Nonsolomoda: l’estetica (e la Toffanin) non bastano

Sembra ieri, ma è oramai dal 2002 che Silvia Toffanin, 28 anni, presenta Nonsolomoda, rotocalco di tendenze, design, viaggi, eventi. La storia è pressappoco questa: il programma nasce nell’84 sotto la conduzione di Roberta Capua, poi Afef, Michelle Hunziker, Vanessa Incontrada e la nostra Silvia.

Al motto di “Anno Zero, numero 1: Globish News, il nuovo linguaggio per capire il mondo” (o qualcosa di simile) inizia la solita sequela di servizi dall’impatto invidiabile, dai contenuti analitici mai troppo superficiali ma che sembra facciano solo da scusante esteriore per uno spot interiore. Sarà una conseguenza dell’effetto patinato, sarà che in 50 minuti di trasmissione si vedono due spot in anteprima, ma un rotocalco del genere potrebbe permettersi una durata maggiore, spezzata dopo il TG, esaltando in durata il suo più grande pregio: l’estetica.

Magari valorizzando un po’ il ruolo della Toffanin, che si ritrova ad essere chiamata in causa, come dicono i titoli di coda, nel ruolo “Star Starter”, quando è poco meno di un mezzo busto che lancia i servizi: cosa che le sue colleghe che l’hanno preceduta hanno fatto allo stesso modo ma con maggiore elaborazione stilistica, conduttrici che sono risultate (mi riferisco in particolar modo agli esempi più recenti) centro personalizzato attorno al quale ruota l’intera trasmissione. Si può dare di più, specie dopo più di 20 anni di messa in onda.