Nemico pubblico: Montanini sfan*ula Giass in tre secondi. RaiTre lancia la stand candid comedy in tv
La recensione della prima puntata di Nemico pubblico, il nuovo programma di stand up comedy di Giorgio Montanini ogni martedì su RaiTre
Nei primi cinque minuti di Nemico pubblico (già un titolo, una genialata) Giorgio Montanini ha mandato affan*ulo in un colpo due paladini della naftalina satirica: Antonio Ricci e Fatma Ruffini. Ovviamente questa è una metafora, sia chiaro.
Voglio dire che, di fronte a tanta satira di plastica (citofonare la Boldrini di Kessisoglu che sembrava uscita da Gommapiuma) e ai finti Scherzi a parte che sanno da sempre di costruito a tavolino, RaiTre ha lanciato un nuovo genere televisivo: la stand candid comedy, metà stand up comedy, metà candid camera.
Da vero battitore libero (gli hanno solo bippato “pom*ino”) Giorgio Montanini si divide tra pillole di monologhi con pubblico in sala e gag politicamente scorrette, realizzate in luoghi pubblici con vittime realmente ignare.
La prima puntata di Nemico pubblico, dal formato brevissimo com’è giusto che sia, è stata aperta da un tema non facilissimo: la difficoltà di parlare esplicitamente in tv di sesso. O, meglio, del sesso femminile. Montanini ha rievocato la sua precedente esperienza tra i comici di Aggratis, frullatore comico in cui la stand up comedy non aveva senso:
“Avevo bisogno di inserire la parola che designa l’organo genitale femminile, ma non potevo. Perché l’organo genitale femminile fa così paura in televisione’? Perché l’uccello è così soave e la topa no?”.
Molti hanno criticato Montanini (io stesso non l’avevo capito allora) per il suo calo di appeal in quel debutto televisivo; vorrei citare, a tal proposito, un commento molto significativo postato da un utente Youtube:
“Non ha fatto ridere perchè era in TV. Come dicono altri, guardatevi Nibiru (ad esempio). Giorgio è un personaggio molto, molto diverso: qui è molto filtrato per l’ambiente in cui si trova, e quello che dice dev’essere mirato a farti ridere. Il “farti ridere” della “satira” che fa lui i in reltà è un effetto secondario: quello principale è farti pensare. E ci riesce alla grande”.
Ecco, la rete di Andrea Vianello stavolta ci è riuscita, a mantenere intatto il mood della “cosa” che fa Montanini, senza snaturarla col passaggio televisivo ma rispettandola nella sua identità. Gli ha concesso allusioni alla Chiesa intoccabile. E, ancora, di rivolgersi allo spettatore in un modo brutalmente contrario alle ipocrisie televisive.
RaiTre, insomma, continua come Gazebo a fare vera seconda serata sperimentale, partendo furbamente dal paracadute del traino di Ballarò. Montanini, come Zoro, ha la forza di andare in tv senza avere i canoni per fare tv. Un rivoluzionario fino in fondo, insomma, che quando dice ‘Caxxo’ o ‘Manco l’Aids ti prendi così’ non ti scatena un bigottismo scandalizzato. E che, quando tira fuori gli istinti più bestiali del genere umano, abbandonandosi al maschilismo o al sadismo più spinto, non è volgare. E’ vero. La verità di Montanini passa (insieme alla sua stoffa).