C’era una volta il tormentone. No, non si tratta del solito pezzo sul declino del cabaret a favore della stand up comedy, un genere interessantissimo basato sull’esperienza diretta dell’artista che sul piccolo schermo è relegato alla sola Comedy Central (fino a pochi mesi fa anche a Zelig Tv, ma il canale 63 dtt ha terminato le sue trasmissioni il 1º novembre 2020). Parliamo di un fenomeno quasi sorprendente, ovvero della maggiore presenza sul piccolo schermo della comicità dell’assurdo, perfetta metafora dei tempi complicati che stiamo vivendo.
Non si potrebbe iniziare a parlarne senza citare Nino Frassica, che da quattro stagioni, ospite del tavolo di Che tempo che fa, sta vivendo l’ennesima nuova giovinezza televisiva. Il comico siciliano, ingiustamente posizionato alla fine del programma condotto da Fabio Fazio, incurante dell’orario vampiresco si presenta come direttore e vicedirettore del fantomatico settimanale di gossip Novella Bella. Il conduttore si rivela una formidabile spalla comica (forse si diverte più con lui che con Luciana Littizzetto), ma a volte si ha l’impressione che Frassica stia cominciando a mostrare un po’ di insofferenza per quel ruolo.
I cento libri della settimana che sono sempre due, il proverbio del giorno abbastanza prevedibile, la gag un po’ stanca del reggitore di leggio. Il comico avrebbe bisogno di rinnovare leggermente il suo repertorio, anche se rimane irresistibile quando si propone come ventriloquo con la mascherina. A Tv Talk Frassica ha detto che gli piacerebbe fare una sitcom. Chissà che la Rai non possa accontentarlo. Intanto, resta negli annali una sua battuta pronunciata nello stesso programma nel febbraio 2018: “Attrice di 130 anni denuncia di molestie Charlie Chaplin. E come mai lo denuncia così tardi?’ ‘Cercai di protestare, ma allora il cinema era muto”. Poche parole che fanno venire giù lo studio.
La novità dirompente di questa stagione televisiva 2020/2021 è costituita naturalmente da Una pezza di Lundini, la striscia ideata da Giovanni Benincasa con protagonista il giovane Valerio Lundini, che prima di quel programma non era conosciuto al grande pubblico, se si eccettuano la partecipazione in Battute?, a L’Altro Festival su Raiplay al fianco di Nicola Savino e Il Salotto con Michela Giraud su Comedy Central, oltre ad alcune fugaci apparizioni in Dopo fiction su Rai1 accanto allo stesso Nino Frassica.
E proprio Frassica – insieme a Lillo & Greg e i Monty Phyton – sembra uno dei maggiori punti di riferimento di questo ragazzo dall’aria stralunata e dal look da nerd sin dal suo esordio nel settembre 2020, quando ospita nel suo show improvvisato l’influencer Cristiano Caccamo e gli chiede “Il posto più strano dove hai ucciso?“. Non si capisce se l’ospite gli stia reggendo il gioco o sia rimasto spiazzato dalla bizzarria delle domande (nel caso di Caccamo si propende per la seconda ipotesi). Fatto sta che si raggiungono vette di comicità dell’assurdo quando il presentatore, per contrastare l’abbandono dei cani, annuncia la campagna del dono dei cani e ne regala uno a Caccamo, che rimane a dir poco interdetto.
Da quella sera non tanto il pubblico televisivo (Una pezza di Lundini non ha mai sfondato dal punto di vista dell’Auditel), quanto il popolo dei social, inizia a trovare in Valerio Lundini un punto di riferimento, un nuovo idolo da adorare. E con lui la bravissima Emanuela Fanelli (anche lei meme vivente, citofonare Socialisti Gaudenti su Facebook) che prende in giro quel teatro che si prende troppo sul serio con Voci di donna, ma soprattutto l’irresistibile A piedi scarzi ,“il primo film in cui si è provato a far recitare degli attori romani”. Con il passare delle puntate, partecipare a Una pezza di Lundini è diventato sempre più cool per gli ospiti (vi sono passati Alessandro Borghi, Calcutta, Fulminacci, ma anche una Sandra Milo rimasta scandalizzata dalle domande del conduttore).
Non tutto in Una pezza di Lundini è irresistibile. Ci sono puntate più riuscite e altre meno. Un discorso a parte meritano le ultime due puntate, che mostrano le prove dello show, con i due protagonisti che non riescono a trattenere le risate per l’assurdità degli sketch da mettere in scena. Il più divertente per il sottoscritto è il seguente.
Concludiamo questa rassegna sulla maggiore presenza di comicità dell’assurdo in questa stagione tv con Toni Bonji. Originario di Lecce, è stato finalista dell’edizione 2015 di Italia’s Got Talent, proponendo le sue “Ombre in playback” (fingeva in sintesi di mettere in scena ombre cinesi particolarmente complicate). Non arriva tra i primi tre classificati, ma la televisione per fortuna si accorge di lui.
Dal 2016 Toni Bonji è tra i comici di Quelli che il calcio, ormai rimasto con pochissime partite da seguire la domenica pomeriggio. In realtà, se nelle prime edizioni il salentino non aveva ancora trovato molto la sua dimensione, nella stagione in corso del programma condotto da Luca e Paolo con Mia Ceran è irresistibile nei panni dello scrittore Gustavo Delle Noci, autore del romanzo “Bovini adulti“. L’esordio è da manuale: “Non credo di essere perfetto, per carità, ma è probabile che mi sbagli”. La versione russa del suo volume “è stata firmata dal noto attore russo Gabriele Cirillico” e a proposito della gente, dice che ne conosce molta, “ma è di più quella che non conosco”. Stupenda la battuta “Lo specchio è stato inventato in Germania nel 1835, così come l’hamburger, e chedar, e chedar“, che scatena le risate del tutto sincere dei tre conduttori. A dimostrarlo il commento di Luca Bizzarri: “In prova non l’avevi detta”.
Insomma, tra Nino Frassica, Valerio Lundini e Toni Bonji, la comicità dell’assurdo in questa prima parte di stagione tv sembra spopolare più di altre annate. Probabilmente una metafora dei tempi che stiamo vivendo, ma anche un inaspettato e piacevole rifugio. Se all’interno di una realtà dominata da una pandemia non c’è molto da ridere, meglio costruirsene una parallela.