No a Cossiga. La censura in tv
Chi fa televisione sa bene quanto sia radicata la cultura nella pratica quotidiana del “taglio”. E’ una questione tutta interna, tutta italiana: si taglia per non offendere l’amico, il pubblico (questa entità meravigliosa, talmente conosciuta da autori e produttori che sanno perfettamente cosa vuole, il pubblico), la morale comune, e via dicendo. Non stupisce, pertanto,
Chi fa televisione sa bene quanto sia radicata la cultura nella pratica quotidiana del “taglio”. E’ una questione tutta interna, tutta italiana: si taglia per non offendere l’amico, il pubblico (questa entità meravigliosa, talmente conosciuta da autori e produttori che sanno perfettamente cosa vuole, il pubblico), la morale comune, e via dicendo.
Non stupisce, pertanto, leggere questa dichiarazione di Cugia (autore del nuovo show di Funari, che fin dal promo chiarisce i riferimenti “alti”. L’avete visto, Funari, a cavalcioni dell’albero che grida “Voglio RaiUno”, citando il Ciccio Ingrassia del felliniano “Amarcord”):
Mi vergogno di vivere in un paese così infantile da censurare un ex presidente della repubblica che viene a parlare del vangelo il sabato sera su Raiuno
Si riferisce, Cugia, all’assenza di Cossiga che avrebbe dovuto parlare del Vangelo in Apocalypse Show. Presenza cancellata dalla Rai.
E pensare che proprio Funari, di censure subite se ne intende, come abbiamo ampiamente ricordato.
Quello della presenza di Cossiga era, a detta di Del Noce, l’unico nodo sul quale si era verificato un disaccordo fra la rete e il team dello show. Risolto, a quanto sembra, nella maniera più ovvia: vince la rete, e tanti saluti a tutti.