Non è l’Arena, perché l’intervista al dentista col braccio in silicone non è uno scandalo, ma giornalismo televisivo
A Non è l’Arena l’intervista al dentista di Biella che ha cercato di farsi vaccinare col braccio in silicone è davvero uno scandalo?
Il tema è l’opportunità di dare spazio in tv a personaggi le cui imprese non possono essere considerate edificanti (eufemismo). La discussione, in corso da qualche mese nel mondo del giornalismo, televisivo in particolare, ha ripreso vivacità dopo che a Non è l’Arena Massimo Giletti ha ospitato Guido Russo, il dentista di Biella che si è presentato all’hub vaccinale con un braccio in silicone, ma era stata recentemente rilanciata dal post social di Enrico Mentana, secondo cui i no-vax non vanno ospitati in tv, Lo stesso Mentana che – lo ha ricordato anche Giletti questa mattina nel suo programma su Rtl 102.5 – che ospitò a Matrix anche chi “diceva che le torre gemelli se l’erano fatte saltare in aria gli americani stessi” e che accettò di confrontarsi con i vertici di Casapound nella loro sede romana.
Secondo molti commentatori l’intervista di Giletti al dottor Guido Russo è uno scandalo, non soltanto perché regala visibilità (e legittimità) ad una persona che ha provato a prendersi gioco dello Stato, ma anche e soprattutto perché rischia di creare ulteriore confusione su un tema delicato e drammatico come quello della lotta al covid, mentre l’emergenza sanitaria è ancora in corso.
Eppure a noi sembra che assomigli ad una normale (e riuscita) operazione di giornalismo televisivo: Giletti ha lavorato per ottenere una esclusiva intervista televisiva (Non è l’Arena è un un talk show di oltre tre ore in onda su una rete privata, non un telegiornale di 25 minuti!) al protagonista di un caso di cui le testate di tutto il mondo si sono occupate.
Ascoltare il racconto di un dentista che dichiara di aver messo in scena “una provocazione per lanciare una piccola protesta personale” in materia di gestione sanitaria dell’emergenza da covid per alcuni maestri del giornalismo molto bravi ad agitare la penna rosa è una pagina televisiva pietosa, di cui forse addirittura una rete come La7 si dovrebbe vergognare. È “informazione spazzatura“, per dirla con il tweet del direttore de Il Foglio Claudio Cerasa. Eppure la sensazione di chi scrive è che il pubblico televisivo non l’abbia avvertita come tale (la puntata di mercoledì di Non è l’Arena ha sfiorato il 7% di share), ma come un approfondimento di un grave fatto di cronaca, che per la sua ridicolaggine sfocia per forza di cose nella commedia all’italiana.
Per carità, se vogliamo scandalizzarci perché un talk show di un emittente commerciale cerca di fare ascolti alimentando una discussione che esiste nella vita reale (perché i no-vax esistono per davvero, anche se attualmente rappresentano una piccola minoranza) va bene, ma forse è il caso di ammettere che per ottenere il risultato di cui sopra, il dentista, al quale si è dato addirittura diritto di parola (come se fossimo in democrazia, sic), non è stato eretto ad eroe (come ipotizzava Selvaggia Lucarelli sul Domani, che pure aveva provato a contattare il legale per intervistare il dentista – anche se lei ha successivamente precisato che le cose sono andate un po’ diversamente), ma anzi è stato giustamente stigmatizzato (da giornalisti e professionisti della medicina) anche nello studio di quel cattivone di Massimo Giletti.
Forse basterebbe ammettere che Non è l’Arena è arrivata dove altri non sono riusciti (ieri Dritto e rovescio ha mostrato un servizio dal quale si evincerebbe che per l’odontoiatra fosse previsto un cachet da almeno 5 mila euro) e che ha trattato la vicenda in maniera impeccabile dal punto di vista televisivo e giornalistico (alla fine è arrivata anche una notizia: il dentista si è vaccinato per davvero, a seguito del fattaccio).