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Nemo riparte dai Giovani e ricchi di D’Onofrio e Santoro. Per smontarli

Nemo ha avuto i complimenti da… Rocco Schiavone. Sono i due simboli politicamente scorretti di una Rai2 coraggiosa, tra Mika e Sbandati

pubblicato 17 Novembre 2016 aggiornato 1 Settembre 2020 17:11

All’inizio di stagione tutti hanno puntato il dito contro i Giovani e Ricchi di Rai2 senza contraddittorio. Della serie, un docu-reality che inneggia al lusso e alla superficialità senza una morale per il servizio pubblico. Il regista Alberto D’Onofrio, dal canto suo, si è difeso dicendo di aver raccontato una realtà senza la pretesa di sublimarla né giudicarla.

Poi è arrivata la puntata speciale di Italia di Michele Santoro, Tuttiricchi, con tanto di Flavio Briatore in prima linea: in quel caso un programma di informazione aveva più doveri verso l’abbonato Rai, specie di fronte alle dichiarazioni razziste e classiste emerse durante l’inchiesta, all’insegna del disprezzo per la povertà e per certe tipologie di stranieri. Se a questo aggiungiamo la totale assenza di innovazione, sul piano del linguaggio televisivo…

Ad addrizzare il tiro, con una chiave di lettura realistica più che moralistica, è stato Nemo – Nessuno escluso. Nel suo passaggio al giovedì il programma ha deciso di puntare su una linea narrativa più forte, di impostazione monografica.

Sfruttando un tema che ha fatto audience quest’autunno, anche a Matrix, ne ha ribaltato le prospettive e i luoghi comuni fondendo satira e provocazione.

Così abbiamo visto un servizio sui nuovi ricchi, direttamente dal Convegno dei Giovani imprenditori, a cui è seguita l’altra faccia della medaglia: l’rvm sulla classe media spinta verso il basso, ovvero i nuovi poveri.

In mezzo il meraviglioso elogio della ricchezza di Lory Del Santo, puntualmente dissacrato con genialità da un Enrico Lucci che piomba sempre alle spalle:

“Ve l’avevo detto che avremmo avuto ospiti eccezionali e abbiamo avuto Lory Del Santo. Una donna senza compromessi, la libertà, Lory, quant’è importante. Lory, ho sentito circolare questa voce che tu incontrasti anche il grande Presidente americano, quello col ciuffo?”.

“Io ho incontrato tutti praticamente nei miei viaggi avventurosi. Io consiglio a tutti di fare tutti i percorsi. L’ascensore”.

“Prendete l’ascensore perché soprattutto se si blocca uno può fà carriera”.

“Assolutamente. Grazie a Dio l’ascensore era lungo, il viaggio è durato.. Se no se era tre piani… E’ durato fino alla fine. Donald si è comportato benissimo e io non ne ho approfittato perché, cavoli…”.

“Poteva essere la first lady americana e invece ce l’abbiamo qua”.

“Ho pensato, sai di miliardari ce ne abbiamo tanti”.

“Vuoi dire tre cose che bisogna fare per diventare ricche… alle ragazze?”.

“Non essere pigre. Tutti sono pigri. Ma alzati da quel maledetto letto e vai a cercare. La terza è non credere mai alle promesse altrui. Questi ti promettono contratti, notai e poi crepano e vai a scopare.. ehm a scoprire. Era un errore, però diciamo che è vero, l’hai fatto inutilmente. Quindi se lo fai devi essere innamorata, se invece lo fai per interesse stai attenta… fatti pagare bene… prima”.

“Poi c’è quel metodo di una volta per migliorare la propria esistenza che era… lavorare. Ve lo ricordate? Ci sta quel modo lì”.

“Posso dirti che è una parola rara. Io frequento molti giovani e ti posso raccontare, io sono sconvolta, vorrei, vorrei”.

Però per lavorare ci pensi te, vero Lory?”.

“Tu devi saper fare una cosa…”.

Per non parlare del numero satirico finale di Giorgio Montanini:

“Bisogna guardare il bicchiere mezzo pieno. Briatore si sente figo, eppure ha il livello culturale di una scrivania… Si sente figo perché ha i soldi? No. Io mi godo più la mia vita che Briatore. Qual è la cosa che a Briatore gli piace? Voi che lo guardate al Billionaire e vorreste essere lui. Quella è la spinta di Briatore, fa ‘na vita demmerda perché tu lo invidi. Prendete Corona, è un avanzo di galera, si sente figo perché quando esce gli fate la foto. E’ l’invidia che dà il potere a ‘sta gente. Il punto di vista di Briatore spostatelo sui negri. Potete essere il Briatore dei negri. I negri servono a farti sentir più ricco. La giacca e cravatta ti fa essere ricco con loro. Se vuoi essere ricco devi togliere l’umiltà che è il dio dei poveracci”.

Così, tra atteggiamento ienesco e satira al mondo pop, Nemo si sta guadagnando un posto nell’Olimpo della tv di qualità. E Ilaria Dallatana fa bene a proteggerlo e valorizzarlo, perché potrebbe essere il programma del prossimo decennio e per questo aver bisogno di tempo, proprio come Le Iene.

Non a caso, tra le varie critiche positive, ha avuto la benedizione del nuovo guru, Rocco Schiavone… Entrambi politicamente scorretti, come una Rai2 sempre più Sbandata e rivoluzionaria.