Non Ci Resta che il crimine – La serie, intervista ai registi: “La musica e i costumi fondamentali per andare nel passato”
Non Ci Resta che il crimine – La serie è su Sky e NOW con 2 nuove puntate ogni venerdì
Massimiliano Bruno è l’anima di Non Ci Resta che Il Crimine. Regista, sceneggiatore e attore dei tre film, ma anche di tante commedie che hanno segnato il cinema italiano degli ultimi anni, nell’avventura seriale ha deciso di farsi affiancare da Alessio Maria Federici, che ha realizzato film come Fratelli unici, (Im)perfetti Criminali e la serie tv Generazione 56K.
Durante la presentazione di Non Ci Resta che Il Crimine – La serie abbiamo incontrato i due registi e a Massimiliano Bruno abbiamo chiesto perché portare un aiuto: “Perché non m’andava di fare la serie e quindi ho chiamato un altro regista. Mi sembra la risposta più logica”, è stata la sua risposta tra le risate di Alessio Maria Federici. Poi dopo l’ovvia battuta servita un po’ su un piatto d’argento, ha anche aggiunto come “Era molto impegnativo affrontare sei puntate e ho sentito la necessità di farmi affiancare da una persona competente che potesse metterci del suo. Così ho chiamato il meglio che c’è in circolazione. A prescindere dalla sua fede calcistica rappresenta per me una certezza da questo punto di vista”.
Alessio Maria Federici oltre a portare i cornetti sul set, ha raccontato quanto sia stato stimolante affrontare un progetto dove non doveva immaginare tutto fin dalla prima pagina della sceneggiatura, perché “l’immaginario era costruito dai 3 film, quindi avevo quattro ore e mezzo per definire come approcciarmi alla serie.” Dal suo punto di vista è stato interessante vedere all’opera i protagonisti e trovare una sua chiave per declinare i loro personaggi.“La cosa più bella, che Massimiliano non dice ma è merito suo, è il fatto che questa storia è stata scritta anche per poter lavorare con tutta una serie di giovani attori che non trovano spesso spazio nel nostro star system. Anche se in un mondo senza star ti domandi come possa esistere il system. Ragazzi che Massimiliano conosce attraverso la sua scuola, attraverso i teatri, che non hanno spazio per emergere e con cui è stimolante lavorare. Perchè poi i giovani ti seguono, perchè magari con la lunga serialità spesso andare a stimolare gli attori sul set non è semplice”.
“Un lavoro che è stato ripagato” ha aggiunto Massimiliano Bruno.
Viaggiando agli anni ’70 era importante caratterizzare l’epoca, rappresentarla nel modo migliore. “Dal mio punto di vista la musica è l’elemento che maggiormente caratterizza gli anni ’70, In A Gadda Da Vida di Iron Butterfly” ha citato Massimiliano Bruno che ha aggiunto come “a livello musicale io mi sono divertito molto, e poi i costumi, la scenografia”. Federici “I costumi sono fondamentali, quelli sono gli anni del passaggio, chi voleva essere detonante e passava dalla maglietta bianca e i pantaloni alla zuava alla camicia di fuori e la zampa di elefante, non sembra ma sono elementi cruciali per segnare il passaggio di un’epoca”.
Dopo una trilogia di film e una serie tv, potrebbe essere la volta di un viaggio al femminile nel tempo, un po’ come con i film di Ocean è la provocazione lanciata a Massimiliano Bruno che ha risposto “anche una regista donna così ci leviamo dai….”. Chissà se magari potrebbe nascere uno spinoff di questo tipo guidato da Liliana Fiorelli e la sua Marisa.