Nonna Tv
La Tv che c’era, la Tv che non c’è, la Tv che c’è
Se chiudo gli occhi la rivedo. Rivedo le pause, il bianco e nero, la luce ovattata di una stanza buia. Dietro agli occhi il diaframma della mente che ti apre ai ricordi, sempre vivi, sempre chiari. La tv del prima di andare a nanna, la tv dell’attesa, la tv dei cartelli, la tv del Carosello, la tv dell’intervallo. Quell’arpa in cui ti immaginavi una signora, elegantemente vestita, che sfiorava, che accarezzava quelle corde, mentre dal video scorrevano le immagini dell’Italia, di quei luoghi a te sconosciuti in cui tu, piccolo fanciullo, facevi a gara a leggere le didascalie, prima che si passasse all’immagine successiva.
Poi l’attesa, l’imprevedibilità di quello che ci sarebbe stato dopo. L’attesa dell’arrivo della signorina buonasera, che ti avrebbe annunciato il programma a disegni animati, oppure che ti avrebbe giustificato la mancata messa in onda di una trasmissione saltata all’ultimo minuto. La televisione della sorpresa, la televisione dello stupore, la televisione della gentilezza, in cui il telespettatore era “il gentile pubblico” ed in cui occorreva tempo per passare da un programma all’altro, con quel “nero” che ora è diventato sinonimo di pubblicità e che allora era una specie di movimento delle palpebre, come per immaginare cosa ci sarebbe stato dopo.
La tv dei professionisti, dei competenti, davanti e dietro il sipario. La tv del rispetto, la tv anche sottovoce, la tv di quello raccomandato, ma anche di quello bravo.
Il vetro era il cristallino della nostra immaginazione, era il diaframma fra quel che ci immaginavamo ci sarebbe stato e quello che c’era poi davvero. Perchè ora chiudendo gli occhi, riappare quello stupore e quella che una volta era la nostra mamma, ora è diventata la nostra nonna, magari un po’ malandata, un po’ stanca, ma con tanti nipotini che le girano intorno. Nipotini, come tutti i nipotini, magari troppo esuberanti, qualcuno anche maleducato, ma con quegli occhioni grandi che sembrano chiederle consiglio.
Lei ora se ne sta seduta, anche stanca, a vederli correre, a vederli litigare, a vederli scherzare, a vederli combattere e anche a vederli fare cazzate, ma sempre pronta a dar loro dei consigli che, ovviamente, la maggior parte delle volte resteranno inascoltati. La tv di oggi è cosi cambiata, guarda al passato con un pizzico di vergogna, ma in alcuni casi con tanto rispetto, il medesimo rispetto che si deve ad un soggetto anziano, che tanta esperienza ha alle spalle da raccontare e anche ancora da costruire.
In certi momenti torna quella vecchia nonnina, torna con il suo sguardo rassicurante, con il suo caldo scialle sulle spalle, con la sua preziosa esperienza e capacità, ma il più delle volte si deve fermare, con quell’azzurro degli occhi che sembra volgersi al cielo, quasi a cercare i sapori, le emozioni, i profumi di un tempo, di quel tempo in cui giovane, inesperta, ma con tanta voglia e passione, stava costruendo una strada nuova, totalmente nuova. Una strada che poi sarebbe stata ricalcata e rifatta con tutta la tecnologia che il tempo ci regala, in un progresso giustamente irrefrenabile.
Tutto bello, quasi tutto bello ma, quando viene la notte e non solo la notte, mi viene voglia di chiudere gli occhi, senza dormire. Rivedo quella luce azzurra, stampata, proiettata nel muro buio di quella lontana stanza di gioventù e il profumo sano, ingenuo, antico ma vero di quei momenti torna prepotentemente vivo dentro di me. Quelle sensazioni, quegli occhi chiusi, mi fanno vedere molto di più di quanto -certe volte- gli occhi aperti della televisione di oggi, mi mostra.
Ne sono certo….
Stasera chiudo gli occhi ma non dormirò
Non dormirò, non dormirò
Stasera chiudo gli occhi ma non dormirò
Non dormirò e non lo so