Omaggio a Celentano, Rai “usata”, criticata e beffata a Non è l’Arena
A Non è l’Arena va in scena l’omaggio ad Adriano Celentano con l’ampio supporto degli archivi Rai. Critiche a Viale Mazzini, con Giletti che torna sulla sua ‘cacciata’. E non manca il promo a Mediaset
Immaginate di essere proprietari di un albergo, di ospitare un cliente senza farlo pagare e di ritrovarvi il giorno dopo lo stesso cliente che non solo critica il vostro servizio, ma che fa pure pubblicità all’hotel situato di fronte.
Un paragone utile a spiegare quello che è accaduto domenica sera a Non è l’Arena, dove Massimo Giletti ha dedicato un terzo di puntata ad Adriano Celentano, fresco ottantunenne.
Un lungo talk a cui hanno preso parte, tra gli altri, Mara Maionchi, Red Ronnie e Marisa Laurito, chiamati a commentare le performance – recenti e non – del Molleggiato. Ma la chiacchierata non sarebbe stata possibile se, a supporto, non fossero stati lanciati filmati tutti prelevati dall’immenso archivio Rai.
E così, ecco Giletti pronto a intervenire su gag e momenti estratti da Studio Uno, Speciale Tg1 (con Vincenzo Mollica), Milleluci, Odeon (di Gianni Minà), Francamente me ne infischio, 125 milioni di cazzate e Rock Politik.
E proprio a Rock Politik, nel 2005, Celentano piazzò tre sedie vuote in studio rappresentanti Enzo Biagi, Michele Santoro e Daniele Luttazzi, vittime dell’editto bulgaro. “Ce n’è una pure per te alla Rai”, ha ironizzato Red Ronnie. Giletti non se l’è fatto ripetere due volte e ha colto la palla al balzo: “Sì, ma si riempiono, vanno e vengono, anche la Gabanelli è andata via…”.
Sul fronte opposto, invece, Mediaset non ha potuto che ringraziare per il lancio fatto ad Adrian, nuova produzione in onda a breve su Canale 5: “Dire che è un fumetto è riduttivo – ha sottolineato il conduttore – è una roba molto più intensa”.
La beffa si è completata in seguito, quando ad essere omaggiato è stato anche Fiorello. Oltre a momenti estratti da Stasera pago io, Viva Radio 2, Il più grande spettacolo dopo il weekend e la stessa Arena, Giletti ha avuto modo di tornare per l’ennesima volta sul suo turbolento addio a Viale Mazzini.
“Non posso dimenticare che quando fui costretto a lasciare la Rai lui usò delle parole che nel nostro mondo pochi ebbero il coraggio di dire. In quel momento c’era un direttore generale molto potente appena instaurato e mettersi contro il sistema non è da tutti. Quell’atto non lo potrò mai dimenticare, Fiorello fu uno dei pochi”.