#natoimparato – Fare l’autore televisivo
Prontuario #natoimparato per fare l’autore televisivo
#natoimparato è una rubrica quotidiana che trovate sui blog del network Blogo.it. Spiega come fare bella figura in situazioni nelle quali non sapete assolutamente nulla ma dovete dare l’impressione di essere preparati su un certo tema; spiega anche come fare a spacciarvi per qualcosa che non siete, E’ una specie di manuale di sopravvivenza da aperitivo, un prontuario da conversazione cotta-e-mangiata, un bigino per spiegare tutto lo scibile umano in poche battute, da rivendersi alla prima occasione: un bigino che troverete archiviato su Twitter seguendo l’hashtag #natoimparato. Avete un tema sul quale volete essere edotti? Chiedetecelo su Twitter! Per #natoimparato su TvBlog, riceviamo e volentieri pubblichiamo una guida pratica all’ambito mestiere dell’autore televisivo, scritto da una misteriosa e anonima autrice televisiva.
Perché se ne parla? Oggi siamo tutti critici televisivi. Questa nostra epoca sarà ricordata un giorno come quella dove metà delle conversazioni iniziavano con «Ma l’hai visto ieri sera sul due… ». E tutti abbiamo pronti all’uso un commento sul ritmo di un varietà, uno sul cast di un talent show e uno sul taglio di una serie tv. Eppure, qualcuno è stato pagato – più di quanto immagini – per scrivere un programma televisivo esattamente in quel modo. È l’autore tv. Ovvero, colui che ride dei tuoi ingenui commenti e se potesse ti direbbe «Sciocchino, tutto ha una logica».
Cosa devi sapere? Gli autori non vogliono che il resto del mondo faccia l’autore tv, perché la SIAE è quel che è, e va divisa come un bottino tra i rapinatori. Gli autori tv pensano tutti di morire l’indomani e quindi scrivono sette programmi contemporaneamente per fare cassa. Lavorano venticinque ore al giorno e si fanno lasciare dalle mogli, e pure dalle mamme tanto sono intrattabili. Nel caso te lo stia domandando: sì, questa mole nevrotica di lavoro è il motivo per cui la tv italiana è bruttina.
Lo strumento principale del mestiere di autore non è la tastiera del computer, non è la penna, e non è nemmeno la finestra dalla quale lo scrittore osserva il cielo in attesa di un’idea. L’autore tv usa soprattutto la curva, cioè il grafico di andamento minuto per minuto di tutti i programmi su tutte le reti. E punta il dito sui picchi e sui baratri di ascolto, ragionando sul perché di fiaschi e successi di ogni singola frase o inquadratura.
Cosa devi dire? In ambiente televisivo si usa sempre la parola “artista”, ricordalo. Che tu stia parlando di un cabarettista di Zelig, di Michelangelo Buonarroti o di Davide Mengacci userai formule come «l’artista è emozionatissimo per la diretta». E poi devi sapere che gli autori passano molto tempo ad applaudire. Loro quando qualcuno entra nella stanza non dicono ciao, come tutti. No, loro applaudono. Ma gli applausi non finiscono qui. Se uno al tavolo degli autori fa una battuta, non è che si ride o gli vien detto «bella questa». No: parte l’applauso. Puoi assumere anche tu questo lifestyle per sembrare esperto del settore.
Cosa non devi dire? Gli autori tv scrivono tempi: le loro parole hanno una precisa durata ancor prima di avere un senso. Dovrebbe essere così, ma non è vero: gli autori sono i peggiori tra i grafomani e scrivono tutti troppo. Esagerano con copioni lunghissimi perché terrorizzati da un eventuale vuoto in scena. Nel caso della diretta, il gobbo salterà quindi interi brani del loro lavoro nel tentativo di arrivare a una conclusione in tempo per dare la linea alla pubblicità. Cosa fanno durante il programma in diretta? Passano la trasmissione ad alzare cartelli rivolti all’artista con scritto “stringi”, “taglia”, “basta!”, “salta”.
Come avere ragione?
Per prima cosa assicuratevi che al party al quale siete invitati e dove state affrontando la conversazione non vi sia un autore tv: potreste essere anche Boncompagni o J. J. Abrams, vi tratterebbe comunque con superiorità. Non per cattiveria, è solo che è sempre di pessimo umore: la seconda o terza moglie lo ha sicuramente appena lasciato.
Provate a buttarla sul sesso: anche perché non esiste ambiente più maschile di questo settore lavorativo. Gli autori di una soap opera giunta alla 5405esima puntata non sono differenti da quelli che preparano un esilarante show del sabato sera da milioni di telespettatori. Non sarebbe giusto questo distinguo. Anche se è vero che i primi andranno a rimorchiare nelle parrocchie e al supermercato vantandosi del loro lavoro, i secondi andranno ovunque.