Non ci Resta che il Crimine – La serie, intervista con Tognazzi e Morelli: “In viaggio nel tempo per ritrovarsi”
“L’intento della serie è puro intrattenimento non ci sono attinenze col presente” sottolinea Tognazzi
Dopo 3 film Non ci Resta che il crimine diventa una serie tv disponibile su Sky e in streaming su NOW da venerdì 1° dicembre. La commedia in 6 puntate farà compagnia al pubblico per 3 settimane per poi restare disponibile on demand. Confermato il cast che guidato da Marco Giallini, Giampaolo Morelli e Gianmarco Tognazzi nei panni di Moreno, Claudio e Giuseppe. In questa avventura, spinti dalla voglia di Giuseppe di scoprire chi sia la sua vera madre, il trio si ritrova negli anni ’70. Modificando però un evento del passato, cambieranno il presente portando l’Italia in una dittatura di stampo fascista militare. Il loro obiettivo è quindi quello di tornare nel 1970 e cercare di impedire questa modifica.
Prima di immergersi nelle disavventure delle nuove puntate, abbiamo chiesto a Gianmarco Tognazzi e Giampaolo Morelli come ritroviamo i loro due protagonisti dopo la trilogia cinematografica. “Un po’ ammaccati” dice Giampaolo Morelli che spiega come nel tempo si siano un po’ persi di vista, hanno anche perso il bottino.
La serie ti dà più tempo per esplorare i personaggi, il loro viaggio diventa così un modo per ritrovare se stessi e il loro rapporto di amicizia che nel frattempo si era perso.
Il rapporto tra i personaggi è proprio la chiave di Non ci Resta che il Crimine, sia dei film che ovviamente della serie. “Abbiamo scoperto dei lati diversi dei nostri personaggi proprio partendo dal fatto che si erano persi e si sono ritrovati” spiega Gianmarco Tognazzi.
Abbiamo chiesto ai due protagonisti se questo clima si respira anche oltre le telecamere e se esiste una componente di improvvisazione: “Ormai l’affiatamento tra noi è solido, si era già sviluppato nel primo film insieme, quindi l’abbiamo portato avanti in un’esperienza più lunga” spiega Tognazzi “perché fare una serie è un po’ come fare altri tre film“. L’improvvisazione è quindi minima, quella inevitabile quando c’è l’affiatamento che hanno loro sul set.
Anni ’70, le lotte studentesche, un regime fascista, questi temi muovono le disavventure di Non Ci Resta che Il Crimine la serie. Abbiamo chiesto a Tognazzi e Morelli se in un’epoca così piena di contrasti sia difficile ironizzare sulla politica. “Magari c’è chi vuole vedere un’attinenza tra la realtà e quello che è raccontato nella serie” risponde Morelli che sottolinea come la serie sia stata girata diverso tempo fa. “Rappresenta un’occasione per approfondire un momento storico nostro molto importante, si parla di un golpe fallito che realmente c’è stato e che in pochi conoscono” “Altrettanto comico” aggiunge Tognazzi che sottolinea come la serie ha un intento di puro intrattenimento “non sempre bisogna andare a cercare attinenze col presente“.