come si è cercato di bilanciare le due cose?
Si tratta di un docureality coraggioso, divertente ma anche necessario che vuole trasmettere l’importanza della prevenzione oncologica, contro il cancro al seno per le donne e della prostata per gli uomini. Sei testimonial maschili e sei donne celebri si metteranno in gioco con il proprio corpo e letteralmente a nudo in uno spettacolo finale a teatro dopo essersi sottoposti a prove di seduzione, studiando con impegno e leggerezza la coreografia. Spero che l’equilibrio delle diverse tonalità sia stato raggiunto grazie a uno storytelling chiaro, coerente illuminato da chiavi riflessive e inedite. È un programma scritto con la consapevolezza di un compito importante da veicolare nel servizio pubblico radiotelevisivo.
Sappiamo che gli ascolti non sono un punto su cui basa le sue valutazioni, tanto più con un programma che ha un obiettivo che va ben oltre la tv: come dice Mara Maionchi, se anche una sola persona andasse a prenotare una visita da uno specialista sarebbe un risultato al di là di qualsiasi percentuale di share. Ma c’è una ‘speranza’? Un desiderio? Un numero che le farebbe sentire più di altri il fatto che il pubblico ha colto il messaggio?
Sarebbe ipocrita dire che non ci interessano i risultati d’ascolto. Ma questa volta la priorità è davvero il contenuto che abbiamo deciso di rappresentare. Quest’estate abbiamo sperimentato con la nuova direzione del prime time ben 4 titoli nuovi su Rai2 e anche volti nuovi, come Nek e Drusilla, e volti identitari per il canale come De Martino Delogu e Balivo con risultati molto al di sopra degli obiettivi, soprattutto in prime time. Riguardo a questo formato va precisato che la durata sarà molto più breve degli altri programmi (dalle 21.30 alle 23.00) e quindi la condensazione temporale sulle curve d’ascolto, tradizionalmente, restituisce un potenziale inferiore. Ma non volevamo slabbrare il racconto. Spero che più persone possano svagarsi ma anche riflettere.
Teme l’effetto dello stolto che guarda il dito e non la luna per la presenza del ‘nudo’? Qualcuno potrebbe vederlo come un fine e non come un mezzo…
Alcun timore in questa direzione. I telespettatori si accorgeranno come il pretesto provocatorio sia gestito con misura e con una provocazione liberatoria ma autoironica.
Cosa vorrebbe arrivasse al pubblico? Cosa vorrebbe che il pubblico commentasse vedendo il programma? E cosa vorrebbe leggere il giorno dopo sui giornali?
Non fantastico mai. Mi interessa che quel che faccio sia rigoroso e onesto. Credibile.
Si sta lavorando già a una seconda edizione? Nel caso l’espediente narrativo sarebbe lo stesso?
Non ne abbiamo ancora parlato. Ma l’idea meriterebbe di tornare con altri cicli, magari dedicati a altre patologie.
Lo prendiamo come un impegno. E intanto approfittiamo degli appuntamenti di prevenzione disponibili nei territori e, se si può, prenotiamo una visita di controllo. Conoscere è la prima chiave per combattere.