Noos e quell’assurdo confronto con Temptation Island. Una polemica utile solo a sfornare un’insopportabile retorica
Noos non chiude, viene solo sospeso. Più che Temptation Island, eviterà le Olimpiadi. Ma il confronto con i Giochi non avrebbe goduto della stessa spinta demagogica
C’è innanzitutto un primo aspetto da chiarire: Noos non è stato cancellato, bensì sospeso, con il programma di Alberto Angela che tornerà alla fine di agosto con gli ultimi tre appuntamenti previsti. Ed è la stessa Rai a spiegare che la decisione è stata presa “per valorizzare al meglio un prodotto di eccellenza, che rappresenta un unicum nel panorama televisivo italiano ed è un fiore all’occhiello del servizio pubblico”.
Nessuna chiusura anticipata, dunque, come invece si fa con le trasmissioni che floppano. Piuttosto una pausa ‘conservativa’ utile a tutelare il prodotto che, tra l’altro, si riaffaccerà a ridosso dell’avvio della nuova stagione televisiva, quando la platea andrà gradualmente a rimpolparsi.
In questi giorni, tuttavia, è esplosa una polemica che coinvolge Temptation Island, reality che nei passati giovedì si è scontrato, vincendo largamente, con la proposta divulgativa di Rai1.
Peccato però che Noos e Temptation non abbiano mai giocato nel medesimo campionato. Anzi, hanno praticato sport letteralmente agli antipodi. Eppure, quale miglior occasione per mettere a confronto le due offerte e scomodare gli indignati di professione, che non vedevano l’ora di collocare da una parte i colti e gli eruditi e dall’altra parte il popolo bue?
Il basso che umilia l’alto, metafora di un Paese senza speranza e futuro. Musica per le orecchie dei dispensatori di insopportabile ed insostenibile retorica che, c’è da scommetterci, di Noos non sanno nemmeno quando e dove andasse in onda.
Noos è purtroppo vittima della ‘sindrome del Telegatto’. Era infatti il 2001 quando Alessandro Cecchi Paone si infuriò perché La Macchina del Tempo e Super Quark erano state inserite nella stessa categoria (costume e cultura) del Grande Fratello. Se oggi fa sorridere il pensiero che ad insorgere fu proprio Cecchi Paone (per le innumerevoli contraddizioni manifestate negli anni a venire), appaiono in compenso evidenti le similitudini tra la trasmissione all’epoca di Piero e ora di Alberto e lo stridente accostamento con il Gf, che a distanza di oltre quattro lustri nell’immaginario collettivo potrebbe essere tranquillamente rimpiazzato da Temptation.
Premiare allora il primo reality della storia della tv, in grado di raccogliere davanti allo schermo fino a 16 milioni di spettatori, risultò doveroso, addirittura scontato. L’errore semmai fu solo lontanamente ipotizzare che quel contenuto potesse avere attinenza con contenitori scientifici.
Un discorso tutt’ora valido. Noos e Temptation non hanno mai giocato alla ‘comparazione’, consapevoli entrambi delle differenti mission. E prima di dichiarare che è stata l’isola delle tentazioni a sfrattare Alberto Angela, bisognerebbe domandarsi per quale motivo Noos non rispunti già la settimana prossima, quando lo show di Canale 5 sarà bello che terminato. Evidentemente, sostenere la tesi dello stop causato dalle Olimpiadi non avrebbe goduto della stessa spinta demagogica.
C’è infine una questione, affatto marginale, che nessuno ha osato affrontare: l’analisi del programma. Noos non è Meraviglie, né Stanotte a. E’ un racconto prevalentemente ‘da studio’ che limita le uscite al lancio di documentari che, spesse volte, non vedono nemmeno la partecipazione del conduttore. Insomma, una narrazione più fredda e meno suggestiva, che toglie all’approfondimento l’etichetta di evento.
Noos si riconosce più che altro in uno stile da Discovery, in genere riscontrabile su reti tematiche dove l’offerta totalizza percentuali da zero virgola. Sapere che su Rai 1 riesce ad attrarre oltre un milione e mezzo di spettatori è un’ottima notizia. Altro che Temptation…