Notti sul ghiaccio col minimo sforzo
Notti sul Ghiaccio? Non era niente di che, e non erano pronti. Almeno, questa è la sensazione di partenza, se può addirittura capitare che salti completamente la grafica e quindi uno si trovi a sentire in audio i voti e a non avere niente di visivamente esplicativo, con una brutta (brutta proprio) inquadratura nella sala
Notti sul Ghiaccio? Non era niente di che, e non erano pronti. Almeno, questa è la sensazione di partenza, se può addirittura capitare che salti completamente la grafica e quindi uno si trovi a sentire in audio i voti e a non avere niente di visivamente esplicativo, con una brutta (brutta proprio) inquadratura nella sala dei campioni dove le coppie di pattinatori aspettano il loro giudizio.
Il format non ha niente di diverso rispetto a Ballando con le stelle. C’è Masciarelli al posto di Paolo Belli (hanno tenuto la rima baciata), c’è il ghiaccio anziché una pista da ballo, e tutti sono sui pattini (quasi tutti, i cameraman forse no…), la Carlucci indossa un bel tutore al braccio, pronti-via, facciamo morti e feriti, niente prigionieri.
Alcune esibizioni sono interessanti, altre penose, altre patetiche. Non si capiscono bene i criteri dei voti delle due giurie. Prevale, comunque – lo afferma Vittorio Sgarbi, uno dei tre della giuria artistica – il pietismo.
La serata scorre via, col minimo sforzo da parte dei cervelli che stanno dietro al programma. Mentre scrivo non so ancora quali siano i dati d’ascolto, ma potrebbe anche aver ottenuto il massimo risultato. Del resto, Ballando con le Stelle andò così bene – mi sembra di sentire il brainstorming – che non c’è bisogno di discostarsi troppo da quel modello. Perché farlo? La collocazione e il periodo della stagione dovrebbero anche aiutare.
Gli unici che sembrano sforzarsi davvero sono i vip che si stanno cimentando nella cosa, sottoposti a un training niente male. Perché le cadute vanno bene, ma evitiamo di trasformarla in burletta.
Notti sul ghiaccio certo, ma la magia di quelle olimpiche è molto molto lontana.