Nudi per la vita, Mara Maionchi a TvBlog: “Uno show leggero ma non superficiale. Punto al 90% in più di screening: l’altro 10% lo vado a prendere a casa!””
Mara Maionchi ci racconta Nudi per la vita, format ibrido che mescola varietà e reality per ‘insegnare’ la prevenzione contro i tumori.
Debutta questa sera in prima serata su Rai 2 un programma a dir poco sui generis: si tratta di Nudi per la vita, un inedito docu-reality in quattro puntate in onda lunedì 12 e martedì 13 settembre e lunedì 19 e martedì 20 settembre. Ne sono protagonisti 12 personaggi noti dello spettacolo italiano, di varie età e di diversa provenienza alle prese con la preparazione di uno spogliarello sotto l’occhio attento del coreografo Marcello Sacchetta e con la guida di Mara Maionchi. A tenere insieme i 12 partecipanti, 6 uomini e 6 donne, una comune esperienza più o meno diretta, col cancro, e un obiettivo importante: divertirsi, divertire e sensibilizzare sulla prevenzione del tumore al seno e alla prostata. E chiamiamo le cose col proprio nome. In ‘ballo’ – ed è il caso di dirlo – Memo Remigi, Francesco Paolantoni, Gabriele Cirilli, Gianluca Gazzoli, Gilles Rocca, Antonio Catalani, Corinne Clery, Alessandra Mussolini, Brenda Lodigiani, Elisabetta Gregoraci, Maddalena Corvaglia, Valeria Graci.
Il primo obiettivo dello show è sgretolare tabù e timori, portando il pubblico meno avvezzo alla prevenzione a ‘farci amicizia’: messi da parte i toni solenni da campagna di sensibilizzazione, questo inedito show, che mescola varietà a reality, vuole in fondo fare della lotta al cancro un argomento degno dell’intrattenimento. Ogni risata, ogni momento ‘cringe’ registrato nel corso delle quattro puntate dello show è, dunque, sì funzionale all’intrattenimento ma vuole essere soprattutto utile per far arrivare al pubblico un messaggio fondamentale: che si può, e si deve, entrare in contatto col proprio corpo, senza timori e senza tabù, perché l’autopalpazione è il primo strumento per la prevenzione dei tumori. Se poi qualcuno ci vede morbosità e pruderie vuol dire che non ha finito le elementari.
Questo, almeno, sulla carta. Di come si dipanerà il programma, del ruolo dei concorrenti e dei conduttori e del valore intrinseco di questo show abbiamo avuto il piacere di parlare con Mara Maionchi – chiamata a tenere le fila di questa ‘banda’ di spogliarellisti della prima ora con quella capacità tutta sua di unire serietà e cazzeggio – che ringraziamo subito per la disponibilità.
Se c’è una persona che non ha mai avuto paura di esporsi questa è sicuramente lei, tanto nel lavoro discografico quanto in tv. Ma quale sarà il suo ruolo nel programma? Farà da pungolo, da ‘confessora’ o sarà tipo una Sig.na Grant in stile Fame – Saranno famosi?
No no, quello non è un ruolo per me, non avrei mai potuto essere una professoressa, primo perché sono stata un asino a scuola e secondo perché io sono una che sta al fianco, mai al di sopra o davanti. Secondo me assomiglio più al coro greco: sottolineo le cose, non giudico, occasionalmente ironizzo ma non devio mai la spontaneità delle azioni degli altri, almeno ci provo. Poi certo si spera che i vecchi siano più saggi, magari qualcosa da prof l’avrò anche detta…
Ho usato il termine ‘paura’, per quanto lei appaia al pubblico come la quintessenza della determinazione, della libertà di espressione, della voglia di provare tutto nella vita. Ma è difficile non parlare di paura quando si parla di cancro. Nel realizzare il programma quanto è stato difficile riuscire a trovare l’equilibrio tra le ansie, i ricordi dell’esperienze vissute e la chiave ‘leggera’ dello show?
L’equilibrio fra quelle ansie e i ricordi sono io come sono oggi. Non è stato molto diverso da essere come sono, sinceramente: la me di oggi è frutto di entrambe. È stato importante riuscire a mediare fra il serio e il faceto: sicuramente se ci sei passato hai meglio presenti i confini. La scommessa di far presentare una che di mestiere fa altro sta proprio nel sapere che, essendoci passata, posso dosare meglio come essere leggera senza essere superficiale. Spero di esserci riuscita.
Ci si prepara a uno spogliarello, divertendosi, per ‘insegnare’ a casa a non aver ‘paura’ (il termine torna) del proprio corpo, perché toccarsi, guardarsi, auto palparsi sono i primi strumenti per la prevenzione: cosa l’ha convinta di più in questo format e cosa – se c’è – l’ha lasciata magari un po’ perplessa? C’è stato qualche aspetto su cui è intervenuta, magari per qualche suggerimento e qualche modifica al programma?
Un po’ per rispetto del lavoro degli altri e un po’ perché se ho anche piccoli dubbi non mi avventuro a priori nelle cose, non mi esporrei a dare degli elementi di modifica. Peraltro, questo è un format internazionale vincitore di premi e sicuramente è stato scritto da chi ne sa più di me: l’unico errore che potevamo fare era selezionare nel cast persone che non fossero pronte a mettersi al servizio del messaggio del programma e penso che ci siamo riusciti. Sono stati tutti preziosi in questo senso.
Quanto ‘costa’ esporsi? Quanto costa, nella vita personale e professionale, non avere paura di mostrarsi per quel che si è?
Può costare ma nel lungo periodo penso paghi. È meno stressante essere sé stessi. Poi nella televisione di intrattenimento, senza copioni, è difficile essere diversi da quello che si è: parliamo di una gigante lente di ingrandimento, se fingi a un certo punto si vede.
Un detto dice che lo stolto guarda il dito che indica la luna: questo potrebbe accadere con il ‘nudo’ dichiarato dal programma. Qualcuno potrebbe vederlo come il fine e non come il mezzo. Non so se ha già ricevuto commenti in merito, se qualcuno le ha già manifestato le proprie ‘perplessità’: posso chiederle cosa ha risposto loro? O cosa nel caso risponderebbe?
Risponderei di guardarci e guardarci per intero. Il nudo è un pretesto – peraltro parliamo di un momento finale gestito in maniera teatrale e con il dovuto rispetto del pubblico – per parlare di prevenzione, per fare gruppo e per ricordarci che insieme si può superare meglio qualsiasi prova, dall’imbarazzo alla paura di una brutta diagnosi.
Mi aggancio alla domanda precedente semplicemente per chiederle cosa vorrebbe arrivasse al pubblico? Cosa vorrebbe che il pubblico commentasse vedendo il programma? E cosa vorrebbe leggere il giorno dopo sui giornali?
Il titolo che mi renderebbe più gioiosa sarebbe “+90% di prenotazioni agli screening anti-tumorali grazie a Nudi per la Vita. Commenta la Maionchi: ora l’altro 10% lo vado a cercare porta a porta! (E si sorride, tanto.)
Per sintetizzare il tutto, cos’è Nudi per la vita?
È un programma che mira a sensibilizzare alla prevenzione contro il tumore alla prostata e al seno: tuttavia mi preme dire che la prevenzione, in generale, è uno strumento importante non tanto per non ammalarsi (esiste anche la familiarità) ma per avere un vantaggio competitivo sulla cura, sì. Io sono la prova provata che la prevenzione può fare la differenza: in un controllo annuale abbiamo trovato il mio (peraltro bilaterale perché io sono sempre esagerata!) e ho potuto intervenire tempestivamente. Non ho la ricetta per tutte le soluzioni ovviamente, è stato il mio percorso personale, ma sull’utilità del mezzo posso garantire.
Non ci resta che seguire Nudi per la vita. E prenotare una visita specialistica, oltre le paure e le scaramanzie.