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Non è l’Arena, frecciata a Burioni per le previsioni sbagliate: “Spesso sta seduto per ore intere dall’altra parte”

A Non è l’Arena frecciata a Roberto Burioni, ospite fisso a Che tempo che fa: “Seduto per ore dall’altra parte”. Vengono mostrate le ‘previsioni’ sbagliate del 2 febbraio scorso. Ma quella sera anche il programma di La7 scivolò su diverse bucce di banana

pubblicato 4 Maggio 2020 aggiornato 30 Agosto 2020 02:23

La frecciata a Roberto Burioni arriva da Non è l’Arena. E non è una frecciata casuale, dal momento che il virologo è da mesi ospite fisso di Che tempo che fa, programma concorrente.

Lo spunto per la stoccata è l’ingresso nella tanto agognata fase due.  A discuterne ci sono Alessandro Cecchi Paone e Fabrizio Pregliasco, quest’ultimo chiamato in causa dal conduttore. “Non voglio metterla in difficoltà – dice Massimo Giletti – ma deve ascoltare il passaggio di un suo collega prestigioso, famoso, Burioni, che spesso sta seduto per ore intere dall’altra parte del canale”.

Parte il filmato e non è altro che un frammento della puntata di Che tempo che fa del 2 febbraio scorso. “In questo momento il rischio di contrarre il coronavirus è zero, perché il virus non circola”, dichiarava il medico marchigiano. “I due pazienti che avevano contratto il virus in Cina, una volta arrivati in Italia sono andati a prenderli in albergo, non sono andati al pronto soccorso. Al momento il virus non sta circolando”.

Per onor di cronaca, Burioni si riferiva ai primissimi casi registrati in Italia, ovvero ai due turisti cinesi di 66 e 67 anni prelevati da un albergo romano e ricoverati in isolamento allo Spallanzani. La convinzione di aver isolato il virus, tuttavia, spinse Burioni a sposare una tesi fino a quel momento non smentita dalle cronache.

In tal senso, va sottolineato come la stessa sera Non è l’Arena avesse in studio proprio Pregliasco e Cecchi Paone, pronti a ribadire l’inutilità delle mascherine. “Non c’e’ nessun pericolo in Italia – affermava con certezza il giornalista – ci sono solo due malati, ma nessun morto. Mi spiace per i farmacisti ma questa corsa alle mascherine non ha senso”. Senza dimenticare che Pregliasco il 23 febbraio, parecchi giorni dopo e in seguito all’esplosione dei contagi a Codogno, ripeté con fermezza ai microfoni di Sky Tg24 che si trattava di una “malattia banale con una letalità bassissima, inferiore a quella dell’influenza”.

Previsioni col senno di poi rivelatesi errate e parecchio stridenti con gli avvenimenti degli ultimi due mesi e con le ipotesi al contrario molto più allarmistiche dello stesso Burioni (“non è vero che è una banale influenza”), delle quali però non è stato tenuto conto.

Per non parlare infine di un servizio, trasmesso sempre quel fatidico 2 febbraio da Non è l’Arena, che vedeva un attore cinese  ingaggiato per andare in giro per Roma a tossire per finta nei bar e in metropolitana per osservare le reazioni.