Noi sono troppo… Loro. Il remake di Raiuno dipende troppo da This Is Us: la recensione
Se l’idea alla base della serie regge e propone al pubblico italiano qualcosa che è davvero nuovo, non mancano i dubbi di fronte all’operazione remake…
Sarei curioso di sapere cosa ne pensa di Noi-La serie un telespettatore che non abbia mai visto This Is Us, la serie tv da cui la fiction di Raiuno è tratta. Perché è inutile girarci intorno: se hai conosciuto ed amato i Pearson, resterai comunque influenzato da loro nel conoscere i Peirò.
Noi-La serie tv, recensione
Il pubblico di Raiuno (non più quello abituato alla “camomilla per anziani”, quindi assolutamente preparato a nuovi strumenti di narrazione) si trova di fronte a continui balzi temporali tra passato -o, meglio, più passati- e presente. Va, insomma, alla scoperta delle vite dei protagonisti: Noi non è, infatti, la semplice storia di una famiglia, ma è la storia delle vite di chi quella famiglia la compone. Ricordate Buongiorno Mamma su Canale 5? Ecco, senza mezzi termini l’ispirazione era proprio This Is Us, di cui ora abbiamo l’adattamento italiano.
Ma se il telespettatore ignaro di tutto quello che deve succedere ai Peirò potrebbe restare piacevolmente sorpreso da questa danza tra livelli temporali che si alternano in ogni puntata, chi sa già tutto (ed ha già usato i fazzoletti a suo tempo) potrebbe avere una sensazione totalmente differente e non proprio positiva.
Perché Noi, se si è già visto This Is Us, suonerà come una copia non riuscita, con numerosi dubbi a riguardo che restano dopo la visione dei primi episodi. A cominciare dalla quasi ossessione di mantenere praticamente identica alla versione originale tutta la sceneggiatura, in alcuni casi anche le battute, portando sullo schermo una versione che nulla aggiunge all’originale e che, soprattutto, non ci regala nessuna suggestione sull’ambientazione storica e geografica del nostro paese. Era andata diversamente con Tutto Può Succedere, remake italiano di Parenthood, che era riuscito a conquistarsi una sua indipendenza e soprattutto ad adattarsi egregiamente al contesto italiano. Perché Cattleya, che produce anche Noi, non ha fatto lo stesso?
Forse per il timore di toccare quello che di fatto è uno dei prodotti migliori della serialità contemporanea in circolazione, forse perché il format stesso richiede che tutti quegli elementi non siano toccati in alcun modo… Fatto sta che Noi, di italiano, per ora ha ben poco, fatto salvo le location ed il cast.
A proposito del cast, anche in questo caso ci ritroviamo ad avere qualche perplessità. E no, questa volta non c’entra il confronto con gli interpreti americani. L’impressione maturata nel corso dei primi due episodi è che alcune scelte fatte non permettano né all’attore/attrice né al personaggio di emergere davvero. Se la scelta di Lino Guanciale sembra ovvia (puntare su volto di punta della fiction Rai per lanciare un titolo su cui evidentemente si crede molto), Aurora Ruffino sconta la fortuna -e non siamo ironici, sia chiaro- di dimostrare sempre vent’anni: truccarla per farla arrivare sopra gli -anta era un’impresa davvero impossibile. Gli unici due che riescono a dare quello spessore ai propri personaggi che li rende molto più interessanti sono Claudia Marsicano e Leonardo Lidi: i loro Cate e Teo potrebbero anche vivere in una serie tutta loro.
This Is Us è una serie che trova nelle sue radici statunitensi la colonna portante per far reggere le storie raccontate e dare vita a personaggi che bene rappresentano lo spirito Made in Usa. Noi cerca di fare lo stesso, utilizzando quella stessa colonna portante e senza rendersi conto che, se di adattamento si voleva parlare, ci si sarebbe dovuti dimenticare l’originale subito dopo averlo visto. Così non è stato, e Noi sembrano troppo… Loro.