Nomine Rai – Le reazioni politiche sono confuse e contrastanti
Pd e Pdl spaccati al loro interno da posizioni diverse. L’Udc plaude ai nomi fatti da Monti, l’IdV parla di inciucio dei poteri forti.
Sono estremamente confuse e frammentarie le reazioni politiche alle nomine Rai volute da Mario Monti. Vediamole brevemente. Il Pd, per bocca di Pierluigi Bersani, ha fatto sapere di aver apprezzato i nomi scelti
ma i partiti non devono partecipare alla governance.
Quindi sembrerebbe che il Partito democratico voterà per confermare la presidenza di Anna Maria Tarantola ma non esprimerà i propri uomini per il cda Rai.
Ma Giuseppe Giulietti (di Articolo21) e Vincenzo Vita (deputato del Pd) non sono affatto d’accordo con Bersani:
«Dal momento che avevamo chiesto al presidente Monti di respingere ogni ricatto e di decidere da solo, non possiamo che dargli atto di averlo fatto e di aver smentito ogni indiscrezione e tutti i pronostici. Appare invece, a dir poco sorprendente, che il governo abbia indicato il nome del direttore generale, perché a norma di legge e di statuto questo compito spetta al consiglio di amministrazione che lo designa di concerto con il ministero del tesoro. Questo annuncio anticipato rischia di aprire la strada a contestazioni ed esposti. Peraltro sarebbe interessante capire se il direttore generale indicato, Luigi Gubitosi, sia l’ex direttore di Wind, già al centro di durissime polemiche e addirittura di una intera puntata della trasmissione Report. Spiace infine dover constatare che, per l’ennesima volta, non si sia prestata attenzione alcuna alle competenze editoriali, alle biografie professionali, e persino alla valorizzazione di chi, anche dentro la Rai, aveva le caratteristiche per svolgere ruoli di direzione generale, e non solo».
Sulla stessa linea dei due, incredibilmente, c’è Paolo Romani, deputato del Popolo delle libertà ed ex Ministro per lo sviluppo economico sotto Silvio Berlusconi, si è pronunciato decisamente contro l’indicazione di Luigi Gubitosi come d.g.:
E’ un’ingerenza gravissima l’indicazione dei direttori generali della Rai da parte del Governo. Non discuto la qualià del nome indicato, ma le regole e le modalità sono stravolte dal Governo. Il dg della Rai deve essere nominato dal CdA, a sua volta espressione del Parlamento. E’ una regola di garanzia dell’autonomia del Servizio Pubblico che l’editore sia il Parlamento, rappresentativo della volontà popolare.
Ma oggi, a complicar le cose, è intervenuto per il Pdl Angelino Alfano, che non ha ribadito il concetto di Romani. Si è solo chiesto le ragioni della sostituzione di Lorenza Lei:
«I nomi che il presidente Monti ha fatto per la Rai sono ottimi nomi, non abbiamo nulla da obiettare sul piano dei curricula di ciascuno. Ci chiediamo solo perche sia stata sostituta Lorenza Lei che aveva ottenuto ottimi risultati aziendali. E una azienda si misura per i risultati».
D’altro canto, si dice che Luigi Gubitosi sia nome vicino all’ex premier Silvio Berlusconi. Sui due opposti del diametro, Udc e Idv.
I centristi di Casini sono soddisfatti (non poteva essere altrimenti) e commentano attraverso le parole di Rocco Buttiglione:
«Il governo ha agito bene, scegliendo la strada della competenza e della imparzialità». E aggiunge che, con queste scelte, il governo ha «allentato la presa dei partiti sulla Rai».
Di opinione completamente contraria, invece, i rappresentanti dell’IdV (e anche qui, non poteva essere altrimenti). Antonio Di Pietro, senza mezze misure, ha dichiarato:
«Subito dopo aver detto che i poteri forti lo avevano abbandonato, subito ha nominato rappresentanti di poteri forti».
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