Nicolò De Devitiis: “Faccio la gavetta a Le Iene”. E sulle critiche al programma risponde così…
Nicolò De Devitiis, sette anni da Iena e ora un podcast con i cantanti italiani: ecco l’intervista di TvBlog
Nicolò De Devitiis detto Divanoletto, ormai ti sei specializzato in scherzi televisivi a Le Iene? (il più recente quello a Michele Cucuzza)
No. Lì faccio, ma non faccio solo scherzi. Cerco di trattare tutto ciò che è leggero all’interno de Le Iene. Provo a portare nel programma tutto ciò che mi piace nella vita reale, ciò che mi interessa. Ho fatto servizi con calciatori, ho parlato di nuovi social, tutto in una chiave pop.
Hai 31 anni. È difficile farsi spazio nel mondo della televisione se si è così ‘giovani’?
Il mestiere che ho scelto è molto difficile, lo so. E so che c’è una gavetta da fare e a Le Iene la gavetta si fa. Il percorso è ancora molto lungo. Sono solo sette anni che faccio questo mestiere e nel frattempo sto imparando e migliorando. E mi godo quello che faccio.
Quindi emergere non è poi così faticoso?
Per un giovane come me è difficile, certo, ma fa parte della crescita. Non lo vedo come un male, ma come un percorso. Ed è stimolante.
La conduzione de Le Iene ti interessa?
Non me l’hanno mai proposta. Giulio (Golia, Ndr), Matteo (Viviani) e Filippo (Roma) sono ottimi trascinatori e capitani.
Non ho capito se ti interessa.
Le Iene è un programma fatto dai servizi. Io faccio Le Iene per raccontare come sono fatto io, attraverso i servizi.
Sei su Spotify con il podcast a cadenza settimanale dal titolo Questa spacca (prodotto da Dopcast – sinergia tra Sony e MNcomm): sei interviste ad artisti della scena musicale italiana.
L’idea è nata a dicembre, in concomitanza con la pausa invernale de Le Iene. E nasce da un mio bisogno: sono proprio fissato con la musica! Sto con le cuffiette nelle orecchie 24 ore su 24, ho anche una playlist su Spotify con oltre 21mila seguaci, che mi dicono essere tanti. Sono sempre alla ricerca di canzoni nuove, soprattutto italiane. E ho sempre avuto la curiosità di sapere come è nata la canzone che tutti conoscono. Come è arrivata l’intuizione che poi cambia la carriera di quell’artista. Cosa ha mangiato, com’era vestito quel giorno, ecc…
Hai scelto Aiello, Alex Britti, Carl Brave, Gazzelle, Levante e Pinguini Tattici Nucleari.
Sei amici. E ho volutamente scelto di partire con mondi musicali diversi.
Perché podcast e non un programma tv?
Il programma tv potrebbe essere un passo successivo. Il podcast è un format che mi piace parecchio: puoi ascoltarlo ovunque e in qualsiasi momento. Anche per questo ho evitato di fare podcast di 40 minuti, ho evitato di straparlare. 15 minuti, sintesi e un montaggio che ho curato direttamente io. Non a caso vengo dal mondo Iene.
A proposito di Questa spacca…, a Nicolò De Devitiis è capitato di vedere di recente qualcosa in tv e di esclamare ‘questa spacca’? Non vale la risposta Le Iene.
(ride, Ndr) Allora, escluse Le Iene, mi è piaciuto molto Lol su Prime Video: è un format che ha spaccato.
Torniamo a Le Iene, allora. Un programma molto apprezzato dal pubblico più giovane, ma che attira anche molte critiche, per esempio sulla sua credibilità giornalistica, dopo alcuni casi molti discussi…
Io posso parlare dei miei servizi. Se ad un attaccante di una squadra di calcio chiedi perché il difensore non ha difeso bene, cosa può dirti?
Potrebbe dirmi, per esempio, se nella squadra di calcio – in questo caso un programma televisivo – si discute di come viene percepito all’esterno e delle critiche che riceve…
Non sono nessuno per criticare il lavoro degli altri.
Chiaro. Ma di fronte alle critiche rivolte ad alcuni tuoi colleghi Iene, cosa dici?
Io mi occupo dei miei scherzi e dei miei servizi leggeri. Se altri fanno cose che vengono ritenute non giuste o non buone, ne risponderanno loro. Come io ho sempre risposto delle mie.